Liquidità condivisa: vi sveliamo le posizioni di Italia, Francia, Spagna e Portogallo

Una premessa è doverosa prima di entrare nel merito della spinosa questione sul timing e lo start della liquidità condivisa nel poker online. La nostra indiscrezione pubblicata lunedì sulle pressioni francesi sull’Italia (sul timing) sono state in parte travisate, forse per un problema concernente la traduzione del nostro articolo. Alcuni media transalpini ci hanno citato come fonte (li ringraziamo per la correttezza) ma fanno riferimento ad un viaggio di Charles Coppolani in Italia. In realtà noi abbiamo scritto che il presidente dell’Arjel si è messo in gioco in prima persona, ma non risulta – a nessuna delle nostre fonti-  che sia volato a Roma.

A sua firma è stato inviato un atto formale al suo omologo italiano per conoscere le intenzioni in merito alla partenza. In modo del tutto legittimo gli spagnoli ed i francesi vogliono capire se partire in contemporanea oppure dover rinunciare, in una prima fase, all’ Italia e programmare una partenza a step.

La statua che ritrae la testata di Zidane rifilata a Materazzi durante la finale dei Mondiali del 2006. L’immagine dell’opera è stata utilizzata da alcuni media transalpini in merito agli  ultimi aggiornamenti della liquidità condivisa

Come è noto, i regolamenti attuativi da parte italiana non sono ancora stati pubblicati (procedure già formalizzate da Francia Spagna e Portogallo mesi fa), ma come vi abbiamo rivelato, alla Agenzie delle Dogane e dei Monopoli attendono  ancora le indicazioni finali da parte del Ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan (che dovrà esprimersi dopo le pressioni lobbistiche di vario livello ricevute), impegnato in questo momento nella stesura finale della Legge di Bilancio con l’iter parlamentare ancora in corso.

In attesa di una risposta, i francesi e gli spagnoli hanno colto al volo il messaggio e vogliono capire come organizzare il nuovo mercato, visto che non c’è più tempo da perdere per salvaguardare gli investimenti pluriennali e il gettito fiscale (entrate che potrebbero rientrare nell’offerta non autorizzata di altri paesi). Senza dubbio un atto di responsabilità da parte dell’Ajel e del DGOJ. Se si vuole salvare il cash game bisogna fare in fretta ed i transalpini vogliono avere rassicurazioni dagli italiani.

Abbiamo pubblicato – in esclusiva – i dati inquietanti del biennio 2016/2017 del mercato del cash game in Italia ed in Francia. Difficile pensare che qualcuno possa essere contento del perdurare di questa situazione, operatori in primis.

Nonostante il mercato abbia raggiunto i minimi storici, fa paura registrare numeri del genere: come è possibile bruciare, in meno di 18 mesi, un quinto dell’action in Italia e quasi un terzo in Francia? Un altro passo indietro e poi cosa rimarrà del mercato del cash game online e delle relative entrate fiscali?

E’ nota la “diaspora” dei giocatori italiani verso l’estero ed in particolare lo sbarco sulle piattaforme asiatiche e americane offshore che stanno registrando (non a caso) un’action in piena espansione (nel dubbio si può sempre consultare PokerScout).

I mercati segregati sono stati un fallimento totale in un gioco di liquidità come il cash (per chi non fosse esperto, il ragionamento da fare è molto elementare: se non ci sono tavoli aperti, i giocatori cercano action altrove). I francesi non vogliono perdere più tempo e vogliono partire, Italia o non, ad inizio 2018.

Nel frattempo mentre Francia e Spagna procedono spedite, il Portogallo a sorpresa presenta un nuovo disegno legge che, in parte, spazza via le carte giocate fino ad ora sul tavolo. Sia chiaro, i lusitani hanno già mandato in notifica a Bruxelles il regolamento che prevede la liquidità condivisa e non si comprende la necessità di un nuovo testo.

Gli esponenti del Governo sono voluti andare oltre (per quale motivo?) e vogliono aprire i loro confini a tutti i giocatori (come prevede la nuova proposta di legge del Governo) europei. In pratica l’apertura riguarderebbe tutti gli stranieri che vivono in paesi che non sono contrari alla liquidità condivisa. Si tratta di una normativa simile a quella francese.

Vuoi vedere che alla fine il mercato internazionale europeo 3.0 passerà dal Portogallo? Secondo attenti analisti, l’unico modo per il Portogallo di mantenere gli equilibri in giochi di liquidità come il poker e il betting exchange, è quello di aprire a tutti (come fa già un paese membro dell’Unione Europea come Malta). La liquidità internazionale sembra l’unica condizione per andare avanti. Ma proprio da Lisbona potrebbe aprirsi un fronte interessante per il poker europeo che potrebbe mettere sotto pressione i paesi che non vogliono regolamentare i propri mercati o aprirsi alla liquidità.

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