Doug Polk: “Il poster di Chris Ferguson alle WSOP 2018 è un insulto alla comunità online”

La vittoria di Chris Ferguson nella race al WSOP Player of the Year ha lasciato tutti senza parole.

In parte perché “Jesus” era sparito dal circuito da anni e non sembrava intenzionato a rimettere piede in una poker room, figuriamoci a grindare le WSOP come al culmine della carriera. In parte perché, tralasciando le considerazioni tecniche, molti credevano che non avrebbe avuto il coraggio di inseguire un obiettivo così prestigioso e “mediatico” dopo lo scandalo di Full Tilt Poker.

Invece, Chris Ferguson ha sbaragliato la concorrenza prima alle WSOP (17 ITM, di cui due final table) e poi alle WSOPE di Rozvadov, dove si è anche tolto la soddisfazione di vincere il sesto braccialetto della sua carriera.

Dall’oggi al domani, Ferguson è passato dall’essere un personaggio in “auto-esilio” al ritrovarsi sotto le luci dei riflettori. Una circostanza incredibile per molti ex giocatori di Full Tilt Poker, tra i quali figura anche Doug Polk. Il professionista di Las Vegas costruì un bankroll milionario proprio su quella poker room, e recentemente ha voluto dire la sua sul neo Player of the Year.

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Doug Polk commenta la vittoria di Chris Ferguson

“So che per molti di noi è assolutamente incredibile, ma Chris Ferguson è davvero il WSOP Player of the Year 2017“, ha detto in un video sul suo canale YouTube. “Come possiamo accettare qualcosa di simile dopo quello che è successo ai nostri soldi? Io avevo dei soldi su Full Tilt e so che molti di voi erano nella stessa situazione. Anche se abbiamo ricevuto il nostro denaro indietro grazie all’acquisizione di Pokerstars, è pur sempre qualcosa di incredibile”.

Proprio per questo motivo, Doug non ha preso bene il selfie di Phil Hellmuth con Chris Ferguson.

“Credo che Phil abbia sbagliato. Era necessario maggiore rispetto per il dolore che gli amministratori di Full Tilt – tra cui Ferguson – hanno causato a migliaia di giocatori”.

Successivamente, Doug ha spiegato ai suoi followers più giovani in cosa consiste lo scandalo Full Tilt e perché Chris Ferguson ne è uno dei protagonisti.

Ferguson a Rozvadov

Chris Ferguson e il Black Friday, spiegato da Doug Polk

“Chris Ferguson ha 54 anni e ha vinto 6 braccialetti WSOP. Era uno dei fondatori di Full Tilt Poker e si vociferava che possedesse la seconda quota più grande della società”, ha spiegato Doug prima di riportare indietro l’orologio agli anni d’oro del poker.

“Fino al 2011 c’erano due superpotenze nel poker online: Pokerstars e Full Tilt. Pokerstars teneva i soldi dei giocatori in un conto segregato, che garantiva la sicurezza e l’immediata disponibilità dei bankroll. Full Tilt Poker era organizzato in un altro modo: i soldi dei giocatori erano un po’ dappertutto e venivano utilizzati per pagare le persone. C’erano tantissimi rumors di team pro pagati direttamente con i soldi dei giocatori. Pare che ricevessero anche un milione di dollari al mese”.

La spiegazione di Doug Polk è accurata e infatti quando il governo degli Stati Uniti ha oscurato tutti i siti di poker online dagli USA (il famoso Black Friday), Pokerstars ha immediatamente consegnato i fondi alla sua utenza, mentre i vertici di Full Tilt Poker sono stati smascherati.

Risultò che decine di milioni di dollari degli utenti erano stati utilizzati per pagare il team pro o le spese di gestione della piattaforma, ma in alcuni casi gli azionisti li avevano persino spesi per comprare beni personali, se non addirittura per fare prestiti ad amici pro!

“Se non fosse stato per Pokerstars, che ha acquistato Full Tilt e pagato personalmente tutti i giocatori (purtroppo l’odiosa burocrazia italiana ha obbligato la poker room della picca rossa a distribuire i bankroll attraverso delle promozioni e non consegnando le giuste cifre a ogni singolo utente, ndr) probabilmente non avremmo mai ricevuto i nostri soldi indietro”, ha concluso Doug.

Chris Ferguson e Howard Lederer

Chris Ferguson e Howard Lederer

Innocenti fino a prova contraria

Tra coloro che sono stati accusati di aver utilizzato i fondi dei giocatori c’è Howard Lederer, ormai quasi completamente sparito dalle scene. Non è mai stato dimostrato il coinvolgimento diretto di Chris Ferguson, ma “Jesus” era quasi sicuramente a conoscenza della truffa in corso.

“Quando gestisci una compagnia e hai una grossa quota, è una tua responsabilità fare in modo di restituire alle persone i propri soldi“, ha proseguito Polk.

“C’è stato un processo ma gente come Howard Lederer, che aveva intascato 44 milioni di dollari dei giocatori, ne ha restituiti solo 2.2 milioni in seguito a un accordo con il DOJ. Chris Ferguson non aveva lo stesso ruolo, ma era certamente coinvolto“.

Tuttavia, anche Doug sa che secondo la legge, Chris Ferguson è un uomo innocente.

“Viviamo in una nazione nella quale si è innocenti fino a prova contraria. È difficilissimo capire se Ferguson avesse delle responsabilità dirette. Poteva sapere tutto oppure non sapere niente. Non è stato determinato ufficialmente, quindi, secondo la legge, Chris Ferguson è una persona innocente. Non è stato condannato ad alcun crimine”.

Ciononostante, Doug non crede che sia giusto celebrare la sua vittoria nel POY.

“Anche se è innocente, non è detto che sia una persona in buona fede. Non possiamo far finta di niente dopo quello che è successo. Sì, quei soldi sono stati pagati, ma non da parte di Full Tilt o Chris Ferguson. Senza l’intervento di Pokerstars, avremmo mai avuto i nostri soldi indietro?”

Doug Polk: “Il poster di Ferguson è un insulto verso la comunità online”

Doug ha concluso il suo discorso dicendo che personalmente non dà molta importanza a un titolo come il Player of the Year, ma al tempo stesso ritiene quanto meno di cattivo gusto esporre il mega-poster di Chris Ferguson alle WSOP 2018.

“Francamente, a chi importa del Player of the Year? Certo, alle WSOP 2018 ci sarà il cartellone con la faccia di Chris Ferguson nelle sale del Rio. Il prossimo anno, dovrete guardare la sua faccia mentre giocherete il vostro torneo da $400. Questo è un po’ un insulto alla comunità online”.

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