Tuan Lam, dal Main Event WSOP sfumato per un 6 di cuori a un oblio lungo 10 anni

Tuan Lam, qui durante l’heads up del WSOP 2007 Main Event

Un sei di cuori, poi l’oblio. La storia di Tuam Lam è davvero particolare e, probabilmente, la maggior parte di voi non ne ha mai sentito parlare o non riesce a ricordare chi sia. Vi rinfresco un po’ la memoria.

Siamo nel 2007, per la precisione il 18 luglio. A lottare per il titolo di campione del mondo di poker sono rimasti solo in due: un americano e un canadese. Caso vuole poi che Jerry Yang sia di origini cinesi, e che Tuam Lam abbia nel paese della foglia d’acero la sua patria d’adozione, ma sia vietnamita.

Carneade vs carneade: l’heads up 2007

Il poker viene dall’edizione record, quella dei 12 milioni vinti da Jamie Gold. Tuttavia, la storia insegna che non è scritto da nessuna parte che il vincitore del WSOP Main Event debba essere l’ambasciatore ideale del poker. A posteriori, probabilmente in nessuno dei due casi sarebbe cambiato molto, in quanto nè Jerry nè Tuan avevano le stimmate del personaggio che buca il video e conquista le folle. C’è però un “runout” crudele, a rendere quell’heads up indimenticabile, soprattutto per chi lo ha perso.

Siamo al livello 400.000/800.000 e Jerry Yang apre a 2,3 milioni, Lam annuncia l’allin per 23 milioni e Yang, dopo breve riflessione, annuncia il call. In quel momento lo stack di Jerry era di poco inferiore ai 100 milioni, quindi anche perdendo la mano sarebbe rimasto in vantaggio di chips di circa 3 a 2. Allo showdown si materializza un tipico coinflip, per cui gli **q8* **f8* di Yang devono cercare di reggere contro i **qa* **qq* del canadese.

Il flop porta subito una **fq*, insieme a un **p5* e a un **f6*. Tutto lascia pensare a un double up che rimetterebbe in discussione la vittoria finale, poichè a Yang rimangono i due 8 e qualche improbabile progetto backdoor. Ma improbabile è ben diverso da impossibile, quindi il turn **q7* fa aumentare gli out dello statunitense, apparecchiando la beffa che giunge con il river **c6*.

L’apoteosi di Jerry Yang alla fine sarà solo quella della sua numerosissima claque presente al Rio, perché nei mesi e negli anni successivi non farà realmente mai nulla per consolidarsi nella memoria collettiva del poker.

Yang, un amatore è per sempre

Tutto questo, in buona sostanza, avviene perchè Yang era e rimane in fondo un amatore, che infatti ha continuato negli anni a giocare. Il suo hendon mob è infatti costellato di piazzamenti in eventi a buy-in anche molto basso, disputati più che altro a Las Vegas, a Los Angeles o in altre località della sua California.

Jerry Yang oggi

Tuan Lam: runner up, poi l’oblio

Ecco, guardando invece lo score di Tuan Lam salta subito agli occhi un particolare: il secondo posto da 4.840.981$ al WSOP 2007 Main Event è anche il suo ultimo piazzamento!

Che fine ha fatto Tuan Lam? In molti se lo sono chiesto, negli anni. Reperire informazioni su di lui non è stato semplice, perchè Lam non è proprio il prototipo di individuo social friendly. Dopo qualche anno e un paio di thread su twoplustwo, Chad Holloway è riuscito a rintracciarlo per Pokernews. Dalle brevi parole scambiate con lui emergono i contorni di un individuo sicuramente singolare, che probabilmente non era nato per diventare un campione di poker ma non per questo non ha onorato – a modo suo – l’exploit capitatogli.

Bonus immediato di 30€ su Lottomatica per Poker, Scommesse e Casinò. Registrati da questo link e inserisci il codice SUPER30. È un’esclusiva Assopoker!

multiprodotto_300x250_ita

“Ne ho persi un po’ online…”

Dopo il grande risultato, Tuan Lam ha iniziato a fare la spola tra il Canada e il Vietnam, dove poi è riuscito a tornare in via pressochè definitiva. Lui, oggi 51enne, ha confessato di aver inizialmente dilapidato una parte dei milioni incassati nel WSOP Main Event giocando online. “Mi annoiavo, soprattutto in Vietnam ero spesso da solo e così giocai a cash online, perdendo qualcosina”.
Quel qualcosina non viene precisato dal diretto interessato, ma pare che si tratti di circa 350mila dollari. Una cifra che avrebbe causato qualche attrito con la sua famiglia, che pare però averlo riportato coi piedi per terra.

Investimenti + umiltà + beneficenza: anche così le WSOP cambiano la vita

Tuan Lam sostiene che comunque quel torneo gli ha cambiato la vita, ma non nel modo in cui chiunque di noi sognerebbe. Lui, per esempio, ha effettuato alcuni investimenti immobiliari che gli consentono di vivere bene, ma ha trascorso e trascorre molto tempo girando per il Vietnam a fare beneficenza. “Sono contento dei soldi che ho e della vita che faccio, aiutare gli altri mi fa stare bene”, racconta.

Ciò che invece non lo faceva stare bene, per esempio, era il clima rigido del Canada. Forse è stata proprio questa, una delle principali ragioni che lo hanno spinto a tornare nel natìo Vietnam, insieme a qualche problema di salute.

Lam in una delle rarissime apparizioni live dopo il Main 2007

2014: un ritorno che dura 3 livelli

Ogni tanto, però, Tuan Lam ritorna a Las Vegas per giocare cash game insieme ad alcuni amici, principalmente al Bellagio. Alle WSOP, però, ha rimesso piede soltanto una volta, nel Main Event 2014. Tre livelli: tanto è durato il suo ritorno nel torneo che 7 anni prima gli aveva permesso di svoltare.

Negli anni si sono visti tanti campioni nascere grazie a un risultato, ma anche ragazzi che sono rimasti schiacciati da un unico exploit, che hanno poi inseguito vita e status da poker pro che non erano nelle loro corde. In questo senso va riconosciuto a Tuan Lam di aver avuto capacità e consapevolezza per ridimensionare il suo torneo della vita, facendolo rimanere un singolo – bellissimo – ricordo.

CONTINUA A LEGGERE

Lascia un commento