To quit or not to quit? 

Questo è il vero dilemma dei pokeristi, dai cash gamer che affollano le sale del Rio ai grinder che sputano sangue online. Se è vero che nel poker conta solo il long term, quanto il nostro atteso viene danneggiato dalla presunzione di essere sempre in grado di esprimere il proprio A-game?

In effetti essere ‘n the zone è una prerogativa indispensabile per la buona riuscita di una sessione, ma fin troppo spesso la mente è altrove quando ci si siede ai tavoli da gioco. In base a queste e altre considerazioni, Alec Torelli ha pubblicato un video molto interessante sul suo canale Youtube, spiegando in quattro semplici passaggi quando sarebbe opportuno chiudere la sessione per riprendere in un altro frangente. Abbiamo scelto di riproporveli uno per uno, con tanto di video per chi non avesse problemi con l’inglese.

1.Il poker non è la tua priorità numero uno in quel momento

Non posso nemmeno dire quante volte questo fattore abbia inciso negativamente nelle mie sessioni, ma posso dirvi per certo che se il vostro focus è su qualcos’altro terminate immediatamente la partita. Scadenze incombenti, progetti inconclusi…sono tante le ragioni che posso distrarvi dall’essere al top, imparate a riconoscerle e quittate subito.

2.Fissare uno stop win/stop loss

In media le persone fissano uno stop loss a  3 buy-in nelle sessioni cash, mentre altre per diverse ragioni hanno una soglia più alta o più bassa. Ad ogni modo ciò che raccomando a chi mi chiede consigli è di avere ben chiari in testa quali sono i limiti oltre i quali bisogna quittare. Ci sono ocasioni nelle quali continuare potrebbe essere provittevole ma non sempre si riesce a mantenere il proprio A-game. Immaginate di essere sopra di 3 poste dopo un’ora di gioco in un tavolo molto facile.

La consapevolezza di aver già guadagnato 3 buy-in vi rende sereni, ma allo stesso tempo sapete che se doveste perderli sareste enormemente delusi, nonostante in fondo abbiate fatto even. Quindi comincerete a giocare in modo più conservativo perdendo quel focus che vi aveva permesso di raggiungere un buon risultato. Lo stesso discorso vale per lo stop-loss: dalla mia esperienza posso dire che dopo aver perso 3 o più buy-in semplicemente non riesco a giocare al mio meglio. E se poi continuare implica andare a letto più tardi e scombinare i miei ritmi, questo avrà un effetto negativo anche nella giornata successiva.

3.Se fuori dal tuo A-game per qualsiasi ragione

Non importa se ci si sente stanchi, preoccupati, tiltati, poco concentrati. Questi sono tutti chiari sintomi del fatto che per voi, quella sera, giocare il vostro A-game è un’impresa impossibile. La soluzione? Semplice, fermarsi.

4.Non fare in modo che il gioco interferisca con gli impegni quotidiani

Questa è una cosa alla quale recentemente sto dando una grande importanza. Fortunatamente ora sono nella posizione di non essere costretto a giocare ogni giorno, ma se avessi avuto questa consapevolezza quando grindavo senza sosta avrei sicuramente ottenuto dei risultati migliori. Per me è semplicemente +EV pianificare la mia vita in modo regolare e all’interno di questa inserire delle ore che dedicherò al gioco. Una scelta essenziale che mi consente di dedicarmi con maggiore lucidità sia al poker che ai tanti progetti off-poker ai quali mi sto dedicando. 

Quattro pratici consigli che, nella loro semplicità, possono rivelarsi davvero molto utili, sia a chi non approccia il gioco in maniera professionale che ai grinder veri e propri. Ecco la clip integrale:

//www.youtube.com/watch?v=u1E3G2KWyHM

 

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