Howard Lederer si pente: “ho avuto un ruolo nella vicenda Full Tilt, mi sento responsabile”

Danielle Andersen, la nota poker pro di Las Vegas, fa parte di quella schiera di players finiti nei guai nel post Black Friday, dopo aver perso quasi tutto per il crack di Full Tilt. Dal 2011 aveva diversi conti in sospeso con Howard Lederer e Chris Ferguson, il gatto e la volpe che hanno portato, insieme a Ray Bitar, al collasso finanziario la red room 7 anni fa, prima dell’acquisto da parte di PokerStars/Rational Group.

Durante il Main Event WSOP 2016, Danielle si ritrova al tavolo nel day 1, proprio “The Professor” e la regular di Vegas non riesce a tenersi tutto dentro e ad Howard fa sapere schietta: “qui non sei il benvenuto”. Quella esperienza al tavolo dura però solo due ore.

La resa dei conti: Danielle Andersen e Howard Lederer allo stesso tavolo al Main Event WSOP

Per un anno intero Danielle non si dà pace per l’occasione mancata: “ho pensato tante volte a cosa gli avrei potuto dire e domandare”. 

La seconda occasione però capita nel 2017 al Bellagio. Entrambi sono in waiting list nella poker room del noto casinò di MGM e prima di entrare in action, Danielle avvicina Howard.

“Hi Howard, mi chiamo Danielle Andersen. No so se ti ricordi di me, ma abbiamo giocato insieme al Main Event dell’anno scorso”. Lederer risponde di si: “Mi ricordo bene”. Danielle coglie la palla al balzo.

La giocatrice ha così iniziato a tempestarlo di domande: “Non sei pentito di aver causato così tanto dolore all’interno della comunità del poker?”, “Perché devi continuare a giocare?”, “Perché non puoi lasciarci da soli?”.

A questo punto a sorpresa Howard Lederer ammette pentito: “Ho avuto un ruolo in tutto quello che è successo? Assolutamente. Se avessi fatto un lavoro migliore quando ero coinvolto nella gestione di Full Tilt e mi fossi assicurato che tutto stesse andando in maniera lineare, non sarebbe accaduto nulla” ha riferito la poker pro per conto dell’ex boss della red room.

Howard Lederer

Ray Bitar (ex Ceo del gruppo Full Tilt) e Howard Lederer

Ricordiamo che pre-black friday Howard Lederer era considerato l’uomo più potente nel mondo del poker, non solo per il suo ruolo di primo piano nel board e nella gestione del secondo sito mondiale ma anche  per le sue conoscenze a Washington con potenti lobby politiche, collegate alla PPA (Poker Players Alliance). Lobby che però l’hanno scaricato nel momento più difficile.

Naturalmente è la prima volta (in maniera non pubblica in tutti i casi) che Lederer ammette di essere stato colpevole di una delle vicende più oscure della storia del poker online.

Andersen riflette: “le sue parole erano in netto contrasto con l’intervista famosa” che rilasciò dopo due anni dal crack e che creò sgomento nel mondo del poker. Davanti ai microfoni di PokerNews appariva a tratti arrogante e per nulla pentito. Negò anche l’evidenza.

 

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“Mi aveva disgustato. Con me, in privato, invece mi sembrava sinceramente dispiaciuto ed aveva accettato le sue responsabilità” così commenta la giocatrice di Las Vegas a PocketFives.

“Il fatto di avergli parlato mi ha fatto sentire bene perché il mio obiettivo era quello di fargli percepire il dolore che aveva causato a me ed altri giocatori nel post Black Friday”.

Ricordiamo che nel 2011, dopo l’inchiesta dell’FBI che ha messo in ginocchio le quattro rooms più importanti del Mondo, Full Tilt andò sull’orlo di una bancarotta che sembrava inevitabile. Dopo quasi un anno Rational Group ha rilevato l’azienda in crisi: in forza di un accordo con il Dipartimento di Giustizia sono stati rimborsati tutti i players di Full Tilt, compresa Danielle Andersen. L’unica triste eccezione è stata per i giocatori italiani che avendo conti su una piattaforma non autorizzata, non sono stati tutelati dalle autorità italiane che hanno impedito (per cavilli burocratici) la restituzione dei bankroll.

Ma a Las Vegas e negli States, a causa di quella vicenda, molti players sono andati broke ed hanno ricevuto il loro denaro solo dopo parecchi anni.

Lederer, Ferguson e Bitar sono stati ritenuti i principali colpevoli del disastro finanziario del secondo sito mondiale. Lo scandalo deriva dal fatto che gli azionisti usavano i soldi dei giocatori, distribuendo utili e investendo cifre folli nel marketing che l’azienda non poteva permettersi.

Danielle Andersen ha chiosato: “fin quando Lederer non si pentirà pubblicamente, sarà difficile per la community del poker perdonarlo…”.

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