Rivoluzione a Campione d’Italia: si va verso la privatizzazione, lascia Pagan. In sala colpo da 144mila franchi

E’ rivoluzione al Casinò di Campione d’Italia: ha lasciato l’amministratore unico Carlo Pagan, ritenuto uno de massimi esperti nel settore (aveva già diretto il Casinò di Venezia prima dei sette anni nell’enclave italiana in Svizzera) e una risorsa importante per l’industria del gambling continentale: è vice presidente dell’European casinò association.

La poker room gremita di Campione d’Italia, punto di riferimento del live italiano

Cambio ai vertici dopo 7 anni

La nuova giunta comunale ha nominato ai vertici della sala, l’industriale  Marco Ambrosini (direttore del polo espositivo di Villa Erba di Cernobbio) come D.G. mentre l’amministratore sarà Roberto Rallo, avvocato comasco.

“Lascio – afferma Pagan – il Casinò di Campione in posizione di leadership di mercato, con un fatturato sostanzialmente stabile dal 2012”.

La sua uscita di scena era data per scontata considerando che il neo sindaco Robero Salmoiraghi era il capo dell’opposizione in questi anni e spesso ha duellato con i vertici del Casinò, in altri sedi più o meno istituzionali. I due erano sostanzialmente rivali.

 

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Lascia quindi Carlo Pagan un’eredità pesante: il docente di marketing dell’università di Trento ha portato il Casinò di Campione ad essere un punto di riferimento per il gambling (eguagliano per volumi Venezia  come abbiamo pubblicato nel nostro speciale sui casinò italiani), oltre a rendere la sala da gioco un importate polo d’attrazione per il poker live.

Tra bilanci in passivo e privatizzazione

Purtroppo come ogni casinò italiano, la gestione rimane ingessata tra esigenze dei politici locali e logiche sindacali ed anche l’anno scorso il Casinò aveva chiuso l’esercizio con un passivo di 4 milioni di euro. Nel 2015 il rosso fu molto più pesante: 33 milioni. Un bancomat a perdere per la collettività come tutte le 4 sale autorizzate nel nostro paese. Certo, 37 milioni nell’ultimo biennio non sono pochi.

Per questo motivo, il neo Sindaco Roberto Salmoiraghi sta studiando una strada per svincolare la sala da gioco dalla gestione pubblica, oramai giudicata una strada anti-economica. Il cittadino numero uno di Campione non esclude una privatizzazione: “siamo aperti ad ogni soluzione per il bene del paese” e soprattutto del bilancio comunale.

Forse sarebbe la soluzione migliore: privatizzare tutti i casinò italiani ed allargare il numero (domani se ne discuterà in conferenza unificata Stato-Regioni). Le ultime proposte di aprire 3 casinò in Sicilia e di affidarli all’amministrazione pubblica sembrano un azzardo, nel vero senso della parola.

I 7 anni sotto la gestione Pagan sono stati penalizzati soprattutto dal cambio sfavorevole tra euro e franco svizzero, aspetto quest’ultimo determinante per l’economia campionese.

Si è discusso anche di tagliare 200 posti di lavoro, ma per fortuna un nuovo accordo con i lavoratori ha permesso di evitare questa eventualità, con il personale che ha accettato (al contrario dei sindacati del Casinò di Venezia) un drastico taglio dei compensi.

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Il Casinò di Campione d’Italia

Voragine da 106,8 milioni di franchi

Il problema rimane il buco di bilancio, o meglio la voragine. Come noto, al momento il Comune è socio unico della società di gestione del Casinò e deve rispondere dei debiti.

In queste ore è emersa un’altra problematica: Campione d’Italia ha contratto un debito di quasi un milione e mezzo di franchi, oltre un milione e 300mila euro, con il vicino comune di Lugano.

Ma è solo una goccia d’acqua in un oceano. Il comune ha è vicino al default secondo la stampa locale. Il sindaco Roberto Salmoiraghi ha denunciato: “La casa da gioco ha sulle sue spalle un debito da 106 milioni e 800mila franchi. Stiamo cercando di fare del nostro meglio per uscire da questa delicata situazione”.

Il primo cittadino sta trattando con gli istituti bancari coinvolti e, al vaglio, c’è anche l’ipotesi di emettere obbligazioni.

Vinti 144.000 franchi alle slot

A peggiorare le cose ci hanno pensato tre gamblers residenti in Ticino che hanno vinto alle slot di Campione qualcosa come 144.000 franchi svizzeri nel mese di settembre. Il casinò si è dotato di un’ulteriore sala fumatori (ubicata al secondo piano) con nuove postazioni dedicate alle macchinette.

Una 39enne giocatrice di origini thailandesi (ma che vive in Svizzera) ha incassato alla slot Cherry 76.859 franchi. Anche un suo coetano di Aarau ha vinto la scorsa domenica 40.763 franchi ad una slot IGT.

Infine a sbancare è stato un anonimo pokerista ticinese di 61 anni che si era recato nel casinò per partecipare all’evento 1 del WSOP Circuit. L’uomo ha incassato un jackpot da 26.691 franchi. Insomma, per la casa da gioco, piove sul bagnato…

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