Miikka Anttonen e il Main Event 2010: “Venivo da 5 settimane di perdite, uscii in piena bolla”

Miikka Anttonen è un giocatore di poker finlandese che si è costruito una notevole notorietà sul forum Twoplustwo, dove teneva un blog estremamente seguito e popolare. Conosciuto come “ChuckBassPoker” era l’idolo di migliaia di giovani aspiranti professionisti: vinceva centinaia di migliaia di dollari negli MTT Online e viveva come un autentico baller.

Sul suo blog non raccontava solo di poker, ma anche della sua folle vita. Tra alcool, ragazze e soldi sprecati nei modi più assurdi, il suo blog era tra i più letti nel mondo del poker.

Nel tempo, Miikka si è calmato. La sua carriera online ha subito un brusco stop e alcuni problemi in real life hanno frenato la sua folle corsa. Oggi è una persona più calma e serena, che ripensa sorridendo a quei pazzi tempi in cui giocava tornei high stakes fuori roll e festeggiava ogni singola vincita tra festini e viaggi intercontinentali.ù

Miikka Anttonen

Recentemente è entrato a far parte della scuola di Doug Polk, non tanto per dare contributi tecnici ma come storyteller. D’altronde, di storie assurde sul poker ne ha a bizzeffe da raccontare. Come quella della incredibile e cocente eliminazione dal Main Event WSOP 2010 in piena bolla.

La trasferta da incubo a Las Vegas

“Era il 2010, il mio secondo anno a Las Vegas e la prima volta alle WSOP”, scrive Anttonen. “Ero arrivato presto per giocare un po’ di tornei nelle successive due settimane. Mi sentivo alla grande, perché avevo distrutto gli MTT Online nei mesi precedenti e avevo appena vinto $35.000 in un torneo live”.

Purtroppo, però, la varianza sa distruggere anche le migliori intenzioni. Lo sa bene Miikka, che si ritrovò a fronteggiare una badrun apparentemente infinita.

“Fin dai primi eventi, tutto è andato nel modo peggiore possibile. Dopo ogni torneo tornavo in camera con le tasche vuote e il giorno in cui sarei dovuto tornare a casa avevo speso tutto il mio bankroll destinato alle WSOP“.

Quella circostanza spinse il giovane e spericolato Miikka a prendere una decisione rischiosa: posticipare il volo di rientro e continuare a giocare tornei per tornare almeno in pari. Una pessima idea.

“Ero determinato a fare almeno un ITM, così prolungai il mio soggiorno i altre due settimane. Ma continuai a fallire in tutti gli eventi, ritrovandomi sempre più in perdita“.

L’ultima opportunità: il Main Event WSOP completamente fuori bankroll

La scelta giusta sarebbe stata quella di tornare a casa con la coda tra le gambe. E invece Miikka prese un’altra decisione.

“Alla fine, c’era solo più un torneo da giocare: il Main Event da $10.000. Feci quello che ogni gambler farebbe: mi iscrissi al torneo giocando assolutamente fuori bankroll“.

Una gamblata che sconsigliamo a chiunque, e non è una frase fatta: questa non è la solita storia del gambler che fa un’idiozia ma poi torna a casa ricco…

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L’inizio promettente nel Main Event

Nel Main Event sembrava che le cose stessero girando per il verso giusto, finalmente“, prosegue nel racconto il finlandese. “Chiusi il Day 1 tra i chipleader e mantenni uno stack enorme al Day 2. Il Day 3 non andò molto bene ma alla fine imbustai abbastanza chips per andare a premio nel Day 4 senza grandi preoccupazioni”.

Miikka è onesto: considerando quanto era stata disastrosa la trasferta nel Nevada, il suo unico obiettivo era andare a premio e rientrare di una buona parte delle perdite rimediate.

“Sapevo che un mini cash era di $20.000 e a essere completamente sincero, mi importava solo di arrivare lì. Andare a premio era il mio obiettivo primario. Non è così che dovrebbe ragionare un poker player, ma onestamente ero pronto a fare fold importanti pur di andare a premio dopo cinque settimane da incubo”.

La mano dell’eliminazione

Miikka giocò una mano decisiva a poche eliminazioni dai premi. Era in piena bolla del Main Event, molti tankavano e le telecamere giravano per la sala alla ricerca dell’eliminazione decisiva.

Sui blinds 2.000-4.000 con ante 500, Miikka aveva uno stack di 150.000. Ricevette 9-9 e decise di aprire il gioco a 10.000. A quel punto il giocatore sul bottone commise un errore.

“Il ragazzino alla mia sinistra non notò il mio rilancio. Quando fu il suo turno, disse “raise” e mise in mezzo 8.000. Fu chiamato un floorman, che lo costrinse a effettuare un miniraise a 16.000. Foldarono tutti e la parola tornò a me”.

Miikka si ritrovò quindi a fronteggiare un raise per 6.000 chips in più della sua size. Aveva diverse opzioni di fronte a sé.

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“Potevo 4-bettare a 45.000 e chiamare lo shove; 4-bettare a 45.000 e foldare allo shove; andare all-in; chiamare. Le 4-bet non mi piacevano, perché 4-bet/foldare è orribile con quello stack e 4-bet/callare non è il massimo secondo ICM considerando la bolla di $20.000″.

Le uniche vere opzioni erano andare all-in o chiamare fuori posizione. Non mi piaceva l’idea di chiamare, perché così sprecavo il valore della mano. Così decisi di andare all-in“.

L’avversario di Miikka andò in the tank. Ci pensò così a lungo che qualcuno chiamò il tempo.

“Quando chiamarono il clock, ero quasi sicuro che avrebbe foldato. E invece mi stupì dichiarando il call“.

L’epilogo peggiore di una trasferta disastrosa

Miikka mostrò 9-9 e il suo avversario girò la coppia inferiore, 8-8.

“Aveva la mano migliore che potessi sperare: 8-8. Avevo l’82% di possibilità di ritrovarmi con uno stack enorme in piena bolla del Main Event WSOP. La mia gioia, però, durò poco: il dealer girò due 8 sul flop“.

Con questo clamoroso scoppio, si concluse una trasferta sanguinosa per Miikka Anttonen. Una storia che serve a ricordarci l’importanza di giocare in bankroll e i rischi che si corrono quando si inseguono le perdite.

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