Le Poker rooms offshore accettano prelievi in Bitcoin ed altre crypto: il timing dei cash out in America

L’uso delle crypto valute è diventato di uso comune tra le poker rooms offshore per gestire i cash out dei players nel 2017. I più importanti network che operano senza licenze statunitensi (ma di Curacao e del Costa Rica) in pochissimo tempo hanno colto l’opportunità ed eludono la legge federale UIGEA (che non permette transazioni bancarie da siti di gambling) gestendo i prelievi dei players anche con Bitcoin (oggi in forte calo) e crypto di ogni genere. E c’è da dire che le crypto si stanno rivelando uno dei metodi più celeri insieme agli eWallets.

Negli States non è vietato giocare a poker online, sono vietate le operazioni finanziarie/monetarie, quindi, da un certo punto di vista, le operazioni in crypto si collocano in una zona (legale) grigia e soprattutto rendono i cash out quasi del tutto invisibili agli occhi delle autorità governative. Ma è meglio soffermarsi un secondo sui rischi.

I rischi delle piattaforme offshore: il Black Friday insegna

Doverosa premessa: inutile dire i rischi che comporta giocare su queste reti, considerando che – molto probabilmente – stanno violando una legge federale statunitense, considerando che gestiscono soprattutto operazioni di versamento e prelievo tradizionali  (che in questo caso rientrano nell’ambito di applicazione dell’UIGEA).

Ancora non possiamo trascurare e scordarci degli enormi problemi finanziari causati dall’inchiesta Black friday ai giocatori di tutto il mondo. Un incidente che ha rallentato per almeno 5 anni la crescita del poker mondiale.

Quindi state molto attenti: in caso di cash out da questi network, non solo state violando la legge ma in teoria dovreste dichiarare al fisco italiano le vincite (sempre che venite ammessi). E soprattutto, non vanno sottovalutati i rischi di instabilità del sistema (offshore). Basta un blitz dell’FBI per far crashare tutto, vedi in passato con Full Tilt, Absolute Poker e UB.com.

Anche per questa ragione è preferibile giocare su rooms regolarmente autorizzate. Ma il punto di questo articolo è un altro.

Indagine: l’uso delle crypto nel mondo del poker

Ma è interessante capire e conoscere questo mondo parallelo anche perché il gioco legale, in modo inevitabile, dovrà per forza di cose adeguarsi e disciplinare questi aspetti.

Di fatto, le piattaforme offshore stanno creando i presupposti per creare una nuova liquidità internazionale parallela rafforzata con l’uso delle crpto. Gli enti regolatori americani ed europei devono, alla velocità della luce, cercare di regolamentare il settore.

Al momento, solo i siti offshore adottano (per ovvie ragioni) Bitcoin e company. I network più importanti già in tutto il 2017 erano operativi con questo sistema operativo nella gestione del cash out.

Il sito americano Professionalrakeback ha svolto un’indagine monitorando i tempi di cash out delle principali rooms e reti.

Le piattaforme: il timing di cash out e le fee con Bitcoin

Winning Poker Network (che serve American Cardroom, Ya Poker ed altre rooms) gestisce i prelievi in Bitcoin (minimo payout $50 massimo $10.000, 0 fees) con grande efficienza. E’ partito nel 2017 con un cash out medio che sfiorava i 3 giorni in Bitcoin mentre altre crypto non erano accettate. Nell’ultimo trimestre del 2017 WPN è arrivato a gestire queste operazioni in meno di una giornata.

La room garantisce il cash out entro 2 giorni ma nella realtà, in Bitcoin, il processo è molto più veloce. Ancora più rapido con le altre crypto (che battono sul tempo anche gli eWallet). Per esempio, la gestione di cash out attraverso assegni richiede 12 giorni ma in alcuni momenti il servizio è stato anche sospeso.

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Un’altra piattaforma offshore, Chico Poker Network (una delle skin di riferimento è BetOnline) accetta Bitcoin da un anno, garantendo un timeframe di 1 giorno e mantenendo le promesse con cash out velocissimi.

Chico accetta anche Ethereum e Litecoin, tutti i payout sono garantiti entro una giornata con zero fee, mentre per farvi capire, un trasferimento bancario richiede un costo di $45 ma può arrivare fino a $747. Questo per comprendere come questi metodi possono essere molto più celeri e meno costosi. Il tetto massimo per il cash out è anche in questo caso di $10.000. Zero fee anche per Neteller mentre con Skrill il costo è di $20.

Analizziamo infine un network molto importante come l’asiatico PaiWangLuo che serve Ignition room, Bodog e Bovada (fondati dal magnate canadese Calvin Ayre). In questo caso il provider ha gestito molto bene durante il 2017 i cash out in Bitcoin in modo molto veloce (meno di un giorno) ma è peggiorato nell’ultimo trimestre (quasi due giorni) rispettando però il timeframe garantito agli utenti.

Più lenti i cash out per Horizon Poker Network (che hanno avuto diversi problemi con il timing) mentre Gran Poker Network non ha garantito per tutto l’anno i prelievi in Bitcoin.

In linea di massima però l’inchiesta dimostra che oramai tutti i siti offshore gestiscono payout anche in crpyo ed i più importanti con un grado di efficienza importante.

Scenari in Europa: gli ultimi rumors da Malta

In Europa, i mercati che regolamenteranno per primi queste operazioni in crypto tuteleranno maggiormente i propri giocatori/consumatori ed avranno un vantaggio “competitivo” sugli altri mercati.

Gli ultimi rumors che filtrano da Malta è che l’MGA presto darà l’opportunità a tutti i propri operatori licenziatari di gestire i versamenti e prelievi in Bitcoin e nelle altre crypto virtuali (per esempio Ethereum, Litcoin etc). Non ci resta che attendere per capire quali saranno gli sviluppi nel Vecchio Continente, in un mondo che va alla velocità della luce (l’online).

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