Ufficiale: il Governo mette in “gioco” le Regioni, è l’anno zero per il settore legale? A rischio €10 miliardi di gettito e migliaia di posti di lavoro

E’ un giorno storico per il gioco pubblico e legale in Italia: è stato raggiunto,, a sorpresa, l’accordo Stato-Regioni in conferenza Unificata: alla fine il Governo Gentiloni, per far passare il riordino del settore, ha dovuto fare una ultima e ulteriore concessione pesante: di fatto gli Enti Locali avranno carta bianca, avranno l’ultima parola su tutto. Per molti, questa è l’anno zero del settore del gioco legale in Italia che da oggi vivrà in uno stato assoluto di incertezza.

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Renzi e Gentiloni: gli ultimi due Governi hanno approvato drastiche misure restrittive nei confronti del settore del gioco pubblico in Italia

Ecco l’emendamento che lascia un potere illimitato agli enti locali nel settore del gioco legale:

“Le disposizioni specifiche in materia, previste in ogni Regione o Provincia autonoma, se prevedono una tutela maggiore, continueranno comunque a esplicare la loro efficacia. Inoltre le Regioni e le Province autonome ai fini del contrasto delle patologie afferenti alla dipendenza da gioco d’azzardo, potranno prevedere forme maggiori di tutela per la popolazione”. 

Salve, con questo emendamento a sorpresa, le leggi regionali esistenti.

Pucci: “fine del gioco legale in Italia”

Nel leggere il testo dell’ultimo emendamento, è comprensibile la reazione di Massimiliano Pucci, presidente di Astro, che commenta ad Agipronews: “La proposta del Governo, approvata oggi in Conferenza Unificata, “sancisce, in pratica, l’abolizione del gioco lecito. A questo punto il Governo, che ha ceduto a tutte le richieste delle Regioni, ci dia una via d’uscita per tutti i posti di lavoro che si perderanno, in un Paese che già vive una situazione occupazionale drammatica”.

Vittoria della Lombardia, sconfitta del Governo

Dal punto di vista politico è il trionfo della Regione Lombardia (l’unica ad opporsi alla precedente proposta del Ministero), guidata dall’assessore Viviana Beccalossi e una sconfitta del Governo che rinuncia, in poche parole, ad avere un controllo effettivo nel settore.

Di fatto, il Governo si prende una grave responsabilità: il gettito da 10 miliardi di euro è seriamente in pericolo, perché alla fine dipenderà dall’ultima volontà delle regioni sul posizionamento dei punti gioco etc e le premesse sono senza dubbio molto negative: la maggior parte delle leggi regionali in questi anni sono state a dir poco restrittive e volte al reset quasi totale del settore del gioco pubblico.

In Piemonte slot spente dall’1 dicembre 2017

Ipotesi catastrofiche? Non stiamo esagerando, Pucci spiega nel dettaglio quello che sta succedendo in alcune regioni:  “Non si può parlare di accordo se si abolisce semplicemente il gioco, perché è questo che avverrà – ha evidenziato ancora su Agipronews – Per quanto riguarda, poi, i bandi di gara, come si fa a fare un bando se le Regioni chiuderanno le porte al gioco? Basti pensare al Piemonte, dove il termine ultimo per il funzionamento delle slot machine è il 30 novembre 2017. A partire dal giorno dopo, gran parte degli apparecchi sul territorio dovrà staccare la spina per effetto della legge regionale. Speriamo che dopo questa intesa la politica inizierà ad occuparsi dei problemi seri e reali del paese”.

Non è un’esagerazione, in questo contesto frammentato, pensare ad un azzeramento o quasi del gettito fiscale.

Dov’è il “quadro nazionale unico”?

Risulta difficile, con questo provvedimento, poter parlare di “quadro nazionale unico che riduce offerta e tutela cittadini”, visto che il settore sarà regolamentato regione per regione.

Ancor più grave, quest’ultimo emendamento pro-Regioni di fatto crea uno stato di incertezza per tutti i provvedimenti futuri che saranno adottati, in materia, da Governo e Parlamento (svuotati di fatto della potestà legislativa) perché alla fine le Regioni avranno il potere anche di non applicarlo.

Il Governo invita le regioni a rispettare i patti per l’autorizzazione di almeno la metà dei punti gioco esistenti, ma chi può garantire che le 20 regioni più le province a statuto speciale rispetteranno questi patti?

Contrasto o assist al gioco illegale?

Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, colui che ha voluto questa riforma, afferma che l’offerta sarà dimezzata, ma a noi pare una tesi a dir poco ottimista. Inutile parlare di contrasto al gioco illegale quando si stanno creando presupposti per resettare l’attuale sistema nei prossimi anni, favorendo l’offerta non autorizzata: la voglia di gioco degli italiani sarà fuori controllo.

Ed il prossimo step sarà l’online, come previsto dall’accordo Stato-Regioni, i limiti sulla pubblicità saranno delegati ad AGCOM. Questo tema merita di essere trattato a parte.

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