Jonas Gjelstad, il pro che ha scommesso 41 milioni di dollari in un anno, incassando $1.200.000

Diventare un professionista delle scommesse è possibile, anche se non è assolutamente facile. Per riuscire a vivere di betting è necessario un grande autocontrollo, una strategia ben definita e una conoscenza dettagliata tanto dello sport su cui si va a puntare, quanto del modo in cui funzionano le quote.

Contrariamente al poker, nel betting si sfida un colosso (il bookmaker) che propone quote elaborate da team di esperti supportati da avanzati strumenti di analisi.

Ciononostante, c’è chi ha scelto di rinunciare a una carriera ben avviata nel poker per fare delle scommesse il proprio lavoro. Parliamo di Jonas Gjelstad, un ex poker player che non ha solamente compiuto una transizione vincente nel betting, ma è anche diventato uno degli scommettitori high stakes più vincenti al mondo.

Avevamo già raccontato la sua storia a grandi linee in un precedente articolo, riprendendo il suo stesso video di presentazione postato su YouTube. Recentemente, Jonas è stato intervistato da NKR, il canale televisivo più importante della Norvegia. In questa occasione è andato più in profondità sulla sua professione e sul percorso che lo ha portato ad essere un top player del betting.

Jonas Gjelstad, da anonimo poker pro a fenomeno del betting

Jonas è stato intervistato a Bayswater, uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Oggi il professionista norvegese vive qui, a pochi metri dalle case di Sting e Keira Knightley, circondato dal lusso della capitale inglese. Al centro del quartiere c’è un parco privato, le cui chiavi sono consegnate solo ai residenti, ed è lì che passa del tempo per rilassarsi quando stacca dal computer.

Se Jonas può permettersi di vivere in questo modo è grazie al betting, ma è lui il primo a sottolineare che non è un gioco da ragazzi. Al contrario, il percorso che lo ha portato ad essere un 26enne milionario è stato pieno di ostacoli e difficoltà.

Vivere di poker in Thailandia

Jonas è nato e cresciuto in Norvegia, ma dopo il diploma, a 19 anni, ha dato fin da subito una netta direzione alla sua vita.

“Non volevo diventare un ingegnere e lavorare gli altri”, ha spiegato. “Non mi interessava avere lo stipendio fisso, sposarmi e comprare una station wagon prima ancora di compiere 30 anni. Mi sembrava più entusiasmante provare a seguire la mia personale strada. Il gambling lo rende possibile, se lo fai nel modo giusto“.

Subito dopo essersi diplomato, Jonas si è trasferito a vivere in Thailandia. Approfittando del costo della vita molto basso del paese del Sud-Est Asiatico, ha affittato una casa e si è messo a grindare online giorno e notte.

Dopo un anno aveva accumulato un bankroll di decine di migliaia di euro, sufficiente per continuare la sua carriera in patria.

Dal poker al betting

Dopo essere rientrato in Norvegia, Jonas ha progressivamente abbandonato il poker per tentare la strada del betting. Era consapevole che vincere con le scommesse fosse più difficile, ma ha comunque deciso di provarci perché era una prospettiva di vita migliore sul lungo periodo.

Jonas si è mosso fin dall’inizio inseguendo le value bets, ovvero prendendo le quote sbagliate dai bookmakers. In poco tempo è riuscito a far crescere esponenzialmente il suo bankroll (costruito con il poker). Poi ha scoperto con rammarico che non avrebbe mai potuto fare lo scommettitore professionista in Norvegia.

Dopo un paio di settimane ero già bannato su Betsson, Unibet, Bet365, Nordicbet e praticamente tutti gli altri bookmaker presenti in Norvegia“, ricorda oggi. “Mi sono arrabbiato. Sapevo che era successo ad altri, ma a me è successo molto più in fretta di quanto credessi”.

Molti book hanno iniziato a limitare le sue puntate ad appena €10. Lui, abituato a puntarne più di €1.000 per volta, si è ritrovato con le spalle al muro: l’unica soluzione era trasferirsi in un paese dove si potesse giocare sui bookmaker asiatici, rinomati per l’enorme liquidità e un atteggiamento più permissivo verso i giocatori largamente vincenti.

