Scott Blumstein: “Non giocherò agli high stakes, non voglio finire come Peter Eastgate”

C’è una mano di Peter Eastgate che è diventata il simbolo di quanta differenza ci sia tra un “comune” professionista e un regular delle partite high stakes.

Siamo nel 2008 e il danese è il neo-campione del Main Event WSOP, torneo che ha vinto per 9.12 milioni di dollari. Poco dopo il successo, le interviste di rito, le fotografie, la sponsorizzazione di Pokerstars, arriva anche la chiamata dai tavoli high stakes.

Alcuni noti pro come Doyle Brunson e Tom Dwan invitano Eastgate a sedersi al tavolo di High Stakes Poker, storico show sul cash game high stakes. Peter accetta, convinto di potersi imporre su quegli squali proprio come aveva fatto nel Main Event WSOP.

Peter Eastgate in mezzo agli squali di High Stakes Poker

Molti ricordano ancora oggi come andò a finire quella sessione: Peter Eastgate fu massacrato dagli specialisti del cash game. La mano più nota è quella in cui fu bluffato da Tom Dwan, che non solo lo costrinse a foldare un tris, ma indovinò anche il punto che aveva in mano.

C’è un’altra mano, però, che è ancora più rappresentativa, nella quale Eastgate commise un errore banale dettato dallo stress enorme che lo stava divorando. Un errore che gli costò $25.000 e che il nuovo campione del mondo Scott Blumstein ricorda molto bene.

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Scott Blumstein: “Non sono al livello dei top player”

Blumstein ne ha parlato nel corso di una recente intervista a Cardplayer, al termine di una riflessione per spiegare la sua assenza dai tavoli high stakes dopo il successo il trionfo da 8.15 milioni di dollari.

La sua risposta è estremamente onesta e umile, quindi, considerando ciò a cui siamo abituati in questo mondo, anche inaspettata.

“Ci saranno sempre tornei più cari e partite di cash game più alte, ma io non voglio salire di livello“, ha dichiarato il 25enne. “Il poker è un gioco molto difficile e ci sono tanti giocatori molto molto forti“.

Con grande intelligenza, Blumstein comprende di non essere all’altezza dei top player, motivo per cui non ha alcuna intenzione di sfidarli nelle partite high stakes o negli high roller.

“Nessuno mi ha invitato a partecipare a certe partite nosebleed, ma anche perché io non ho mai fatto intendere di volermi sedere a certi tavoli. Non ho alcuna intenzione di giocare quelle partite, non voglio farmi coachare per giocare a certi livelli. È il primo passo per ficcarsi nei guai“.

Scott Blumstein

Scott Blumstein: “Niente high stakes per me, non voglio fare come Peter Eastgate”

Ed è a questo punto che Scott Blumstein riporta la mano di Peter Eastgate di cui parlavamo prima. L’errore del danese è ben impresso nella mente del neo-campione WSOP, ed è il miglior monito per evitare di giocare in partite dove sarebbe il fish di turno.

“Peter Eastgate rappresenta il miglior ammonimento per me. Penso a lui a volte, perché mi ricordo perfettamente del “misclick” che fece ad High Stakes Poker. Ricordate l’errore che gli costò $25.000?

Ecco cosa successe di preciso:

Eastgate aprì il gioco a $3.000 con **p9* **p8*, ricevendo il call di Eli Elezra, Ilari Sahamies e Daniel Negreanu. Sul flop **f6* **q8* **qk*, Eastgate puntò per sbaglio $32.000 sul pot di $13.600. Come fece immediatamente notare Negreanu, mise in mezzo una chip da $25.000 per errore. Kid Poker e “durrrr” iniziarono a deriderlo.

Elezra, che su quel flop aveva un progetto di colore con **qj* **q6*, colse invece l’occasione per rilanciare a $108.000. Eastgate sorrise nervosamente, disse “mi è costato $25.000” e foldò la sua mano.

Blumstein dice che quell’episodio è sufficiente a tenerlo lontano dalle partite high stakes.

Ci ripenso sempre a quella mano, e non solo perché credo che Peter non avrebbe dovuto partecipare a quella partita, ma perché penso al nervosismo e la pressione di una situazione del genere. Peter mostrò di non essere preparato per quei livelli, così come non lo sono io“.

Blumstein conclude il suo discorso confermando che non lo vedremo impegnato nel cash game high stakes.

“Mi piacerebbe shottare agli high stakes, certo. L’ho anche considerato, ma non voglio farlo. Non ho niente da dimostrare e il poker è un gioco molto difficile. Sono contento di aver vinto il Main Event e non ho intenzione di provare a vincere ai livelli più alti”.

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