Liquidità condivisa: quale varianza? Futuro field sarà 3 volte il .it e solo 1/4 rispetto al com

In molti si chiedono come sarà il futuro mercato condiviso europeo del poker online. C’è anche chi, in maniera responsabile, si chiede se esista un rischio concreto per molti players italiani che potrebbero essere in balia di una  varianza molto più accentuata e simile a quella del com. Vi anticipiamo che i numeri saranno ben diversi dal pool internazionale (che per un giocatore medio rappresenta un’esperienza molto più difficile).

La premessa da fare è con una liquidità maggiore, i nostri giocatori dovranno senza dubbio agire con più cautela nella gestione del loro bankroll, sia per gli appassionati di mtt (i field saranno più estesi) sia per i cash gamer (le skills dei reg medi potrebbero essere più alte rispetto alla media attuale anche se è logico attendersi una  presenza maggiore di amatori ai tavoli).

Liquidità condivisa: le dimensioni del nuovo field

Cerchiamo però di capire quale saranno le dimensioni e le reali proporzioni del futuro market formato da Francia, Italia, Spagna e Portogallo.

I dati elaborati sono quelli che  sono stati pubblicati in questo articolo e sono aggiornati ad una settimana fa (fonte PokerScout).

Cash game  verso la morte con i mercati segretati

Una cosa è certa: con i mercati chiusi il cash game è oramai vicino alla morte, visto l’ inesorabile declino che da 6 anni a questa parte presenta il conto per una scelta di base fallimentare (segregazione del field) che fa a cazzotti con la natura del poker che è un gioco di liquidità.

Anche a settembre si è registrata una regressione della spesa annua del 4% rispetto al 2016, quando già il mercato un anno fa aveva toccato minimi storici. Era difficile fare peggio… Oramai i cash gamer cercano alternative e giocano anche su piattaforme estere non autorizzate dove c’è ancora action.

Serve una ventata fresca, se solo pensiamo che il field medio di PokerStars.it è, in questo momento di circa, 850 posti occupati in contemporanea in media. Ancora peggio PokerStars.fr con 600 seats medi.

Futuro field PokerStars: 3 volte quello italiano attuale e 1/4 il com

Unendo i field italiano, francese, portoghese e spagnolo, la media finale di PokerStars “.eu” 2.0 potenziale è di 2600 seats occupati in contemporanea (850 Italia, 600 Francia, 700 Spagna e 450 Portogallo), ovvero 3 volte il field italiano.

E rispetto al .com? PokerStars.com presenta una media di 10.500 seats occupati. Di fatto il nuovo mercato avrà un field, almeno nel cash game, di un quarto (1/4) rispetto a quello internazionale.

iPoker .eu il doppio del network italiano, poco più di 2/3 rispetto al com

Questo vale per PokerStars. La controprova la si ha con il network iPoker che è presente in 3 dei 4 mercati. Questi i dati medi:

  • iPoker Francia 220
  • iPoker Italia 280
  • iPoker Spagna 95
  • Totale iPoker “.eu” 595

iPoker dot com ha una media di 750. In questo caso la proporzione tra .eu/.com è ancora meno estesa e quindi la varianza sarà ancora minore rispetto a quanto avviene su PokerStars.com

Anche in confronto al mercato italiano iPoker il field è il doppio (e non il triplo).

Nuovo pool ideale per liquidità ed equilibrato per la varianza

In proporzione, considerando i numeri di PokerStars, il nuovo pool europeo sembra l’ideale per rilanciare la liquidità (3 volte il field italiano ma per gli altri network sarà ancora più basso questo moltiplicatore) e al tempo stesso non presenta numeri così esagerati per la varianza (1/4 il field del com). E’ un mercato internazionale ma più a dimensione d’uomo rispetto al com, anche se il salto si sentirà lo stesso, soprattutto per i giocatori meno skillati, i quali potranno sempre decidere di frequentare network chiusi alla liquidità nazionale.

Siamo in attesa di esaminare i dati sulla spesa nei tornei dei 4 paesi ma è facile immaginare che le proporzioni non saranno molto diverse nei tournaments rispetto al cash game.

Tali numeri sembrano presentare dei cambiamenti non così violenti per i nostri players come sono stati paventati in questi giorni. Il dot com rimarrà comunque un’altra storia rispetto al dot eu.

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