Dan Ott e un reshove con K9o tra coraggio e follia: la mano che poteva riscrivere il finale del Main Event

Il momento dell’allin a tre in cui possiamo apprezzare il gesto di disappunto di Pollak alla vista della mano di Ott

Per qualche lunghissimo istante, c’è stato qualcuno che ha sudato freddo: i manager delle WSOP e quelli dei media partner ESPN e PokerGo. Il Main Event delle WSOP 2017 si sarebbe potuto concludere senza heads up, con una clamorosa doppia eliminazione, se l’AQ di Scott Blumstein avesse retto contro i QT di Ben Pollak e i K9 di Dan Ott.

Un K al flop ha poi consegnato un virtuale triple up ad Ott, buttando fuori un incredulo Pollak. La mano non è infatti solo insolita perchè stava per laureare un campione WSOP senza testa a testa finale, ma anche sotto il profilo strettamente tecnico.

La mano

Siamo alla mano numero 181, che si gioca nel livello 42: 1.200.000/2.400.000 ante 400.000. Da bottone, Ben Pollak va direttamente allin per 35,2 milioni, che equivalgono a poco meno di 15 big blinds, con **fq* **q0*. Sul piccolo buio c’è Dan Ott, che dopo breve riflessione reshova mandando i suoi 45,8 milioni (19 bb) con **fk* **q9*. Scott Blumstein si sveglia con **ca* **pq* e non può che fare call, anche visto lo stack da circa 280 milioni.

Un board liscio consegnerebbe torneo, braccialetto e 8.150.000$ a Blumstein, ma invece le 5 carte comuni recitano **qk* **pj* **q3* **f4* **p6*. Il risultato è che Ott quasi triplica a 128 milioni, mentre Pollak esce dal torneo per un premio da 3.5 milioni di dollari.

La smorfia del francese alla vista della mano di Ott (foto sopra) la dice tutta, su cosa ci sia di apparentemente anomalo nella circostanza. Il reshove con K9o è una mossa sicuramente coraggiosa, ma è anche corretta?

Ott in attesa del river, con Pollak sullo sfondo insieme ai suoi tifosi

Reshove K9o: i pareri di Curcio, Guerra e Savinelli

Abbiamo sentito al volo tre pro di altissimo profilo come Luigi  Curcio, Cristiano Guerra e Carlo Savinelli, i primi due presenti a Vegas per lunghi tratti delle WSOP e il secondo assente per la prima volta dopo qualche anno.

Luigi Curcio

Il verdetto, però, è simile. “Non scherziamo, io qui foldo sempre. Ogni scalino di payout qui sposta moltissimo e non mi pare il caso di prendersi uno spot così marginale”, esordisce Luigi Curcio. Il calabrese è piuttosto critico con il final table di Ott: “A parte questo spot, gli ho visto fare qualche altro spot molto brutto nel corso del day 1”.

Cristiano Guerra

“Se Pollak shovasse un range “corretto”, allora il call ci potrebbe anche stare, ma non ne sono così certo. Credo che il bottom lì sia più KJ”. Cristiano Guerra concorda con il collega e poi spiega “In una dinamica standard tra reg che shovano i range giusti e si conoscono, ci potrebbe forse stare. Ma questo spot esula da qualsiasi dinamica standard…”

Carlo Savinelli

Anche Carlo Savinelli esordisce ammettendo “Io credo di foldare sempre. Il bottom range con cui non si perdono soldi qui credo sia KJ. Con 19x e oppo a 14x non posso credere che non ci siano spot migliori di questo, che rimane un marginale”.

Il pro campano evidenzia un altro elemento che potrebbe aver contribuito a indurre Ott al reshove: “Non ho guardato il final table con attenzione, ma la condizione di Pollak era piuttosto scomoda, essendo 14x con il fanta-chipleader in small blind sul suo big blind. Questo potrebbe indurre il francese a una frequenza di push leggermente maggiore da bottone, e in quest’ottica il reshove K9o è meno brutto.  Per me è comunque troppo marginale, ma si sa che io sono un noto tombino…”

L’amarezza di Ben Pollak e della sua “curva”

Dan Ott e il tanking “sbagliato”

Un ultimo aspetto curioso riguarda il confronto con l’ultima mano del torneo. Nello spot che abbiamo preso in considerazione, a Dan Ott basta un minuto per decidere il suo re-raise allin con K9o.

Nell’ultima mano, invece, il canadese si è preso molto più tempo per una decisione in apparenza più semplice. In questo caso Blumstein aveva limpato, Ott aveva aperto a 8 milioni con uno stack di 60 e **qa* **q8* in mano, e Scott lo aveva messo allin. In questo caso, Dan Ott impiega circa 2 minuti e mezzo per decidere se mettere gli altri 52 milioni. Alla fine lo fa, e sarà anche sfortunato.

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