DGOJ (Governo Spagna): “pronti a partire con liquidità condivisa” ed i francesi…

Il braccio di ferro tra Madrid e Barcellona ha avuto (forse) un effetto politico indiretto sull’attuazione degli accordi sottoscritti con ADM, Arjel e portoghesi sulla liquidità condivisa. La Spagna ha fretta di partire (un messaggio di unità europea comunque non è mai da sottovalutare) ed anche la Francia non dorme sugli allori.

E’ scaduto il termine di notifica per la Commissione Europea (1 ottobre) a breve si passerà alla fase attuativa e gli iberici vogliono andare online entro pochi mesi.

DGOJ: “pronti a partire il prima possibile”

IL DGOJ, l’ente regolatore governativo che disciplina e supervisiona il gioco iberico, ha mandato un chiaro segnale ai paesi partner: Madrid vuole partire subito e completare gli ultimi passaggi formali entro la fine del 2017, mettendo in atto l’accordo e il regolamento appena notificato.

Il messaggio che arriva da Madrid è chiaro: gli spagnoli vogliono partire entro pochi mesi in maniera coordinata, ma questa non è una condizione essenziale. Da Parigi arrivano gli stessi messaggi dall’Arjel.

Il DGOJ è stato chiaro per bocca del Vice Direttore Generale José Antonio Garcia a Poker10: “il DGOJ promuoverà l’elaborazione della risoluzione al fine di ottenere le corrispondenti relazioni obbligatorie, avendo come orizzonte ragionevole per la pubblicazione la fine dell’anno”.

“Dovrebbe essere chiaro che il processo di attivazione della liquidità all’interno delle diverse piattaforme dipende dall’attuazione interna di ciascuna giurisdizione, nonché dall’interesse e dalla diligenza dei diversi operatori interessati“.

“Stabiliamo data per andare online tutti insieme”

“Dal punto di vista del DGOJ, la nostra intenzione è di poter coordinare le rispettive aperture, stabilendo una data comune “go-live”, anche se non è una condizione essenziale. In ogni caso, da quel momento, sarà necessario conoscere lo stato delle altre giurisdizioni in quanto potrebbero essere degli imprevisti, ritardi o altre circostanze nell’elaborazione delle rispettive procedure interne che possono comportare qualche ritardo”.

“Al momento, è presto avere certezze sulla possibilità di fare un ingresso coordinato” di tutti i paesi coinvolti.

Arjel: “prime partite online entro fine 2017”

I francesi sono sulla stessa lunghezza d’onda: uno dei direttori dell’Arjel, Clement Martín Saint Leon, ha mandato segnali forti.Noi come Arjel stiamo lavorando e siamo quasi pronti, ma non conosco lo stato dell’arte degli enti regolatori degli altri Paesi, ma ritengo plausibile che per fine 2017 si potranno giocare le prime partite di poker tra i giocatori di questi quattro Paesi, al massimo nella prima metà del 2018” .

Liquidità condivisa è una certezza: decisiva volontà francese e spagnola

Una cosa è certa: gli impulsi dei francesi e degli spagnoli sono talmente forti che l’Europa avrà, in tutti i casi, la propria liquidità condivisa regionale europea. Piaccia o no si è innescato un domino che nessuno potrà fermare. La determinazione francese e spagnola è decisiva e mette in forte difficoltà i mercati che non aderiranno a questo accordo.

Il format dei mercati chiusi va contro la natura di questo gioco e delle logiche della libera concorrenza (che nel mercato dell’online è spietata) e dell’evoluzione di internet e dei gusti dei giocatori che oramai contano i giorni per la partenza dei tavoli condivisi. Il futuro del poker nel Vecchio Continente passa da questa strada.

Nuovo mercato aperto ai players europei

Essendo inoltre la giurisdizione francese aperta ai residenti europei (la normativa è in linea con i principi UE), in teoria, tutti i players del Vecchio Continente potranno far parte di questo nuovo ed affascinante mercato.

La norma in un primo momento era stata interpretata in senso lato, poi per una questione di fair-play con altri partner (Monopoli di Stato in primis), si è deciso di applicarla in maniera più restrittiva (aperta ai residenti in mercati europei non regolamentati) ma c’è da giurarci che le piattaforme transalpine siano disposte a rivedere certe politiche in futuro, soprattutto nel caso dovessero esserci degli imprevisti nel processo regolatorio.

I paesi che non vogliono aderire rimarranno tagliati fuori e vedranno i loro mercati crollare, non essendo collegati ad una liquidità internazionale, quando i francesi, di fatto, daranno l’opportunità a tutti di giocare nel nuovo pool condiviso (come detto in linea con i principio UE di libertà di servizi). Per fare un esempio, già in passato gli italiani, i tedeschi etc. giocavano su Winamax e PokerStars.fr.

Il futuro è nella liquidità aperta

I giocatori in futuro avranno quindi una doppia opportunità: o unirsi ai tavoli del poker dot eu 2.0 e/o emigrare ed accedere alla liquidità internazionale (.com). Per questo i mercati chiusi sono oramai un format stra-superato e non accettato più dai players. Gli operatori che per primi crederanno in questo progetto (ed accontenteranno i loro clienti) avranno un vantaggio enorme.

Anche perché gli spagnoli hanno già strizzato l’occhio ad un futuro allargamento con la Danimarca, mentre alle riunioni degli enti regolatori dei quattro paesi fondatori, prendono parte anche Germania, Austria (che ha già una liquidità condivisa con la Finlandia) e Gran Bretagna. Il futuro è già scritto.

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