Oggi vi va un po’ di freecoaching?

Abbiamo selezionato per voi un articolo tecnico del forte americano Jonathan Little, pubblicato recentemente dai colleghi di CardPlayer.

In questo pezzo Little analizza una mano giocata da un suo allievo, durante un torneo live dal buy-in importante di 3.500 dollari.

I bui sono 25-50. Ecco il racconto dello spot: “Un mio studente rilancia a 150 (con stack di 5.000) da UTG+1 in un un tavolo di nove giocatori con JJ. Chiama solo un avversario forte e loose da bottone.

Il rilancio preflop del mio studente è standard. Non c’è motivo di fare un raise più grande per far foldare gli avversari. Tanti amatori pensano di dover proteggere la propria mano facendo rilanci più grandi, ma questo fa solo giocare meglio gli avversari. Si vincono soldi a poker quando gli avversari fanno errori, non quando foldano le loro mani dominate. A volte verrai battuto da mani ridicole, ma è un rischio che bisogna correre se si vuole aver successo nel poker.

Il flop è KK8. Il mio studente punta 200 su un pot da 375. Il suo oppo rilancia a 600 e il mio studente chiama.

Mi piace la puntata al flop del mio studente. Se gli stack fossero stati più ristretti, avrei preferito una puntata da 125. Giocando però con 100 bb sono d’accordo con una puntata di mezzo piatto. Il rilancio di un avversario loose con tendenza al bluff invita al call. Potremmo sbattere contro tris di re, ma foldare qui significa foldare quasi tutto il range, soprattutto se cbettiamo la maggior parte delle mani su questo board dry.

Quando giochiamo contro avversari competenti, dobbiamo stare attenti alle mani del nostro range. Se foldiamo troppo, il nostro avversario ci aggredirà. Questo capita spesso ai livelli bassi. Ai livelli alti invece i giocatori troppo aggressivi diventano perdenti perché i loro avversari sanno che non devono foldare troppo spesso.

In questa situazione, l’oppo sta rischiando 600 per vincere un pot da 575. Significa che se ruba il pot più del 51% delle volte (600/1.175) avrà un profit. Se il mio studente folda J-J, di sicuro folda più della metà del suo range, rendendo il fold un’opzione pessima. Infatti, in base a quanto il mio studente cbetta, dovrebbe difendere con mani come ace-high per non permettere all’avversario di fare subito profitto rilanciando.

Il turn è un K. Il mio studente checka, oppo betta 700 in un pot da 1.575 e il mio studente chiama.

Usando la stessa logica del call al flop, il mio studente deve chiamare al turn. Anche qui se foldiamo, foldiamo quasi tutto il range. Notate che se il mio studente avesse controrilanciato al flop con full o trips (cosa che non raccomando) mani come A-A, Q-Q e J-J sono le migliori del range rimanente. Non vuoi mai essere in uno spot dove sei tentato di foldare le migliori mani del tuo range contro un giocatore forte. Anche se il mio studente chiama con trips al flop, J-J è ancora nel suo range.

Il river è un 4. Il mio studente checka e oppo checka dietro, mostrando 54 e permettendoci di vincere un bel piatto.

Oppo ha pescato al river un po’ di valore e ha preferito checkare. Se avesse pushato poco più del pot il mio studente si sarebbe trovato in una situazione complicata. Avrebbe potuto foldare di fronte all’all-in… Se oppo pusha circa l’ammontare del pot, ha bisogno di fare profit 50% di volte. Ciò significa che il mio studente deve chiamare almeno con il 50% del suo range.

Se il suo range contiene coppie decenti e quads, forse con J-J è giustificabile il fold. Se il suo range contiene ace-highs, foldare J-J sarebbe invece troppo tight. Soprattutto contro giocatori forti, pensate bene al vostro range e giocate in modo da metter in difficoltà l’avversario. Non giocate in un modo che permetta al vostro avversario di vincere ogni volta che mostrate debolezza“.

L’articolo A lezione dal coach Jonathan Little: “Non fatevi outplayare ogni volta che mostrate debolezza” sembra essere il primo su Italiapokerclub.

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