Poker online: il mercato francese? Primo field in Europa. Le rooms con più action nel mondo

Le recenti polemiche, a scoppio ritardato, sulla liquidità condivisa hanno acceso i riflettori sul mercato francese che rimane di gran lunga, in termini numerici, il primo in Europa tra i mercati regolamentati chiusi (ancora per poco) e il terzo effettivo (dietro solo a Gran Bretagna e Germania) nel cash game.

francia-italia

Secondo la società di rilevamento dell’action ai tavoli di cash game, PokerScout, il mercato .fr attrae una media (calcolata su base settimanale) di 2020 seats occupati in contemporanea.

Per comprendere, l’Italia ha registrato negli ultimi sette giorni 1.670 posti occupati in media.

Solo Winamax.fr copre 3/4 del field italiano, con 1.200 seats e risulta la quinta room al mondo (la prima che lavora in un mercato segregato). PokerStars, solo unendo i field di Italia, Spagna, Portogallo e Francia raggiungerebbe quota 2.600 e il field .eu 2.0 diventerebbe tra i più numerosi del mondo, di fatto il terzo.

Ma a colpire è la crescita spagnola, con PokerStars.es con 700 seats contemporanei in media, seconda solo a PokerStars.it (850) e PokerStars.fr (600) e e PokerStars.pt (450).

Ma le logiche e le valutazioni devono essere fatte non sugli operatori ma sui giocatori.

A mettere a confronto i numeri del mercato italiano con quello francese, si comprende come sia importante e vitale per i nostri players, un’unione dei mercati, nel caso contrario la concorrenza del .com rimarrà sempre troppo forte e attrattiva in ottica di lungo periodo.

Come abbiamo detto in più di un’occasione, il poker online è un gioco di liquidità e non esistono altre strade ed i giocatori che muovono più volumi hanno bisogno di numeri importanti per agire.

La liquidità condivisa avvantaggia, senza ombra di dubbio, i giocatori da una parte e rafforza il mercato legale dall’altra, al netto della demagogia ed altri interessi particolari. Lo dicono i numeri. Analizziamoli insieme.

Vediamo le piattaforme con più action nel mondo e nel mercato europeo (con in media i posti occupati in contemporanea):

  • PokerStars.com 10.500
  • IDNPoker.com 4.200
  • 888Poker.com 1.600
  • PartyPoker.com 1.350
  • Winamax.fr 1.200
  • PaiWangLuo (Bodog.com) 1000
  • Winning 950
  • PokerStars.it 850
  • iPoker.com 750
  • Pokerdom.com 750
  • PokerStars.es 700
  • Unibet.com 650
  • PokerStars.fr 600
  • PokerStars.pt 450
  • PeoplesPoker.it 350
  • iPoker.it 280
  • iPoker.fr 220
  • 888Poker.es 190
  • PlanetWin365.it 110
  • iPoker.es 95
  • Lottomatica.it 80

E’ facile comprendere come il confronto tra le piattaforme .com e quelle dei singoli paesi denoti una differenza importante. Non si può dire la medesima cosa se si analizza la concorrenza rispetto al mercato condiviso potenziale.

Se pensiamo solo a PokerStars, il mercato condiviso avrebbe un field pari a quasi un quarto del .com: 2.600 seats in media rispetto a 10.500. Con questi numeri  Monopoli italiani e Arjel sarebbero sulla buona strada per vincere la loro  decennale battaglia contro l’offerta non autorizzata.

Anche perché la maggiore liquidità e l’effetto moltiplicatore dei garantiti, attrarrebbero nuovi giocatori e sarebbe un bene per tutti gli operatori (e non solo per i leader) e per i players.

Altra ipotesi: mettiamo insieme solo Francia, Spagna e Portogallo, prendendo sempre come termine di paragone PokerStars. Il nuovo field (senza Italia  in questo caso) risulta essere pari a 1.750 posti in media.

Ma vediamo i dati per ogni paese che ha mercato regolamentato chiuso (fonte PokerScout alle ore 12.25 del 4 ottobre):

In conclusione, analizzando  i numeri, è logico pensare che chi si unirà nel condiviso con i francesi troverà senza dubbio giovamento, con un rafforzamento del mercato legale (rientro di molti grinder professionisti dall’estero con un aumento della liquidità che favorirà anche  gli amatori ed effetto multi level nel lungo periodo), chi non lo farà è destinato a rimanere ai margini ed a indebolire l’offerta autorizzata.

Al netto della demagogia, questi dati dicono che la liquidità condivisa può solo essere vista con favore (non a caso il Ministero dell’Economia e dei Monopoli avevano pensato a questa soluzione) in ottica di lotta all’ evasione e sarebbe un ponte importante per riportare i nostri  professionisti a giocare sul dot it, in un ambiente che le nostre autorità ritengono all’avanguardia per sicurezza e per l’applicazione  delle norme sull’antiriciclaggio (vedi applicazione quarta direttiva). Il potenziale mercato europeo sarebbe, nei numeri, quasi più attrattivo del com che presenta un’enorme varianza per i field oceanici, in particolare nei tornei.

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