Quan Zhou, il bubble-man del Main Event WSOP: “Ho provato a bluffare Kitai in overbet, ma non ha funzionato”

Il Main Event WSOP è il torneo di poker più prestigioso al mondo. Indipendentemente dalla grandezza del proprio bankroll, giocare questo MTT da $10.000 di buy-in è il sogno di qualsiasi appassionato di Texas Hold’em.

Per alcuni è un punto di arrivo, per altri è un punto di partenza. Una cosa è certa: nel Main Event tutti vogliono fare bene e arrivare il più lontano possibile.

Proprio per questo motivo, la bolla del Main Event WSOP è storicamente una delle più lente in assoluto.

Quando mancano poche eliminazioni ai premi, il gioco rallenta drasticamente e tantissimi giocatori presenti in sala iniziano a tankare, ovvero impiegano molto più tempo del dovuto per fare action. La loro speranza è che qualcuno venga eliminato prima di loro, in maniera tale da intascare almeno il premio minimo (solitamente di $15.000).

Va però detto che questo modo di ragionare è tipico dei giocatori amatoriali. I professionisti, al contrario, vedono nella fase della bolla una grande opportunità: quella di sfruttare la paura degli avversari per accumulare il maggior numero di chips.

Quan Zhou (courtesy Long Guan/Pokerstars)

Più volte abbiamo assistito a giocate da bullo in piena bolla, ma ciò che ha fatto il professionista cinese Quan Zhou è sicuramente memorabile: mentre tutti aspettavano con ansia di andare a premio, lui ha deciso di giocarsi tutto il torneo tentando un super bluff in overbet. Ha analizzato la mano della sua eliminazione ai microfoni di Pokernews.com, durante una pausa del Super High Roller da €50.000 del Pokerstars Championship di Barcellona.

Uscire in bluff in piena bolla del Main Event WSOP

PREFLOP

Siamo al Day 3 del Main Event WSOP 2017. Ci sono 1.085 players left e 1.084 posti a premio.

Sui blinds 3.000-6.000 con ante 1.000, il fortissimo professionista belga Davidi Kitai apre il gioco a 14.000 da UTG. In quel momento il regular del Big Game asiatico Zuan Zhou si trova in middle position con **qa* **q9* e decide di 3-bettare a 32.000 chips.

Kitai stava aprendo tantissimo durante la bolla“, spiega Zhou, che gira il mondo per giocare tornei high roller ed è abituato a competere per cifre importanti. “Penso che nella fase della bolla aprisse il 90% delle mani. Giocava davvero tutte le mani, per questo motivo pensavo che potesse non avere un buon punto”.

Fatta questa premessa, Zhou ha deciso di provare a rubare il piatto preflop. In caso contrario avrebbe potuto comunque giocare in posizione con una mano di discreto valore.

“Kitai ha aperto con un mini-raise, praticamente. Nessuno lo contrastava in alcun modo, quindi ho pensato che dovessi fare qualcosa. Penso di avere parecchia fold equity in quello spot, perché il suo opening range era molto largo”.

Davidi Kitai

FLOP

Kitai chiama la 3-bet e si giunge quindi sul flop **q0* **fj* **c0*. Qua si assiste al doppio check, che fa pensare a un rallentamento dell’action.

“In questi spot faccio check dietro anche con mani molto forti“, spiega il pro cinese. “Faccio check anche con un dieci su questo flop, e un dieci è sicuramente nel mio range. Se punto su tre street lui pagherà molte volte, ma qua il board è pericoloso. Meglio checkare”.

TURN

Sul turn viene girato un **c7*. Nel piatto ci sono 82.000 chips e Kitai esce in puntata per 27.000.

“Pensavo che se avesse avuto un 10 avrebbe puntato più forte, oppure avrebbe tentato il check/raise”, dichiara Zhou per giustificare la sua mossa successiva: il raise.

Di fronte alle 27.000 chips messe in mezzo dal belga, Zhou alza la posta a 70.000. Kitai non ci mette molto a chiamare, portando il piatto a 222.000 gettoni.

 

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RIVER

Al river compare un **ck* che completa il board. Zhou pensa per pochi secondi al da farsi. Alla fine decide di giocarsi tutte le chips in piena bolla e in pieno bluff, per di più con una overbet. Infatti, dopo il check di Kitai va all-in per 62 big blind sul pot da 37 big blind.

Purtroppo per lui, Davidi Kitai snapcalla. Il dealer chiama il tournament director Jack Effel, che a sua volta fa arrivare le telecamere al tavolo. Quan Zhou deve quindi aspettare per almeno cinque minuti prima di girare le carte, con la consapevolezza di essere già stato eliminato. Un vero e proprio supplizio, che si conclude quando Effel dà il via libera a mostrare le hole cards.

Zhou gira il suo bluff con A-high, mentre Kitai mostra un fullhouse chiuso al river grazie a **pk* **qk*. Il belga avrebbe chiamato il push dell’avversario al river anche senza centrare il Re al river? Una domanda che resterà senza risposta…

Quan Zhou al Pokerstars Championship di Barcellona (courtesy Neil Stoddart/Pokerstars)

“I soldi non mi interessano”

“Ho pensato tanto alla mano”, ha dichiarato Zhou. “Penso di aver commesso un piccolo errore. Anche se eravamo in piena bolla e Kitai stava aprendo tutte le mani, avrei dovuto puntare più piccolo. Io ho overbettato, ma penso che una puntata più piccola sarebbe stato meglio. Ho commesso un errore e me ne pento“.

Tuttavia, il professionista cinese mette in chiaro che il suo dispiacere è legato solo ed esclusivamente all’errore. Dei soldi in ballo, della bolla e del prestigio del Main Event gli interessa ben poco.

“Quando mi ha snapcallato ero un po’ sotto shock, perché non mi era mai successo niente di simile. A me dei soldi non importava niente, però mi dispiaceva molto di aver commesso un errore”.

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