Steffen Sontheimer svela ad Assopoker: “Phil Hellmuth sta ancora cercando i miei leaks. Ho giocato molte più mani di lui…”

Dal nostro inviato a Rozovadov – Per tanti appassionati il poker è soltanto un gioco, per alcuni invece non lo è mai stato. Non che questo sia un male in senso assoluto anzi, visti i risultati ottenuti verrebbe quasi da dire il contrario, ma se pensate che dietro i successi di Steffen Sontheimer ci sia soltanto una buona dose di run, vi sbagliate di grosso.

Steffen Sontheimer (foto by Assopoker.com)

Se escludiamo Scott Blumstein (vincitore del main WSOP), Chris Vogelsang (Super HR Bowl da 300.000$) e Bryn Kenney (al suo anno migliore con oltre 8 milioni incassati), Steffen Sontheimer è il giocatore più vincente del 2017 con 6.911,318$, più dell’amico Fedor Holz fermo a quota 6,2 milioni.

Le WSOPE a Rozovadov gli hanno regalato altri due piazzamenti niente male, un quinto posto al One Drop da 100.000 e un quarto al side event da 25.000 per un altro milioncino, o giù di lì, messo in saccoccia. Lasciarci sfuggire l’occasione di scambiare due battute con il fenomeno del momento sarebbe stato un sacrilegio e allora andiamo a sentire cosa ci ha raccontato la scorsa settimana il buon Steffen, prima di volare a Punta Cana dove ha già centrato due tavoli finali in altrettanti high roller:

Steffen, i numeri parlano chiaro: nel field degli high roller sei l’uomo da battere, non tanto per il successo al Poker Masters quanto per i risultati ottenuti in tutto il 2017. Vuoi raccontarci com’è iniziata questa avventura?

Era da tempo che i miei amici, Fedor in primis, spingevano per portarmi nel circuito high roller. Ho sempre preferito l’online per questioni logistiche, poi ho capito di poter far bene anche live e mi sono messo sotto. In realtà è dal 2015 che ho cominciato a giocare dal vivo, ma i risultati sono arrivati solo quest’anno. Sapevo che sarebbe stata solo questione di tempo e non nego di aver runnato bene in questo 2017.

Dall’online al live il passo non è così semplice come si potrebbe pensare…hai lavorato su aspetti extra-pokeristici per essere al top anche dal vivo?

Onestamente no. Sono uno che trova la sua forza nello studio e nell’applicazione, è questa la mia marcia in più. Non ho bisogno di mettermi in chissà quale mood mentale per rendere al meglio, il mio essere confident al tavolo deriva esclusivamente dalla consapevolezza dei miei mezzi.

Steffen Sontheimer e Phil Hellmuth scherzano durante una pausa alle WSOPE (foto by Assopoker.com)

Che differenze trovi nei field degli high roller live rispetto all’online?

Beh, online ci sono tutti quelli bravi e il gioco è molto più tecnico. Live invece c’è gente che deposita $100.000 per giocarsi uno shot senza avere chissà quali basi pokeristiche, come se stesse andando a gamblare alla roulette o al blackjack. Gente così non la trovi ai tavoli online. Una delle cose in cui sono migliorato maggiormente nell’ultimo periodo è proprio questo aspetto. Essendo abituato a giocare soltanto contro avversari preparati non riuscivo a cambiare marcia e adattarmi agli amatori. Parlando con Fedor e altri amici ho imparato a giocare contro di loro e le cose sono decisamente migliorate. In alcuni casi l’aspetto principale è riuscire a entrargli in testa piuttosto che giocare un poker perfetto, perché ovviamente c’erano di fare il loro meglio ma non hanno alcuna idea del gioco.

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È vero che la GTO è l’unica strada percorribile per avere successo negli high roller?

La vera chiave è saper mixare GTO e gioco exploitativo a seconda delle situazioni, capire qual è il modo per massimizzare il valore in determinati scenari. Contro alcuni giocatori vale la pena chiamare con bottom pair tre strade e giocarsi 200 BB semplicemente perché glielo si legge in faccia che in quella mano non hanno nulla. In generale saper mixare è la soluzione per il poker live a qualsiasi livello: finché ci sarà gente che gioca per divertimento bisogna sapersi adattare. Se tutti giocassero solo per fare profitto la GTO sarebbe sicuramente l’unica soluzione, ma al momento siamo ben lontani da questo scenario…”

Una battuta su Phil Hellmuth: perché fa così tanta fatica ad ammettere il gap con le nuove generazioni?

Phil sa quello che fa, anche se potrebbe non sembrare. Lui è una star, ci siamo parlati un’oretta in questa trasferta ed era imbarazzante vedere quante persone gli chiedessero un autografo, una foto… Lui è un gran giocatore a 360°, solo che quando si parla di No Limit Hold’em non mi sento affatto inferiore. Ho giocato molte più mani di quante ne abbia fatto lui in carriera, ho lavorato sul mio gioco più di quanto lui non abbia mai fatto. Non è un caso che io riesca a exploitare i suoi leaks mentre lui sta ancora cercando di scovare i miei.

Il tuo amico Fedor ha creato addirittura un’applicazione per mettersi nello stato psicofisico migliore: la usi anche tu prima dei tornei?

Spero che non se la prenda, ma non ho scaricato – rivela Steffen Sontheimer – nemmeno la versione gratuita sul telefono! Scherzi a parte è una questione soggettiva, io ho il mio modo per essere ‘Primed’ che, come detto prima, risiede esclusivamente nello studio. Più sono preparato e meglio rendo al tavolo, quando sono in completo controllo di ciò che faccio il mio gioco non viene minimamente influenzato dal mio stato mentale. Penso che l’app possa aiutare tante altre persone, ma non è il mio caso…

 

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