Dan Cates e Paul Phua svelano: “Ecco come giocano gli asiatici a Macao e Manila”

Trasferirsi in Asia per giocare a poker è una scelta importante, che ha delle ripercussioni non solo sulla propria carriera ma anche sulla propria vita. Andare a vivere in un altro continente significa confrontarsi quotidianamente con culture e tradizioni diverse.

Anche il modo di giocare a poker è totalmente differente in base alla zona del mondo in cui ti trovi. I giocatori italiani sono diversi da quelli scandinavi e da quelli americani. Ogni nazione ha un suo stile, che spesso ricade in uno stereotipo comunque mai troppo lontano dalla realtà.

Se è noto che gli statunitensi hanno una gestione del bankroll molto aggressiva e gli scandinavi sono iper-aggressivi, non si sa molto sul modo di giocare degli asiatici. D’altronde, in Oriente il poker è arrivato solo negli ultimi anni e non c’è una forte tradizione di poker pro che si sono confrontati ai tavoli televisivi, mostrando il loro stile.

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Dunque, come giocano gli asiatici? Hanno risposto a questa domanda Dan “Jungleman12” Cates, Paul Phua e Winfred Yu.

Dan Cates e il Rui Cao Special

Dan Cates sostiene che la più grande differenza tra i giocatori occidentali e quelli asiatici sia nel modo di bluffare. In particolar modo, c’è una condotta che non si vede quasi mai fare nelle altre parti del mondo.

“Sembra che i giocatori asiatici abbiano un modo differente di bluffare. Ho visto tanti tipi diversi di bluff qui, come il Rui Cao Special“, dice “Jungleman12”.

“Il Rui Cao Special significa puntare sul flop, checkare sul turn e poi bluffare al river. Quando un giocatore americano fa questa action non sta mai bluffando. Qua invece lo fanno tutti, continuamente”.

Rui Cao, uno dei primi a lasciare l’Europa (la Francia) per Macao

Winfred Yu: “Gli asiatici possono imparare solo giocando”

Nella discussione è intervenuto anche Winfred Yu, ormai presenza fissa del Big Game asiatico.

“Bisogna capire che la storia del gioco è molto limitata in Asia. Per anni, molti giocatori non hanno avuto un casinò dove andare a provare il poker. Ora lo possono scoprire su Internet, ma all’epoca non era facile avere informazioni sul No-Limit Hold’em. Per questo motivo molti player asiatici devono dipendere interamente dall’esperienza personale al tavolo. Possono imparare solo testando modi differenti di giocare”.

Paul Phua: “In Asia esiste solo il No-Limit Hold’em”

Interessante anche l’analisi di Paul Phua: secondo il businessman malese, il predominio del No-Limit Hold’em è totale.

Il gioco in Asia è quasi tutto nel No-Limit Hold’em. Se organizzi un tavolo di Limit la gente si annoia. Si gioca quasi esclusivamente il Texas Hold’em. Molti VIP non sanno giocare ad altro”.

Contrariamente a “Jungleman12”, Phua è però convinto che non siano i bluff a differenziare i giocatori asiatici da quelli occidentali.

“Una cosa è certa: i businessman e i giocatori amatoriali asiatici amano prendersi grandi rischi. Non pensano se hanno le abilità per vincere in una partita, a loro importa esclusivamente di giocare”.

L’importanza dell’immagine per Dan Cates

Cates riprende la parola per sottolineare un aspetto cruciale per la sua carriera: in Asia, molti avversari non hanno la minima idea di chi sia.

“Un fattore importante per me è il fatto di non essere riconosciuto. Online mi conoscono e mi pagano molto di più, perché ho l’immagine del giocatore che bluffa. Al contrario, qua in Asia posso bluffare di più perché ho capito che molti non sanno chi sia”.

Paul Phua: “I pro occidentali devono adattarsi quando vengono in Asia”

Infine, Paul Phua tocca un argomento molto delicato: il comportamento da tenere al tavolo nelle partite private di Macao e Manila. È infatti risaputo che i gambler cinesi amino giocare d’azzardo e divertirsi esagerando, motivo per cui si rifiutano di partecipare a home game dove ci sono professionisti noiosi, ovvero non disposti a gamblare e a giocare in maniera loose.

Proprio per questo motivo, Patrick Antonius fu stato bannato dal Big Game e ha perso l’occasione di vincere milioni di dollari nel cash game high stakes.

Tutti i pro che vanno a Macao o Manila con l’intenzione di giocare ad alti limiti, devono essere disposti ad adattarsi.

I giocatori occidentali devono adattarsi al nostro modo di giocare. All’inizio Jungleman ci metteva un’infinità a fare action, su ogni street! Allora alcuni VIP si sono lamentati e lui si è dovuto adattare. Oggi è molto più veloce, il che è positivo. Siamo tutti più felici così”.

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