Amanti degli slowroll e dei rischi: Paul Phua svela i giocatori di poker asiatici

 

Paul Phua è uno degli uomini più influenti nel mondo del poker in Asia. Il businessman malese è il padrone del Big Game di Macao e Manila, ovvero il personaggio chiave che nei primi anni del decennio fece partire le ricchissime (e facilissime) partite high stakes nella ex colonia portoghese.

È passato tanto tempo da quando Phua ha scoperto il poker, e da allora anche il suo gioco è migliorato nettamente, al punto che molti pro non lo considerano un semplice giocatore amatoriale. Diversi regular delle partite nosebleed di Macao (tra cui Phil Ivey), lo reputano infatti un ottimo giocatore, che sarebbe capace di guadagnarsi da vivere con il poker.

Data la sua grande esperienza e il ruolo di “ponte” tra i due mondi, non c’è nessun personaggio migliore di Paul Phua per parlare delle differenze tra i giocatori occidentali e quelli orientali. Lo aveva già fatto in un’altra occasione insieme a Dan Cates e Winfred Yu, ma questa volta il businessman ha deciso di trattare l’argomento più in profondità.

Paul Phua con Tom Dwan

Paul Phua svela i giocatori asiatici

Più aggressività e più ore ai tavoli

“In Occidente ci sono i giocatori tight, quelli loose-passive e quelli aggressivi, e lo stesso avviene in Asia”, ha premesso Paul Phua. “Ma indubbiamente, i giocatori asiatici hanno due caratteristiche: si prendono più rischi e giocano molto più a lungo. Soprattutto i giocatori amatoriali”.

Lo slowroll

Un altro fattore interessante, riguarda la slowroll. La pratica di non chiamare subito con il nuts è considerata una mancanza di rispetto in Occidente. Tenere sulle spine l’avversario con la consapevolezza di averlo battuto è un atteggiamento che molti europei e americani reputano odioso. In Asia non è così.

I giocatori asiatici amano slowrollare. Non ci vedono nulla di male, anzi: sono convinti che sia molto spassoso. E se tu li slowrolli, loro ridono! Questa è una grande differenza tra il poker in Occidente e in Asia. Da noi lo slowroll è divertente”.

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Le bad beat

Cambia nettamente anche l’atteggiamento nei confronti delle bad beat:

“Inoltre i giocatori asiatici tendono a prendere molto meglio le bad beat. Rispetto agli occidentali, gli asiatici non esternano la loro frustrazione. Gli americani e gli europei sono molto più espliciti nel dimostrare la loro rabbia per uno scoppio subito”.

Prendere rischi, sempre e comunque

Infine, Paul Phua ha parlato della credenza secondo la quale gli asiatici (soprattutto quelli cinesi) abbiano una natura da veri gambler. C’è molta verità in questo luogo comune.

“I giocatori asiatici hanno una mentalità che li porta a prendere molti rischi. Non è così per tutti, ovviamente, ma per la maggior parte. Prendono rischi anche quando si siedono a un tavolo sapendo di essere sfavoriti. A volte vogliono solo mettere alla prova la loro fortuna. Quando gli dici che non sono all’altezza dei pro, loro ti rispondono che possono comunque ricevere mani forti e runnare bene. E per questo motivo continuano a tornare al tavolo anche se perdono sempre”.

paul-phua

Tuttavia, nessuno ha bankroll illimitati. E quando vuoi gamblare e rischiare in ogni singola sessione, hai ottime possibilità di finire broke:

“Fa parte della cultura asiatica, credo. Prendere più rischi, perdere ancora un po’ di soldi prima di fermarti (ride, ndr). E questo è il motivo per cui molti giocatori amatoriali asiatici non tornano più ai tavoli: prendono troppi rischi e perdono cifre troppo alte. Inoltre molti di loro sono testardi, non ascoltano i consigli di nessuno. Pensano di aver semplicemente runnato male. Molti di loro sono così”.

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