Stefania Gander, passione “vagabonda” per il poker: “Il segreto? La curiosità. Ecco come ho vinto alle Microseries”

Stefania Gander alias “vagabonda69”

Quattro ore abbondanti per lasciarsi alle spalle 2048 avversari. Quattro ore abbondanti per incassare 1.216€, avendone spesi solo 5. L’event #27 delle Microseries di PokerStars.it porta alla ribalta un bel personaggio, noto online come “Vagabonda69” ma che risponde al nome di Stefania Gander.

La giocatrice meranese si è da tempo messa in evidenza vincendo diversi tornei a buy-in medio e medio basso, spesso mattutini e pomeridiani, ma questo successo nelle Microseries ci fornisce l’assist per conoscerla meglio.

Allora, ormai questa Vagabonda si è ritagliata un posticino nel poker online italiano. Tante piccole e medie vittorie e ora un evento Microseries in bacheca. Non male, per una donna che non vive di poker, o almeno non solo…

In effetti un evento Microseries in bacheca, per chi gioca abi medio/basso come me, fa curriculum ?
Scherzi a parte, da sempre considero questo gioco come un vero e proprio sport mentale e, non vivendo di questo, posso permettermi di mettere l’aspetto agonistico in primo piano rispetto a quello economico. Pertanto sì, vincere un evento microseries è una bella soddisfazione!

Il payout del “mini” tavolo finale vinto da Stefania

Dunque non vivi di poker, ma?

Nella vita sono un’imprenditrice e, anche se ho scoperto il poker (all’italiana) oltre 30 anni fa, riesco ancora a divertirmi e – ogni tanto – pure a vincere.

Fai parte di due categorie non considerate d’elite, per il gioco del poker, sicuramente anche per ragioni preconcette: alludo al fatto di essere donna e a quello di non avere più 20 anni. Eppure, sia a livello di volumi di gioco che di risultati, sembri sempre un vulcano pronto all’eruzione. La scarsa considerazione di cui le donne godono nella vulgata maschile ti è stata in qualche modo d’aiuto?

Non credo che questi aspetti siano in qualche modo d’aiuto, se non nel senso di dare uno stimolo a migliorarsi sempre più. La considerazione delle donne in un settore maschile è un problema culturale che esula dal poker e, francamente, ho talmente poca considerazione di chi opera queste discriminazioni, da non curarmene proprio.

Per quanto riguarda l’aspetto anagrafico, qualcuno sostiene che sentirsi giovani sia un modo per invecchiare più lentamente. Al di là delle doti naturali, tu hai qualche segreto per mantenere sempre la mente iper-pronta e allenata, poker a parte?

Penso che la mia curiosità sia il “segreto”. Una curiosità naturale e positiva, che mi porta ad avere molteplici interessi e a non fossilizzarmi su pochi e limitati aspetti della vita in generale. Adoro viaggiare, esplorare, e credo non ci sia modo migliore per restare allenati con la mente.
Poi certo, il fatto di non avere più 20 anni si sente quando fai le quattro del mattino e alle otto devi essere operativa, ma è importante anche riconoscere i propri limiti per poterli poi affrontare e gestire al meglio.

Stefania impegnata in un tavolo live

Sei anche parte integrante del più grande gruppo Facebook dedicato al giochino, “Sei pokerista se…”. Questa “notorietà” la senti come uno stimolo?

È uno stimolo perché, in fin dei conti, il motivo principale per cui voglio vincere un torneo è per poterlo braggare nel gruppo ?
Fondamentalmente trovo stimolante qualsiasi cosa mi diverta, e questo spazio di “notorietà” in “Sei pokerista se…” fa parte del divertimento.

E la approvazione/disapprovazione da parte dei reg, è qualcosa che ti interessa o non te ne frega niente?

Non cerco l’approvazione di nessuno. Mi piace confrontarmi, quello sì, e ci sono opinioni di parecchi reg che tengo nella giusta considerazione, così come apprezzo loro come persone. La disapprovazione da parte di altri reg, invece, mi fa sorridere. Io ho la consapevolezza di non essere al livello di chi gioca per professione, ed è giusto che sia così. Ricordo ancora due episodi con due top reg, in cui mi hanno letteralmente “perculata” in game per due giocate: un fold mio preflop con AK e un altro fold in bvb. Ho rivisto quelle due mani meticolosamente, e ho fatto mie quelle determinate mosse con cui mi hanno fatto passare la mano migliore. Ho imparato di più da due sfottò, di quanto avrei potuto fare in qualche ora di coaching. A questo punto spero che mi disapprovino più spesso…

L’evento che hai vinto era un 4max, modalità che costringe a un gioco molto loose. Tu ti trovi meglio short-handed, o preferisci sempre il full ring?

Adoro i 6 max! I 4 max sono più estremi, ma il gioco è senz’altro più “spettacolare” e per certi versi più divertente. Poi non possiamo nasconderci: per vincere un 4 max turbo con oltre 2.000 giocatori bisogna runnare in braccio a qualche divinità ?

Il grafico “overall” di Stefania Gander nei tornei online

Nel tuo processo di maturazione come poker player, da 1 a 10 in che fase pensi di trovarti?

Credo di essere a 7, consapevole che posso ancora migliorare ed arrivare ad 8, ma oltre, se non lo si fa di professione, diventa difficile andare. Da amatori spesso bisogna scegliere tra fare hand review o giocare, il tempo a disposizione non è infinito. Ovviamente bisogna sempre restare al passo con un gioco in continua evoluzione, ma so che per fare un salto di qualità avrei bisogno di investire maggiormente in questo gioco. Ma visto che sono una semi-reg che gioca da un portatile, con schermo da 15 pollici, senza mouse, generalmente sdraiata sul divano o seduta in balcone, direi che 7 è già un buon traguardo.

Con il poker ti sei tolta già qualche sfizio? E quali sono i tuoi obiettivi?

I soldi che arrivano dal poker vengono tutti investiti in vacanze, cene e altri sfizi. Una piccola parte va a sostenere il bankroll, ma davvero poco. Tengo strettamente separati i soldi del gioco da quelli della vita quotidiana, che sostengo col lavoro. Quindi il poker porta qualche extra, che è sempre il benvenuto in casa.
L’obiettivo principale per il futuro è quello di continuare a divertirmi e, possibilmente, a vincere migliorando sempre più. E aspetto con ansia la liquidità condivisa: dal punto di vista prettamente sportivo, abbiamo solo da guadagnarci.

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