Liquidità condivisa. PokerStars.es apre agli stranieri: “I giocatori non residenti in Francia e Spagna possono iscriversi sul .es”

Vi avevamo anticipato che qualcosa stava bollendo in pentola di clamoroso sulla liquidità condivisa e la bomba è stata confezionata oggi su un forum francese: “Les joueurs non résidents en France ou en Espagne pourront jouer sur le pool en s’inscrivant sur la licence .ES”. Gli stranieri quindi entrano nel mercato condiviso (molto probabilmente con gli scandinavi in prima linea).

“I giocatori non residenti in Francia e Spagna potranno giocare nel pool (condiviso, ndr) se si iscriveranno sulla licenza .es”. Parole e musica di Benjamin, manager di PokerStars sul sito Clubpoker.net.

“Riteniamo che la nuova liquidità condivisa sarà abbastanza grande da accogliere i giocatori stranieri senza incidere negativamente sull’ecosistema”.

Questo scenario apre mille ipotesi sul futuro della liquidità condivisa e crea anche delle pressioni enormi sugli scenari futuri del poker online  europeo.

Una cosa è certa: Arjel e DGOJ vogliono un mercato condiviso europeo. I continui ritardi dell’Italia li hanno spinti ad allargare il campo per rafforzare la liquidità interna.

E’ evidente che gli enti regolatori vogliono in tutti i modi salvare il mercato condiviso e rafforzare la liquidità ed il pool franco-iberico con nuovi giocatori stranieri.

Bisognerà capire se nel breve periodo l’apertura sarà interpretata in maniera più restrittiva o totalitaria verso tutti i players europei. L’ipotesi più probabile, nei prossimi mesi, è che sarà aperta a quasi tutti gli europei ma aspetteranno ancora per gli italiani ed i portoghesi.

Come vi abbiamo più volte spiegato, per noi non è una sorpresa la novità emersa oggi, visto che la struttura del mercato sia francese che spagnolo è aperta: in teoria tutti possono iscriversi.

Il manager di PokerStars ha specificato che su PokerStars.es non possono iscriversi solo i francesi, ovvero i giocatori francesi ed iberici non  possono avere un doppio account. 

La legge regolatoria dell’Arjel è in vigore dal 2009, tutti sanno.  Le parole del manager Benjamin Fougerouze vanno prese quindi senza dubbio molto sul serio, anche perché le normative dei mercati sono in linea con i principi dei Trattati dell’Unione Europea. Ma dove si spingeranno in futuro Arjel e DGOJ è difficile capirlo al momento, l’unica cosa certa è che il progetto della liquidità condivisa avrà una connotazione profondamente europea con un field internazionale.

poker-online-europa

In origine i francesi, sia PokerStars.fr che Winamax.fr, accettavano gioco di tutti i residenti europei, italiani compresi.

Poi a seguito di pressioni politiche hanno fatto un passo indietro e, in vista della liquidità condivisa (i dialoghi tra i Monopoli e l’Arjel e il DGOJ vanno avanti dal 2012), hanno ristretto il campo ai residenti di paesi dove i mercati non sono regolamentati.

L’anno scorso PokerStars.fr ha chiuso le frontiere per questioni politiche legale agli accordi con ADM,  Winamax.fr non l’ha fatto mentre gli spagnoli non hanno mai chiuso il campo.

In Spagna, dal momento del lancio, 888Poker.es e PartyPoker.es hanno sempre avuto una liquidità aperta mentre PokerStars.es aveva scelto di rimanere con le frontiere sbarrate. Ma ora tutto è cambiato.

Come detto, a questo punto l’interrogativo è come verrà interpretata questa mossa da parte di PokerStars.es? Di sicuro al momento i residenti di Italia e Portogallo saranno essere esclusi, almeno fino a quando reggerà l’accordo del 6 luglio 2017 firmato a Roma.

Per i media internazionali come l’autorevole Nick Jones di PokerIndustryPro, sarà aperta ai giocatori internazionali: “le regole inerenti la liquidità condivisa tra Francia, Spagna, Italia e Portogallo non impediscono ai giocatori internazionali di far parte del pool”.

Si pensava ad una protezione dell’ecosistema del mercato franco-spagnolo ma Fougerouze ha risposto ad un utente: “lo moniteremo da vicino e apporteremo eventuali modifiche, se necessario”.

Dovrebbero essere esclusi i giocatori che fanno parte di mercati regolamentati e che prendono parte al field dot com, come Regno Unito, Danimarca, Belgio, Romania ed Estonia.

Nei test effettuati da Pro, l’accesso di PokerStars.es era disponibile da vari indirizzi globali IP come Norvegia, Nuova Zelanda ma altri paesi come Olanda, Germania e Svizzera reindirizzano a PokerStars.eu e PokerStars.com. Bisogna capire se è un problema tecnico oppure una soluzione voluta. Sono passate poche ore dalla partenza del nuovo mercato condiviso franco-spagnolo.

E’ molto probabile inoltre che PokerStars non promuoverà le iscrizioni internazionali ma lascerà una strada aperta dei players che verranno a conoscenza della novità.

Ma perché PokerStars ha deciso di aprire il mercato solo attraverso PokerStars.es? E’ molto probabile per una precisa strategia sulla tassazione: sappiamo che in Francia nel cash game si applica il 2% sul pot che è pari al 35% al 40% del rake lordo. In Spagna è invece del 25%.

CONTINUA A LEGGERE