John Breeding, da broke a miliardario: la storia dell’inventore del mischia carte automatico

Diana Bennett, Joe Kaminkow, Melvin B. Wolzinger e John Breeding: sono queste le quattro personalità che verranno introdotte nella classe 2017 della Gaming Hall of Fame, l’arca della gloria dell’industria del gioco.

La storia di uno di loro ci ha colpito in particolare. Sì, perché se i casinò hanno praticamente azzerato l’impatto dei card counter, lo devono anche a John Breeding, l’inventore del mischia carte automatico. E non solo di quello…

 

John Breeding

John Breeding

 

Galeotto fu… il Wall Street Journal

Siamo negli anni ’80, a Las Vegas i casinò cominciano a preoccuparsi non solo dei bari, ma anche di quei giocatori particolarmente dotati di memoria e capacità di calcolo, che contando le carte al blackjack erano in grado di abbassare drasticamente il vantaggio della casa, fino praticamente ad annullarlo.

Metodi coercitivi a parte (vedi Casinò di Martin Scorsese), l’introduzione di più mazzi di fatto aveva escluso dal giro i card counter meno dotati, ma c’era ancora chi riusciva a spuntarla, nonostante il blackjack ormai si giocasse con un minimo di due e un massimo di sei mazzi diversi.

Leggendo un articolo del Wall Street Journal proprio sui card counter, al camionista John Breeding viene un’idea: perché non creare uno strumento che permettesse di mescolare continuamente le carte?

Un inizio difficile

È il 1983 quando John Breeding fonda la Shuffle Master. Ci mette diversi anni a creare il primo mescolatore di carte automatico. Ma i casinò non aspettano e ormai praticamente tutte le sale da gioco presentano tavoli di blackjack in cui si usano più mazzi contemporaneamente.

L’idea di John è buona, ma il suo mischia carte può prendersi cura solo di un mazzo per volta. L’americano investe i suoi soldi, tanto da perdere tutto più e più volte, prima che l’intuizione della moglie lo salvi.

“John, ma se hai inventato un mischia carte automatico per un solo mazzo, perché non inventi anche un bel gioco mono-deck?

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La nascita del Let It Ride

Breeding accoglie il consiglio della moglie e pensa al Let It Ride, una variante del poker five card draw molto semplice. Forse proprio la sua semplicità gli ha permesso di entrare stabilmente nell’offerta di molte sale da gioco.

Nel Let It Ride, il giocatore infatti riceve tre carte private (scoperte) e due carte comuni coperte. La particolarità di questo gioco risiede nel fatto che è possibile ritirare una parte della puntata in due momenti separati: appena si ricevono le carte private e dopo lo svelamento della prima carta comune.

Il giocatore ha la facoltà di ritirare un terzo della sua bet una volta, due volte o anche nessuna delle volte, a sua completa scelta. Lo scopo del gioco è soltanto quello di ottenere la miglior combinazione a cinque carte possibile: non occorre battere il banco, per vincere, ma ricevere almeno una coppia di 10 (o superiore).

John Breeding: dalle stalle alle stelle

Grazie a questa invenzione, John Breeding riesce a fare breccia nel settore dei casinò e probabilmente a ricevere un’opportunità dal Bally’s Casino di Las Vegas, che nel gennaio del 1992 inserisce uno stock di mischia carte automatici nei suoi tavoli da gioco.

Gli anni ’90 segnano la riscossa per John, che forte di una liquidità finalmente importante ha i fondi per creare i mischia carte automatici multi-deck, capaci di ospitare 4, 6 e persino 8 mazzi di carte contemporaneamente.

Nel 2013, Breeding vende la sua azienda alla Bally Technologies per la straordinaria cifra di 1,3 miliardi di dollari – Bally Technologies che solo un anno dopo sarebbe stata acquisita dalla Scientific Games per 5,1 miliardi di dollari.

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