Charlie Carrel: “Consigli? Ne ho solo uno: all’inizio giocate esclusivamente il cash game”

Nel corso di un recente podcast, Charlie Carrel ha parlato a lungo della sua vita privata e della sua carriera. Dopo aver riportato la sua ammissione di essere andato broke a Montecarlo nel 2016, oggi ci occupiamo di un aspetto più tecnico: nel corso della chiacchierata con Scot Lenter di Betcoin, il giovane professionista britannico ha fatto un’interessante analisi sul valore di giocare esclusivamente il cash game all’inizio della carriera.

Charlie Carrel e quel deposito di $15

Charlie ha ripercorso la sua carriera, a partire dal leggendario deposito di $15 che diede il via a tutto.

Ho iniziato con un deposito di $15“, ricorda oggi. “Il primo torneo che ho vinto nella mia vita è stato un torneo turbo da $1 di buy-in con prima moneta di $40. Dopo quella vittoria ho sperimentato diverse varianti, come l’heads-up, ma alla fine ho capito, parlandone con i miei amici, che dovevo grindare i sit&go multitable con tavoli 9-handed. Li ho grindati per un’eternità e al tempo stesso davo gli esami all’università”.

La prima grande svolta della sua carriera c’è stata quando, a 19 anni, ha scoperto lo Zoom Poker.

“Giocando i sit sono salito a circa $200. A quel punto ho iniziato a giocare lo Zoom Poker. Lì ho trovato la mia dimensione, ho scalato tutti i livelli e poi mi sono spostato sugli MTT e gli high roller live”.

Il consiglio di Charlie Carrel a chi vuole diventare pro: giocare solo il cash game

A Carrel viene chiesto di dare un consiglio a chi vuole diventare un professionista. Il britannico risponde con decisione che c’è solo un consiglio sempre valido: giocare esclusivamente il cash game.

“C’è solo un consiglio generale e sempre valido che posso dare a chiunque sia agli inizi: gioca il cash game e nient’altro oltre al cash game. Dimentica i tornei, li potrai aggiungere più avanti nel tuo percorso”.

Carrel spiega un concetto che aveva già affrontato Doug Polk: i giocatori di cash game sono più preparati e completi dei torneisti.

“Quando sei un principiante hai un bisogno disperato di vedere il maggior numero possibile di turn e river“, prosegue Carrel. “Quando sei all’inizio, il cash game ti permette di sperimentare mosse particolari come i bluff al river, le combinazioni di check raise e tutto ciò che negli MTT non puoi fare”.

Charlie Carrel (photo courtesy Tomas Stacha/Pokerstars)

Secondo “Epiphany777”, che è effettivamente cresciuto a pane e cash game (coachato anche da Christian “IwasK.Mutu” Favale), il cash game è la miglior palestra possibile per diventare giocatori veramente competitivi.

“Il cash game ti permette di accumulare esperienza su tutte le streets e testare tutte le possibili giocate“, conclude il pro 24enne. “Successivamente potrai applicare le abilità che hai acquisito nel cash game a qualsiasi altra forma di poker. Questo è proprio ciò che ho fatto: mentre salivo dal NL 10 al NL 1.000 ho giocato al 99% solo cash game”.

Bonus immediato di 30€ su Lottomatica, per Poker Scommesse e Casinò. Registrati da questo link e inserisci il codice SUPER30!

multiprodotto_300x250_ita

Charlie Carrel e l’importanza di dedicarsi al 100% a un obiettivo

Carrel chiude il discorso sulla sua carriera raccontando di quell’estate incredibile che visse qualche anno fa, quando si era messo in testa di diventare un professionista del poker. All’epoca Charlie aveva appena lasciato l’università per dedicarsi al cash game e per trovare la giusta concentrazione si era trasferito a casa della nonna.

“Vissi un’estate davvero sick, durante la quale dissi addio a tutta la mia vita sociale. Vivevo da mia nonna e grindavo tutto il giorno. Iniziai l’estate al NL 25 e a fine settembre ero al NL 1.000. Giocavo 16 ore al giorno, quasi non dormivo, mangiavo cibo d’asporto e bevevo di tutto. Non era una buona prospettiva per il mio corpo e la mia mente, ma fu una corsa spettacolare e molto divertente”.

Secondo Carrel, chiunque abbia un obiettivo che vuole raggiungere a tutti i costi dovrebbe assolutamente ricreare una situazione del genere, nella quale non ci sono distrazioni.

“Quella situazione mi dava esattamente il tipo di focus di cui avevo bisogno per farcela nel poker. Credo che chiunque dovrebbe mettersi in una situazione del genere per motivarsi a giocare ogni giorno, trasformando l’obiettivo finale in un’ossessione positiva. Poi, come ho fatto io, quando la carriera raggiunge livelli di grande successo, si può rallentare e godersi la vita”.

CONTINUA A LEGGERE

Lascia un commento