Ott, che combini? Ecco come lascia più di mezzo stack a Blumstein, 7 left al Main Event

Dan Ott, qui dopo essersi infilato da solo in un pessimo spot

Abbiamo già visto come Scott Blumstein sia arrivato ad alzare al cielo il braccialetto di vincitore del Main Event WSOP 2017. Un titolo meritatissimo e praticamente mai in discussione per tutto l’arco del tavolo finale, figlio di talento e run del neo-campione ma anche di alcuni “regali” da parte di alcuni avversari. Tra questi c’è proprio Dan Ott, che con una mossa piuttosto criticata si era guadagnato l’heads up finale, eliminando Ben Pollak.

La mano

Preflop

Siamo 7 left, durante il livello 600.000/1.200.000 ante 200.000. Ott apre da UTG a 2,7 milioni, con uno stack totale di 37,5 milioni e in mano **f9* **f8*. Su hi-jack c’è Scott Blumstein che ha già incrementato lo stack fino a 157 milioni, dai 97 milioni con cui aveva iniziato il tavolo finale da strachipleader. Scott decide di 3-bettare fino a 6,6 milioni con **pq* **q0*.
Dopo il fold di cutoff, bottone e blinds la parola torna a Dan Ott, che ci pensa qualche istante prima di chiamare.

Flop

Il flop è **q8* **c2* **f4*, Ott fa check e Blumstein spara la sua continuation bet a 4,5 milioni. Dan chiama, rimanendo con 23,4 milioni quando nel piatto ce ne sono già 25 abbondanti.

Turn

Il copione si ripete al turn **fa*, in cui Ott fa check-call al secondo proiettile del chipleader, che stavolta “pesa” 7 milioni.

River

Scende una **cq* che potremmo definire un river “severo ma giusto”.
Blumstein passa infatti in vantaggio e, dopo il check di Ott, va direttamente allin. Ott ha davanti appena 16,4 milioni, il piatto è di quasi 40 milioni e il canadese vi ha investito più di mezzo stack.
Dan si prende qualche istante di riflessione, prima di foldare mettendo fine a una mano oggettivamente brutta. Un colpo che poteva compromettere seriamente le sue chance di vittoria, a causa di una linea piuttosto poco ortodossa.

30bb da gestire meglio

Già il call fuori posizione alla 3-bet preflop è inusuale visto lo stack suo (30 big blinds), quello dell’avversario (oltre 130). Di conseguenza, viste le condizioni di partenza, appaiono improbabili anche i check-call su flop e turn: due strade che dissanguano lo stack del canadese, giunto al river con poco più del 40% del pot. Qui Ott si mette alla totale mercè del suo avversario, che ha evidentemente carpito la sua debolezza.

Blumstein, pronto a raccogliere lquanto seminato

Curcio: “la cosa peggiore? Averlo fatto in presenza di due short”

Abbiamo sentito a tal proposito Luigi Curcio che conferma le nostre impressioni ma individua in un altro elemento l’errore più grave: “Confesso di essere in seria difficoltà a individuare la parte della mano di Ott che mi piace di meno, mi sembra tutto davvero troppo a caso”, ammette il top player calabrese, che poi conclude “Guardando bene, penso che la cosa peggiore di questa mano sia la presenza di due short al tavolo come Salas e Saout, che avevano rispettivamente 13 e 12 bui e dovevano suggerire a Ott una maggiore cura delle proprie chips”.

Curcio ne fa dunque una questione primariamente di stack management, capacità che nella circostanza è totalmente mancata al canadese, ma anche di ICM.

Fra la settima e la terza posizione, occupata in quel momento da Dan Ott, ballavano più di 2 milioni di dollari. Scalini pesanti, che spostano annate o anche carriere, nel caso di un grinder finora poco avvezzo al live come Ott. Scalini che non dovrebbero rendere così dura buttare via 98 suited, sulla 3bet di un avversario chipleader e anche in posizione su di noi.

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