Donal Trump vuole una licenza a Macao: nuovo casinò in arrivo per il Presidente USA?

Dopo l’esperienza con alterne fortunead Atlantic City, Donald Trump pensa di rientrare nel mercato dei casinò e, secondo quanto riferisce CNNMoney, la sua società DTTM Operations LLC  sta sviluppando quattro nuovi trademarks da registrare a Macao.

Il gruppo dell’attuale inquilino della Casa Bianca sonda il terreno per un investimento mirato nel gambling asiatico: dal 2020 al 2022 saranno rinnovate le licenze a Macao agli operatori già attivi e la compagnia di Trump valuta se ci sono spazi per nuovi ingressi nel mercato.

Donald Trump

Un’ipotesi non semplice da percorrere, se solo pensiamo alle resistenze di concorrenti influenti come Steve Wynn e Sheldon Adelson (che hanno finanziato la sua campagna elettorale). Molto probabilmente saranno determinanti i fragili equilibri all’interno del Partito Repubblicano ma anche i delicati rapporti tra Pechino e Washington.

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Conflitto di interessi

Esiste inoltre un potenziale conflitto di interessi? Trump sta trattando con la Cina “problemi” macroeconomici particolarmente delicati (ha basato gran parte della sua campagna elettorale sul protezionismo americano).

E c’è anche una questione che rischia di diventare esplosiva con Pechino: la questione nord coreana che potrebbe trascinare l’Asia in un nuovo conflitto con la Cina coinvolta in prima fila, considerando l’alleanza militare (e non solo) con Pyongyang. Il governo cinese ha già bloccato (con l’appoggio della Russia) diverse risoluzioni proposte da Trump presso il Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro la dittatura nord coreana e la minaccia nucleare.

Insomma, rimangono parecchi discorsi in sospeso tra la Cina e la famiglia Trump chissà se alla fine si aprirà uno spiraglio per Macao. A giudicare dalle informazioni della CNN, sembrerebbe proprio di si.

 

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Macao: gli assalti falliti nel 1993 e 2001…

Nel frattempo, il gruppo è passato sotto la direzione dei due figli mentre il presidente ha giurato che non si occuperà di affari per tutta la sua permanenza alla Casa Bianca. Difficile poter credere ad uno scenario del genere, anche perché Trump ha provato (invano) ad acquistare una licenza a Macao già nel 2001. E’ un mercato che gli interessa.

Già nel 1993 (ci risulta da nostre fonti) si recò nell’ex colonia portoghese per incontrare l’allora monopolista Stanley Ho, per sondare il terreno di una possibile partnership tra il suo Trump Taj Mahal di Atlantic City e i numerosi casinò del magnate di Macao (con legami dubbi con Hong Kong).

Trump ha posseduto due casinò ad Atlantic City ed è proprietario di un hotel di lusso a Las Vegas, ma non ha una licenza per il gambling (per problemi politici in Nevada o per una chiara strategia elettorale?). Possiede inoltre un network per il poker online in New Jersey, in società con 888Poker.

Dopo un anno e mezzo di relativa crisi, il mercato del gioco a Macao è tornato a crescere ad un ritmo impressionante: nel mese di luglio le revenues registrate per i casinò sono arrivate a quota 2,86 miliardi di dollari americani, più di quanto incassano le sale da gioco in New Jersey in un anno intero. E Trump lo sa perfettamente…

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