Vivere di poker nella Venezuela in fiamme: “Se vinci $100 al mese sei ricco, con gli Spin guadagno più di un dottore”

Il poker online può essere un semplice gioco, ma anche una preziosa occasione di riscatto nei confronti di una vita ingiusta. Per chi cresce in zone colpite da gravi crisi finanziarie, dove il potere di acquisto è quasi nullo e la società è perennemente sull’orlo di un collasso economico e sociale, una connessione a internet può rappresentare l’unico strumento per costruirsi un futuro.

Abbiamo già raccontato vicende che dimostrano quanto il poker online possa cambiare la vita di chi ha la giusta determinazione per diventare un professionista. Uno dei casi più eclatanti è quello di Laszlo “Omaha4Rollz” Bujtas, un ragazzo cresciuto in una delle zone più povere dell’Ungheria che è riuscito, grazie alle sue abilità con le carte, a vincere centinaia di migliaia di dollari online, costruirsi una vita da vero baller e diventare l’idolo di migliaia di giovani connazionali.

C’è un professionista che ha una storia ancora più incredibile. Si chiama Victor “Squad77” Castellanos, ed è un grinder che ha deciso (per ora) di non abbandonare il suo paese nonostante sia attualmente uno dei più rischiosi al mondo: il Venezuela.

La crisi venezuelana

Chi ha seguito le vicende del paese sudamericano sa bene quanto sia delicata la situazione interna, tanto dal punto di vista finanziario, quanto dal punto di vista sociale. Alla base di tutto c’è la crisi del petrolio iniziata nel 2007: con il crollo del prezzo del greggio (dovuto allo sviluppo di nuove tecnologie di estrazione ed elaborazione in altre parti del mondo), si è passati da $100 a barile a $50 a barile.

Considerando che gran parte degli introiti statali erano legati al petrolio, il Venezuela è stato colpito da una crisi senza precedenti. Ci sono state due forti recessioni tra il 2014 e il 2017, che hanno causato un’inflazione del 700% (la più alta del secolo) e ovviamente hanno portato a inevitabili rivolte sociali.

Quando c’è una totale svalutazione della moneta locale, i beni di prima necessità diventano irreperibili per la mancanza di denaro con cui acquistarli. Attualmente in Venezuela è un’impresa comprare cibo e medicinali, una situazione che ha spinto il popolo a manifestare in piazza contro il governo Maduro. Da settimane è in corso uno scontro sanguinoso tra manifestanti ed esercito.

È chiaro che in questa situazione sia quasi impensabile giocare a poker professionalmente. Eppure c’è chi ha scelto di continuare a farlo per guadagnarsi da vivere, nonostante una tensione sempre più grande nelle strade del paese.

Attualmente, Victor “Squad77” Castellanos è uno dei pochissimi grinder venezuelani che non si sono ancora trasferiti all’estero. In un’intervista per Pokerstrategy.com ha spiegato cosa significa essere un poker pro in un paese in fiamme.

Il tasso di conversione e i rischi

È davvero difficile riuscire a spiegare cosa sta succedendo in Venezuela“, ha esordito. “Il governo sta dicendo al mondo che gli Stati Uniti sono responsabili di questa crisi economica, la più grande nella storia del nostro paese. Ma questa è solo una scusa per coprire gli errori che hanno commesso”.

Castellanos spiega quanto sia forte l’inflazione nel paese attraverso il tasso di conversione tra il bolivar e il dollaro americano:

“Da quando è morto Chavez nel 2013, il mercato nero dei dollari (che è l’unica moneta che ti permette di comprare qualsiasi cosa in Venezuela) è passato da 20 bolivar per dollaro fino a 8.000 bolivar per dollaro“.

In una situazione così tragica, “Squad77” ha deciso di restare nel suo paese e continuare a grindare. Una scelta che comporta enormi rischi.

“Un tempo in Venezuela tutti si aiutavano a vicenda, ma oggi non è più così: la gente fatica a trovare qualcosa da mangiare ogni giorno. Stiamo tutti perdendo peso, è la cosiddetta “dieta Maduro”. È difficile trovare le medicine ed è anche un’impresa tornare a casa sani e salvi, soprattutto per chi, come me, vive nella città più pericolosa del continente: Caracas“.

Diventare ricchi con i freeroll e i microlimiti

Se vincente, un giocatore di poker è automaticamente ricco in Venezuela. Il motivo è presto detto: con la svalutazione totale del bolivar, anche pochi dollari rappresentano la possibilità di acquistare grandi quantità di cibo, medicinali e oggetti.

“Se non sei un buon giocatore, non è una buona idea giocare a poker”, ha dichiarato “Squad77”. “Ma se riesci a racimolare qualche dollaro su una poker room, magari addirittura con i freeroll o attraverso le promo, è un’opzione che può cambiarti la vita“.

Considerando che un dollaro si può vendere al mercato nero per quasi 10.000 bolivar, vincere una cifra irrisoria come $100 al mese vuol dire essere una persona nettamente più ricca della media.

“Essere un regular degli Spin&Go da $30 è qualcosa di molto importante in Venezuela, non dico come essere Viktor Blom nel resto del mondo, ma quasi“, ha ammesso Castellanos. “Qui lo stipendio medio mensile è di $12. Per me tutto questo è molto triste, perché grindando gli Spin da $30 guadagno più di dottori, insegnanti e ingegneri, persone fondamentali in una società”.

Lui stesso era un insegnante fino a poco tempo fa, professione che ha abbandonato perché con il poker online vinceva 10 volte di più, pur giocando a limiti bassi.

Non molto tempo fa giocavo per vincere un dollaro al giorno, oggi ho uno spending giornaliero di $2.000. È pura follia nel mio paese. Una volta vedevo il poker come un semplice divertimento, ma oggi è il mio lavoro e lo prendo molto seriamente, perché con il poker mantengo la mia famiglia”.

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La scalata di Squid77

Come detto, prima di dedicarsi full time al poker, Victor era un insegnante. Poi ha scoperto gli Spin&Go su Pokerstars e ha iniziato a grindarli dal livello più basso in assoluto: i $0.25. Da lì è riuscito a salire in breve tempo fino a diventare un regular dei $30. Il suo obiettivo, ora, è di salire ulteriormente.

“Per quanto riguarda il poker, voglio provare ad arrivare stabilmente ai $100 e diventare un top reg del livello. Dovrò studiare tantissimo per riuscirci. Per quanto riguarda la mia vita, invece, ora sto iniziando a considerare l’idea di trasferirmi in un altro paese“.

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