L’appartamento a Londra con Felix Stephensen

Jonas si trasferisce quindi a Londra, dove si ritrova coinquilino di Felix Stephensen, proprio nell’annata in cui quest’ultimo vinse 5.2 milioni di dollari chiudendo da runner-up nel Main Event WSOP.

Il 2014 fu anche l’anno in cui Jonas iniziò la sua scalata nel betting. Partendo con un bankroll di $12.800, riuscì nel giro di un anno a vincere 1.2 milioni di dollari.

Una cifra pazzesca, ottenuta con una gestione del bankroll super aggressiva nei primi mesi di attività, necessaria per seguire la sua strategia.

La strategia di Jonas Gjelstad

Il volume di gioco

Jonas non insegue un ROI alto, ma preferisce essere leggermente vincente e fare un volume di gioco enorme.

Ogni singolo mese effettua migliaia di scommesse, anche più di 2.000 (vuol dire piazzare in media 66 bet al giorno). Gioca su tutti gli sport, prediligendo il calcio e la NFL. E soprattutto gioca cifre importanti, fuori dalla portata dello scommettitore medio: mai meno di €1.000, spesso più di €3.000.

Sbirciando la lista delle sue scommesse che si intravede nel video su YouTube, si può notare che nel novembre del 2015 ha effettuato 3.514 scommesse puntando complessivamente $6.050.056. Avete letto bene: sei milioni di dollari puntati in un mese.

Grazie a questa massa, Jonas non si deve preoccupare di avere un ROI particolarmente alto per vincere milioni di dollari. È lo stesso discorso che si faceva un tempo per i grinder dei Sit&Go: avere il ROI dell’1% può sembrare poco, ma quando hai un volume di gioco di un milione di euro al mese, quell’1% si trasforma in un profitto di €10.000.

Con il betting, Jonas ha mantenuto un ROI del 3.4% dal settembre 2014 all’agosto 2016. In questo lasso temporale ha giocato 32.617 scommesse per un totale di 41.9 milioni di dollari puntati. La sua scommessa media era di $1.285 e il suo profitto finale di $1.294.988.

L’andamento di Jonas nel betting

Le value bet

Come accennato in precedenza, Jonas non fa altro che monitorare ogni giorno decine di migliaia di quote alla ricerca delle value bet. Quando le trova, punta immediatamente. Ovviamente utilizza degli strumenti tecnologici che fanno il lavoro al suo posto, ma il suo giudizio è sempre alla base di tutto.

Oggi ci sono ottime quote sul campionato dell’Azerbaijan“, dice al giornalista che lo sta intervistando mentre sta smanettando al computer. “Ma non giocherò nulla, perché hanno limiti troppo bassi, di circa $170. E in più è molto difficile trovare informazioni su questi campionati”.

Le value bet sono un concetto fondamentale per chiunque voglia vincere alle scommesse. Senza delle buone quote, infatti, è impossibile vincere sul lungo periodo.

Cosa aspetti a registrarti su Lottomatica? In ESCLUSIVA per tutti i lettori di Assopoker, pronto un bonus di 30 euro! Usa il codice Super30!

multiprodotto_300x250_ita

I 3 consigli di Jonas Gjelstad

Massa e value bet: questi sono i punti cardine della strategia di Jonas Gjelstad per battere i bookmakers. Un altro aspetto particolare della sua attività è che preferisce puntare sulle sfavorite, perché è qui che mediamente c’è più valore.

Infine, Jonas fornisce 3 consigli per approcciare professionalmente il betting e vincere sul long term:

  1. Trova sempre le quote migliori! Controlla tutti i bookmaker a disposizione prima di puntare.
  2. Fai attenzione a tutto e rimani aggiornato. Dovresti sempre puntare prima che le quote calino.
  3. Gioca solo le singole. Non giocare le multiple (ne avevamo parlato anche noi qua, ndr)

The post Jonas Gjelstad, il pro che ha scommesso 41 milioni di dollari in un anno, incassando $1.200.000 appeared first on Assopoker.

CONTINUA A LEGGERE

Lascia un commento