Croce e delizia per gli amanti del Texas Hold’em, la fase bolla è sicuramente una tra le più importanti nel corso di un torneo.

Un’ottimo momento per incrementare il proprio stack mettendo pressione a chi ha meno chip, ma anche una infelice occasione per dilapidare quanto di buono costruito fino a quel momento.

Già, perché aggredire la fase bolla significa, anche se non esclusivamente, sbilanciare i propri range preflop, una mossa che non sempre porta ai risultati sperati se non si è in grado di gestire in maniera ottimale il post-flop.

Errori in vista dunque per i meno esperti ma non solo, perché anche tanti regular preparati possono cadere in tentazione mettere a repentaglio la propria tournament life in spot apparentemente marginali. Come gestire questa delicata situazione in modo da trarne il massimo beneficio? A spiegarcelo ci ha pensato Daniel Negreanu attraverso il suo nuovissimo canale Youtube. Sentiamo cosa consiglia il buon DNegs a riguardo:

1 – Identificare i punti deboli al tavolo

Avere uno stack corposo in fase bolla non ci autorizza implicitamente a sperperarlo alla prima occasione. Piuttosto è bene capire quali sono le situazioni nelle quali potremmo trarre più vantaggio, cominciando ad esempio a selezionare gli avversari contro i quali giocare. L’ideale è focalizzarsi sugli stack medio-bassi sui quali esercitando una adeguata pressione si riesce a massimizzare la fold equity. Insomma l’obiettivo numero uno, quando ci si trova con un big stack in fase bolla, è quello di preservarlo il più possibile: le chip sono come un’arma, più ne abbiamo e più quest’arma ha del potenziale ma le cartucce da sparare non sono infinite, perciò scegliere accuratamente gli obiettivi diventa essenziale.

2 – Evitare gli scontri con altri big stack

In accordo con quanto detto prima, è molto importante evitare di farsi la guerra tra big stack pensando che anche i nostri avversari abbiano intenzione di far leva sulla fase bolla per combinarcela. Certo, può capitare che qualcuno vada un po’ oltre i limiti e cominci ad aggredire in maniera sconsiderata, infatti è giusto magari provare qualche 3-bet in steal o chiamare alcune mani in posizione ma sicuramente non ha molto senso estendere la rivalità oltre il necessario perché alla lunga potrebbe accadere di trovarci a essere proprio noi il bubble-man/woman di turno.

3 – Non chiamare gli shove di short stack con mani deboli

Questo è probabilmente l’accorgimento principale da tenere in considerazione quando ci si trova in fase bolla con un grosso stack. Se l’avversario gioca con 5, massimo 6 big blind si può considerare di allargare il proprio range di call, ma in linea generale è più profittevole chiamare con una mano di valore. I range degli short stack infatti saranno molto più tight del solito e se c’è una cosa da evitare è proprio quella di perdere pezzetti qua e là tuffandosi in call marginali. Un esempio? Ci troviamo dal BB con A-3 off suited e il bottone pusha diretto con 12x dietro…Call? Assolutamente no! Le volte in cui girerà una mano come 10-9 suited non giocheremo benissimo e quando invece avrà un Asso più forte o una coppia saremo in netto svantaggio.

Se non avete problemi con l’inglese ecco il video pubblicato da Daniel:

//www.youtube.com/watch?v=U5bXE0McJh0

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