Non deve essere il massimo avere gli assi e farsi outplayare in un torneo da 1.000.000$ di buy-in

Ne sa qualcosa il tedesco Tobias Reinkemeier, passato alla storia del poker live insieme a Scott Seiver per una mano del Big One for One Drop del 2014.

Ci riporta indietro con la memoria a quello spot Alec Torelli, che in un filmato girato alle Hawaii commenta per filo e per segno il piatto vinto da Seiver grazie ad un push al turn con ‘kappa alta’.

Siamo al final table del Big One e tutti sono già ITM. Torelli introduce così la mano: “Quando la posta in gioco si alza così tanto, la gente gioca un po’ diversamente

I bui sono 300-600k. L’ante è 75k. Seiver da HJ apre a 1.200k con K10. Reinkemeier da BB spilla AA e decide di fare solo call.

Torelli approva: “Mi piace il call perché in questa situazione Reinkemeier difenderebbe il buio con molte mani e Seiver quindi aggredirà per mandare via un presunto range debole“.

Il flop è 4Q2. “Eccellente per Reinkemeier” secondo Torelli. Il tedesco checka, Seiver cbetta “come dovrebbe fare con il 100% delle mani“.

Seiver punta 1.500k, poco meno di metà piatto. “Mi piace, ha anche dei backdoors” dice Torelli. Reinkemeier a questo punto può continuare a fare call portando avanti la sua trappola o rilanciare.

Reinkemeier checka e Torelli gradisce: “Penso che con la maggior parte delle mani che hanno hittato qualcosa farebbe call, così come con ‘asso alta’. Anche un check/raise sarebbe buono però perché lo farebbe con molti draw di colore“.

Il turn è un J. Reinkemeier checka e Seiver pusha 6.825k, poco più del piatto. Reinkemeier ha una decisione difficile da prendere senza l’asso di fiori in mano.

Torelli commenta: “Seiver potrebbe shovare per valore una mano peggiore di quella del tedesco e può anche avere l’asso di fiori.

Nei tornei se chiami devi avere equity maggiore nelle tue possibilità di vincere il pot rispetto alla conseguente crescita del tuo stack.

Quindi qui Reinkemeier dovrebbe vincere il 40 o 50% delle volte (non solo il 30%) per giustificare il call importante. Bisogna considerare ovviamente anche l’ICM, la difficoltà del tavolo e altre cose.

Bisogna pensare bene al range di mani di Seiver. In base al suo stack e alla situazione, può aver aperto largo? O avrebbe openfoldato tanti mani non suited temendo 3bet avversarie?

È importante valutare tutto ciò perché il range preflop è lo stesso che Seiver ha al turn. Secondo me Reinkemeier qui il 40% delle volte vince il piatto chiamando.

Pensiamo ad un’altra cosa. Se Seiver avesse colore nuts pusherebbe o farebbe check al turn? A mio parere farebbe check.

Reinkemeier ha una delle migliori mani possibili e l’ha nascosta bene. L’avversario, se ha iniziato la mano in bluff, deve continuare a bluffare al turn.

Se non ci sono molte mani off-suited nel range iniziale di Seiver, allora un suo bluff è poco probabile. C’è molto da pensare, ma tutto si può ricondurre alle valutazioni del range preflop“.

In conclusione Torelli afferma: “Se fossi Reinkemeier farei call al turn. Dopo aver giocato gli assi in maniera così tricky e passiva, non potrei foldare.

Non posso sperare di trovare in seguito tanti spot favorevoli contro giocatori forti come Negreanu e gli altri finalisti“.

Reinkemeier invece, come sappiamo, folda dopo parecchi minuti di riflessione. Seiver non sembra per nulla a disagio e alla fine mostra le sue carte.

 

 

Nonostante questo colpo vinto, Seiver non è riuscito poi ad arrivare più lontano di Reinkemeier nell’evento. L’americano ha chiuso 6°, il tedesco 5°.

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