L’incredibile storia di TexasLimitKing, il ragazzo che chiamava river con 4 alta

Nella stragrande maggioranza dei casi, i nickname scelti per giocare a poker sono volute esagerazioni, per in cutere timore o darsi un tono. Tuttavia, nel caso di “TexasLimitKing” si trattava di un obiettivo prima, e di una semplice constatazione poi…
La storia di Alex Dalaklis è tra le più singolari che il poker abbia mai raccontato, tra mito e mistero.

Nato in Svezia da genitori greci, Dalaklis è uno dei primissimi fenomeni del poker online, mondo che peraltro ha già lasciato ormai da quasi 11 anni. Nel mezzo, alcuni anni di dominio assoluto in una specialità, quella del Limit Hold’em, che al tempo era ancora molto praticata dai top player mondiali. Che si erano dovuti inchinare tutti – o quasi – a questo ragazzino.

Quei 20$ di bonus…

In quella che rimane l’unica intervista che abbia mai rilasciato, Alex racconta la sua storia. “Avevo 17 anni e andavo ancora al liceo, quando venni a sapere da un amico che riusciva a guadagnare anche 3000 dollari al mese giocando a poker su internet”.
L’attrattiva era forte e, nonostante la minore età, Dalaklis provò a iscriversi su Pacific Poker, room che dava un bonus senza deposito di 20$. Era il 2003 e con quei 20 dollari Alex riuscì a costruire un piccolo impero, senza mai dover depositare neanche un centesimo. Questo è ciò che ha dichiarato lui, e che sia vero o meno si tratta solo del primo elemento “mitologico” di questo racconto.

“Iniziai coi sit’n’go ma dopo aver costruito un piccolo bankroll passai al cash game, partendo dai microlimiti.” Il gioco che lo attirava – il Limit Hold’em, per l’appunto – era affascinante e allo stesso tempo semplice, per un ragazzino che aveva una mente molto incline alla matematica e che era anche un bel prospetto negli scacchi.

Da lì a 3 anni era già a battagliare con i più forti giocatori al mondo, ma senza bruciare le tappe: “Dai microlimiti agli stake più alti in circolazione ho impiegato 3 anni. Ma nel giro di un anno e mezzo giocavo già regolarmente il 300$/600$”, raccontava.

Dai micro agli high stakes in 3 anni: nasce TexasLimitKing

Da Gus Hansen a Phil Ivey, tutti i più forti dovettero fare i conti con “TexasLimitKing”. Questo era il nickname che si era scelto su Full Tilt Poker, la poker room che lo fece definitivamente diventare una stella, per quei pionieristici tempi.

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Full Tilt, la gloria e l’addio al poker

Full Tilt Poker fu anche la sua ultima room, perchè dopo a fine 2006 “TexasLimitKing” sparì dalla circolazione. Secondo alcuni era stato bannato per “pattern mapping” (al tempo ne parlavamo qui) ma altri dicevano che fosse lui, a non fidarsi più del software della red room. Nell’intervista citata, la sua versione è la seguente: “Feci cashout e da allora non ho più giocato una singola mano.” L’intervistatore ovviamente gli chiede come mai avesse deciso di mollare tutto, con tutti i soldi che aveva vinto e continuava a vincere. “I soldi mi interessavano fino a un certo punto. Il mio vero obiettivo era diventare il miglior giocatore di Limit Hold’em al mondo. E ci ero riuscito.”

Tornato in Grecia, da allora Alex Dalaklis si è dato a vari business insieme ai fratelli e alla famiglia, e pare non senta la mancanza del poker.

La mitica mano con 4 high

Il poker sente però la mancanza di un personaggio del genere e di mani come questa, sicuramente tra le 3-4 che hanno più fatto discutere nella storia:

Avete letto bene: call al river con 4 high…

Altrettanto celebre è rimasta la chat susseguente:

Un call ai limiti del concepibile, visto che avrebbe vinto solo nel caso in cui l’avversario avesse avuto 23 o 33.

Diversi hanno usato nel tempo questa mano come dimostrazione che TLK avesse una sorta di superaccount o usasse qualche trucco ignoto ai più. Più realisticamente, qualora ci fosse stato qualcosa di losco la mossa più logica non sarebbe stata certo il call, ma un raise al river che avrebbe certamente fatto foldare l’avversario, senza che nessuno si accorgesse di nulla. A tal proposito, l’avversario rispondeva al nome di Dustin Woolf, ovvero un altro mito dei primi anni del poker online.

Molto probabilmente, in TexasLimitKing c’era proprio quella voglia di dimostrare di essere il più forte. E tanto gli bastava.

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