L’ultimo video pubblicato da Doug Polk, a pochi giorni dalla nuova sfida “bot vs humans“, suona come un attacco a chi si sbilanciato eccessivamente per esaltare i risultati ottenuti da Claudico.

Una rivendicazione di merito per il risultato ottenuto, ma soprattutto per l’insuccesso del bot mascherato dietro una scomoda definizione come “pareggio statistico”, che proprio non va giù a pro americano.

Gli sviluppatori infatti, si sono ritenuti soddisfatti del risultato raggiunto in quanto, secondo loro, su un campione di milioni di mani la discrepanza tra bot e umani sarebbe statistiamente irrilevante. Secondo Polk però il dato di fatto rimane: “E non ha alcun senso insistere sul fatto che sia stato un pareggio statistico, perché perdere 9BB/100 è una sconfitta sonora, non un pareggio”.

Nel corso del video Doug racconta alcuni dettagli della sfida contro Claudico, nella quale è stato impegnato assieme a Bjorn Li, Dong Kim e Jason Les:

Abbiamo giocato ininterrottamente per oltre due settimane dalle 8 alle 10 ore al giorno. Io ero in coppia con Jason e il server distribuiva le stesse mani ma a parti invertite, motivo per cui giocavamo da due stanze diverse e non avevamo modo di comunicare. Vi erano situazioni in cui il bot perdeva da entrambi con la stessa smazzata, in quanto non era in grado di fronteggiare un bluff al river quando dall’altra parte Jason puntava semplicemente per valore ottenendo un fold e vincendo un piatto piccolo.

La giornata si chiudeva al raggiungimento di un tot di mani stabilito, ma il tempo per raggiungere questo target dipendeva sostanzialmente dall’approccio scelto:

Il bot impiegava non meno di 17 secondi al flop, e poteva arrivare fino a 30 al river. Immaginate quindi di trovarsi con Ace High al river in un pot bello grande e dover attendere il bot che nel momento entra in the tank…La mia strategia è sempre stata focalizzata sul profitto, ma non posso negare di aver aggredito molto il preflop e il flop proprio per evitare di perdere troppo tempo su ogni singolo spot.”

Polk lancia quindi una provocazione:

“Se il bot avesse vinto anche una sola chip probabilmente la stampa avrebbe esaltato l’impresa titolando ‘l’intelligenza artificiale batte gli umani’ sebbene il risultato possa essere effettivamente irrilevante. Il punto è che non ci sarebbe alcun problema ad ammettere che un bot, per quanto sofisticato, abbia perso contro un gruppo di top reg. Qui invece si distorce la realtà perché l’esigenza di raggiungere questo risultato, che prima o poi accadrà, sembra essere più importante del risultato stesso.”

Cosa accadra quindi ai futuri protagonisti della sfida “bot vs humans” in programma a partire dall’11 gennaio prossimo? Riuscirà il bot ad avere la meglio su Dong Kim, Jason Les, Daniel McAulay e Jimmy Chou? Intanto gustatevi la clip pubblicata da Doug Polk a riguardo:

//www.youtube.com/watch?v=gz9FJfe2YGE

 

 

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