Green Lumber Fallacy: perché essere esperti di uno sport non significa essere scommettitori vincenti

Per vincere alle scommesse è necessario essere esperti dello sport su cui si va a puntare?

Per molte persone questa domanda ha una sola risposta, ed è positiva: essere esperti di un determinato sport o campionato, significa avere più possibilità di vincere alle scommesse.

La realtà è diversa.

Se è vero che le conoscenze hanno certamente importanza, non è automaticamente vero che un esperto di calcio sia uno scommettitore vincente sul calcio.

Si tratta di una verità sotto gli occhi di tutti: considerando quanto è popolare il calcio in Italia e quante persone passano ore e ore a studiare formazioni, stato di forma e rendimento dei giocatori per il Fantacalcio, se l’equazione “esperto di calcio = scommettitore vincente” fosse vera, in Italia avremmo milioni di scommettitori professionisti. E invece gran parte dei tifosi di calcio che scommettono finiscono per perdere soldi sul lungo periodo.

Mats Wilander, anche soprannominato “Gufander”: quando pronostica la vittoria di un tennista, questo è destinato a perdere

Ovviamente non è un discorso legato solo al calcio. Nel tennis ci sono numerosi opinionisti ed ex tennisti noti per i pronostici fallimentari. Si pensi a Mats Wilander: lo svedese ha giocato e allenato per decenni e attualmente è un’opinionista per Eurosport, ma nonostante questa esperienza diretta unica nel mondo del tennis, è rinomato per non le previsioni completamente sbagliate.

Al contrario, esistono molti scommettitori professionisti che hanno una conoscenza minima se non nulla dello sport grazie al quale fanno i soldi.

Sembrerebbe un paradosso: gli esperti non vincono le scommesse mentre chi non conosce lo sport risulta vincente?

La distinzione non è così netta, ma è comunque uno scenario molto realistico, che si applica anche ad altri settori oltre al betting.

 

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La Green Lumber Fallacy

Nel libro “Antifragile“, il filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb ha introdotto un concetto molto interessante: la Green Lumber Fallacy, che potremmo tradurre come “La fallacia della legna verde“.

Taleb voleva proprio dimostrare che le conoscenze “empiriche” non hanno grande importanza nel determinare il risultato di un investimento. Al contrario, tutto ciò che conta sono la tecnica e i numeri. Ovvero sapere come investire il denaro per ottenere un ritorno e affidarsi a quelle statistiche e quei dati che determinano un andamento con molta più precisione rispetto a ciò che può fare la mente umana.

Nassim Nicholas Taleb

Per dimostrare che la conoscenza specifica non è la causa principale del successo di un investimento, Taleb riportò due esempi eclatanti.

  • un uomo arricchitosi investendo sul mercato della “green lumber” (la legna verde) senza sapere nemmeno cosa fosse. L’uomo era infatti convinto che fosse legna verniciata di verde e non legna fresca;
  • un trader che era diventato milionario tradando il franco svizzero pur non sapendo indicare la posizione della Svizzera su una mappa.

I due individui non sapevano niente del prodotto su cui investivano, eppure erano entrambi trader di grande successo. Guadagnavano molti più soldi di quanto avrebbe guadagnato in media un esperto del settore della legna verde o un esperto dell’economia Svizzera iniziando a tradare sui prodotti.

Partendo da questi due esempi, Taleb ha dimostrato che non è l’esperienza diretta a rendere vincente un investitore. Le conoscenze specifiche sono utili ma non necessarie. Ciò che porta al successo di un investimento è una serie di abilità che non hanno nulla a che vedere con il prodotto in questione.

Le scommesse

Torniamo ora al nostro argomento, le scommesse.

La Green Lumber Fallacy si applica alla perfezione anche al betting. È infatti possibile vincere con costanza senza dover guardare neanche una partita.

Si può fare quando si hanno skills complementari molto forti. Nel bagaglio di uno scommettitore professionista ce ne sono tante, ma le principali sono:

  • la tecnica;
  • il bankroll management;
  • la capacità di analizzare e interpretare i dati.

La tecnica

Nella tecnica rientrano le strategie. Variano in base al tipo di attività che si svolge (trading o scommesse tradizionali) ma si tratta di un’impostazione fissa e da rispettare sempre.

C’è ad esempio chi sceglie di tradare sugli under/over nel calcio, chi insegue solo ed esclusivamente le grandi value bet o chi effettua la “scommessa ignorante“.

