Il “testimone”, Jerome Jozza: “Casinò sulla Strip sigillati, Las Vegas militarizzata”

Jerome Jozza è in questo momento a Las Vegas, alloggia all’Excalibur Casinò sulla Strip, ad un passo dal Mandalay Bay dove è avvenuta la sparatoria più cruenta della storia degli Stati Uniti.

La polizia ha escluso fin dalle prime ore l’attacco terroristico (nonostante la rivendicazione dell’ISIS), ma dalla sua testimonianza si evince comunque che il piano sicurezza sia scattato pochi minuti dopo che Stephen Paddock ha aperto il fuoco. L’FBI invece ha dichiarato che non ci sono prove di legami dell’uomo con l’ISIS.

Stamani, appena informati dell’attentato, abbiamo contattato Jerome per sapere quali fossero le sue condizioni visto che lavora per i casinò ed è in Nevada per un corso.

“Alloggiamo all’Excalibur, vicinissimo al Mandalay Bay ma per fortuna, al momento della strage, stavamo facendo un giro per i casinò di Downtown (una zona molto lontana, ndr)”.

La finestra sfondata del Mandalay Bay dove l’uomo ha sparato

Jerome, a che ora siete riusciti a rientrare in hotel?

Solo alle 2.30 ci hanno consentito di rientrare. Ora sono le 8 del mattino.

Ma vi siete accorti di cosa stava accadendo fin da subito?

A dire il vero no. Appena siamo usciti dal casinò a Downtown siamo andati al parcheggio ed ho acceso la radio ed ho sentito: ‘sparatoria a Las Vegas’ ma le notizie erano frammentarie. Avevamo notato solo una massiccia presenza di poliziotti che facevano avanti e indietro e li vedevamo un pò ‘carichi’. Abbiamo capito solo dopo la gravità della situazione, in quel momento nessuno aveva informazioni precise.

In quei momenti cosa stava accadendo sulla Strip?

Abbiamo assistito ad un posto di blocco davanti a noi e la polizia ha puntato la pistola a due ragazze. La tensione era tangibile. Siamo poi arrivati da Downtown e non ci hanno consentito di raggiungere il nostro hotel, siamo così entrati, solo dopo l’intervento di una responsabile New York New York, ma vi era una presenza impressionante di polizia. Militari da tutte le parti, elicotteri che sorvolavano la zona ed in quel momento abbiamo realizzato che i sistemi di sicurezza erano al massimo dell’allerta.

Perquisizioni nella notte sulla Strip

Al New York New York hai notato qualcosa?

Tanta polizia.

Il New York Times, due ore dopo l’attacco ha scritto che la polizia cercava un altro uomo armato proprio al New York New York.

Non lo sapevo.

Molto probabilmente era un falso allarme e la polizia è stata allartata. Come avete fatto a riuscire ad arrivare all’Excalibur?

Gli uomini della sicurezza del New York e la polizia ci hanno scortato in hotel ma l’ordine era di non uscire per nessuna ragione.

Foto scattata da Jerome sulla Strip davanti all’Excalibur

Qual è il grado di sicurezza della città?

I casinò sono stati sigillati, con militari e poliziotti pesantemente armati all’interno. C’erano due elicotteri sulla Strip, diverse camionette dell’esercito sulla strada.

Ed ora com’è la situazione nel casinò mentre stiamo parlando?

I tavoli sono tutti chiusi, un fatto inusuale da queste parti. Le slot invece sono accese, davanti a me c’è un gruppo di ragazzi feriti lievi che hanno delle fasciature. Non so ancora se posso uscire.

La tua personale sensazione dopo questa notte?

Sembrava di vivere in un paese in guerra, con elicotteri in cielo e tantissima polizia, anche un esercito di polizia privata negli hotel. Tutto è sigillato, impressionante vedere i militari con i caschi così armati in questi luoghi di divertimento.

E’ scattata una sorta di allarme anti-terrorismo (o comunque piano sicurezza) in città?

Molto probabilmente si. Noi quello che è accaduto realmente lo abbiamo percepito solo ora. E’ terribile per tutte le persone che sono morte ed i feriti.

CONTINUA A LEGGERE

Lascia un commento