Bruciato il PokerDream, in fumo storico circolo dei Vip di Genova. Indagato noto giocatore di poker e due complici

E’ notizia di poche ore fa che Francesco Pinto – sostituto Procuratore di Genova – ha inviato tre avvisi di garanzia per l’incendio doloso della sede del noto circolo “PokerDream” ad Albaro, distrutto la mattina del 12 aprile scorso, a seguito del lancio volontario di alcuni “ordigni rudimentali” (molotov e bombe carta) che avevano reso in polvere un decennio di texas hold’em nel capoluogo ligure.

Pokerdream: il circolo dei vip andato in fumo

Il PokerDream è uno dei circoli più noti non solo in Liguria ma in tutta Italia e il suo presidente, l’Avvocato Riccardo Di Rella è colui che ha contribuito ad ottenere vittorie importanti in Cassazione e nei tribunali di tutta Italia. Tappe fondamentali per il riconoscimento del texas hold’em come di un gioco d’abilità (quindi consentito dal diritto penale italiano al verificarsi di talune condizioni).

Lo stesso circolo era stato oggetto di verifiche da parte della Guardia di Finanza nel 2010 (nel boom dell’offensiva contro il live voluta da Maroni) ma il Pubblico Ministero aveva richiesto l’archiviazione, accolta poi dal Giudice per le Indagini preliminari.

Lo stesso Di Rella si era battuto per una campagna – in passato – anti-cash game (pratica illegale) nei club privati, in particolare in Liguria.

PokerDream è noto per essere il circolo dove i Vip di Genova amano giocare a texas hold’em (solo in modalità torneo) e a bridge (il circolo era sede della Federazione Italiana di Bridge).

La Procura genovese ha indcato come possibili responsabili dell’incendio doloso i proprietari di un circolo ligure concorrente. Si tratta di tre persone tutte residenti a Genova (non pubblichiamo nomi e cognomi perché sono al momento indagati).

In particolare ha richiamato le attenzioni della stampa locale, noto “campione del texas hold’em” (molto famoso nell’ambiente del poker italiano). Risulta su Hendonmob abbia vinto quasi €300.000 (vincite lorde) nei tornei live. E’ un regular di Campione.

La tesi degli inquirenti: il movente

Secondo Carabinieri e magistratura, il movente – che dovrà essere provato in tribunale – sarebbe legato al giro d’affari dei tornei di poker: i tre gestiscono un circolo rivale nel Ponente che “s’era visto sottrarre una fetta di business con l’escalation del club albarino, calamita per clienti piuttosto danarosi del levante e non solo” rende noto il Secolo XIX.

Riporta la stampa locale che gli indagati hanno “colpito un circolo rivale, sempre secondo l’ipotesi degli inquirenti, perché sottraeva tornei, clienti, in una parola un mare di soldi, trattandosi nel complesso d’un “giro” milionario”. Giro milionario sembra forse un’esagerazione o forzatura.

La ricostruzione

“Decisivi, per la svolta negli accertamenti condotti dal nucleo operativa della compagnia Centro, si sono rivelati i filmati registrati da una telecamera di videosorveglianza posizionata nei pressi del locale incendiato. I frame restituiscono l’immagine piuttosto nitida d’un furgone in arrivo, da cui scendono tre persone. Sono in parte camuffate con tute da lavoro e occhiali da sole, si avvicinano alla Bocciofila Lido (sede del circolo, ndr) e poco dopo, quando si nota il fumo generato dal rogo, scappano”.

Le attenzioni “s’erano concentrate all’inizio su alcuni ex giocatori di “Pokerdreams”. Però a un certo punto, incrociando testimonianze, video e qualche intercettazione, l’Arma ha puntato dritto su F.M. e i suoi presunti collaboratori, fino alla formalizzazione delle accuse, delle quali rispondono allo stato a piede libero”.

L’avvocato Riccardo Di Rella ha voluto commentare: “Quel raid in pieno giorno poteva uccidere, è stato un episodio sconcertante”.

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