Fa parte di queste skills anche la consapevolezza che le scommesse multiple non sono profittevoli sul lungo periodo e non andrebbero giocate. Indipendentemente dal caso specifico, la tecnica si riferisce a quelle regole che ogni scommettitore professionista segue rigidamente per continuare a vincere.

Il bankroll management

A questo punto si ricollega facilmente il discorso sul bankroll management. Un pro determina a priori quale percentuale del proprio bankroll rischiare e non la supera mai. Pianifica gli stop loss e definisce con largo anticipo il level-up nelle puntate, sempre in relazione all’aumento del bankroll. In questo modo, si assicura di non poter andare broke. Una circostanza che ovviamente non ha nulla a che vedere con la conoscenza diretta di uno sport.

La capacità di analizzare e interpretare i dati

Infine c’è la capacità di analizzare e interpretare dati. Questo è l’aspetto più importante per la maggior parte degli scommettitori professionisti, che non passano ore e ore a guardare partite ma ad analizzare i dati.

Spesso nei numeri c’è molta più verità di quanta ce ne sia nella capacità di giudizio di un essere umano. Non a caso, esistono trader di enorme successo che ottengono profitti da decine di migliaia di euro sul tennis senza mai guardare una partita.

Si limitano ad analizzare l’andamento delle quote, la liquidità sulla determinata partita e i dati sui rendimenti dei tennisti in gioco. Poi, attraverso le regole della propria strategia e del proprio bankroll management, investono e incassano.

Quando la conoscenza diretta è un ostacolo

Si potrebbe pensare che la conoscenza diretta sia imprescindibile per vincere con le scommesse. In realtà non è così: a volte basta la tecnica, il bankroll management e i dati per risultare vincenti.

E anzi, a volte la conoscenza diretta è un’ostacolo sulla strada verso il profitto: se i dati suggeriscono una puntata ma il proprio giudizio personale ne suggerisce un’altra, è molto facile prendere la decisione sbagliata.

Siamo esseri umani, pertanto abbiamo inclinazioni e preferenze spesso irrazionali (come la simpatia verso una tennista o il tifo per la squadra di calcio preferita). I numeri, al contrario, non mentono. Secondo la Green Lumber Fallacy è più probabile vincere senza conoscere direttamente lo sport, perché non si è influenzati negativamente e ci si affida alla fredda verità dei numeri.

Anche gli esperti possono vincere

Sia chiaro un aspetto: questo discorso non è valido per tutti.

Come nel poker esistono giocatori che vincono da decenni nonostante un gioco completamente sbagliato dal punto di vista puramente teorico (vedi Phil Hellmuth), esistono “scommettitori di braccio” che riescono a battere i bookmakers affidandosi esclusivamente al proprio giudizio. Nessuno mette in dubbio la loro esistenza e nessuno sta dicendo che smettere di seguire il calcio significhi diventare scommettitori vincenti.

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Tutto il discorso sulla Green Lumber Fallacy non serve a denigrare chi scommette seguendo l’istinto, ma a mettere in risalto quelle skills che la stragrande maggioranza degli scommettitori non prende mai in considerazione.

Si tende infatti a pensare che la conoscenza diretta sia tutto ciò che serve per vincere con le scommesse, e invece abbiamo visto che non è così.

L’importanza delle altre skills

D’altronde, risulta lampante un aspetto: ciò che rende perdenti molti scommettitori è proprio la totale mancanza delle skills ritenute secondarie.

  • Mentre il professionista segue un strategia ben definita, il giocatore amatoriale scommette senza seguire una logica al di fuori del puro istinto.
  • Mentre il professionista rispetta un bankroll management, il giocatore amatoriale scommette cifre sempre diverse, cadendo spesso nella trappola di puntare più forte per recuperare le perdite.
  • Mentre il professionista analizza dati e statistiche, il giocatore amatoriale scommette in base alle sensazioni e a ciò che si ricorda.
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Billy Walters, uno dei più grandi scommettitori di tutti i tempi

Il betting, così come il trading e qualunque altro tipo di investimento, è un’attività che richiede disciplina, studio e capacità di analisi dei dati.

Lo scommettitore che pensa di poter sconfiggere i bookmaker basandosi esclusivamente sulle proprie sensazioni, è destinato a perdere. Proprio come avviene alla maggior parte degli esperti di calcio o Fantacalcio quando si cimentano nelle scommesse.

Le conoscenze sono fondamentali in ogni settore, ma la grande differenza che molti non colgono è quella tra gli esperti di sport e gli esperti di scommesse sportive. Sono due campi differenti, che richiedono abilità e approcci differenti.

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