Rino Fusco: “la mia nuova sfida nel cash game (NL100) e nel coaching con Pokermagia”

L’esperto coach di Pokermagia Rino Fusco ha deciso di intraprendere una sfida insolita, considerando i trend e le mode del momento. Ha deciso di dedicare gran parte del suo tempo allo studio e al gioco del cash game. Per quanto riguarda gli MTT, continuerà a giocare solo high roller e soprattutto non ha perso l’amore per il coaching: è alla ricerca di 4 grinder da selezionare per un programma di staking con Pokermagia. Il player partenopeo ci spiega nel dettaglio questo momento particolare della sua vita e carriera pokeristica.

Rino Fusco

 

Ciao Rino. Puoi spiegarci la tua nuova sfida da grinder? Come stanno andando le cose nel cash game in questi mesi?

Rino Fusco: Ciao a tutti, sta andando bene, meglio rispetto a quanto mi aspettassi.

Perché eri così pessimista prima di iniziare il percorso?

RF: Non avevo mai giocato una mano, non pensavo di ottenere subito risultati così interessanti. Ma con il mio coach Karim abbiamo fatto un lavoro super. Ho giocato per un mese e mezzo al NL50 e l’ho battuto bene il livello. Da gennaio sto giocando il 100 e devo dire che va molto bene.

Hai comunque riscontrato delle difficoltà nonostante i buoni risultati?

RF: La differenza la sento con alcuni regular, soprattutto un paio molto preparati, che giocano tra i 100 e i 200. Naturalmente la differenza è soprattutto post flop. Sono veramente forti ed hanno giocato tantissime mani, hanno una esperienza notevole. E’ logico che con loro devo pagare dazio, ma ci sono anche tanti fish e regular battibili. Devo comunque studiare tanto, sono solo all’inizio.

 

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Quali obiettivi ti sei posto nel cash?

RF: Il primo è quello di battere il NL100 su un campione decente di mani, almeno 150 mila mani. Sia chiaro, non è nulla di che ma da una parte non sarò mai un max grinder, dall’altra cerco di avere un buon mix tra le ore di studio e il gioco.

Qual è stato il tuo segreto per riuscire ad adattarti così bene ad una nuova disciplina difficile come il cash game che richiede tanta esperienza e anni di grinding e studio?

RF: Senza dubbio devo ringraziare il mio coach, Karim Radami, Karimm92 su PokerStars. Ci tengo a ringraziarlo perché in questi mesi mi ha dovuto sopportare anche 8 ore al giorno. Ha tanti allievi ma con me è stato sempre molto disponibile. Nei prossimi mesi mi aspettano ancora tante ore di studio e di analisi con lui.

Quindi il tuo primo obiettivo è battere il NL100?

RF: Si batterlo bene e giocare stabilmente poi al 200, con un campione di mani decente.

Se riuscirà nell’intento, abbandonerai gli MTT?

RF: Se riuscirò a raggiungere quel target, giocherò solo MTT high stakes come sto facendo in questi ultimi anni.

Perdonaci la domanda banale e scontata ma d’obbligo: in genere siamo abituati a raccontare di players che passano dal cash game agli MTT o addirittura agli Spin. Perché hai deciso di fare il percorso inverso? Quali sono state le motivazioni?

RF: Si, in effetti è un caso unico il mio. L’ho fatto per aprire gli orizzonti davanti a me per il futuro. Se dovesse esserci la liquidità condivisa voglio essere pronto in entrambe le discipline e soprattutto alzarmi e decidere cosa giocare.

Sembra che la tua sia una questione di stimoli.

RF: E’ proprio così. Se l’apertura alla liquidità internazionale, noi torneisti ci troviamo a giocare gli stessi tornei. Lo schedule è lo stesso da anni. Negli MTT non avevo più stimoli per giocare e soprattutto studiare.

Davanti a te hai un Rino Fusco diverso sotto il profilo del giocatore?

RF: In questi mesi la mia vita è stata stravolta, ora mi sento pokeristicamente rinato, ogni spot è una cosa nuova e sono super eccitato ad analizzarla con Karim e con gli altri reg. Non ci puoi credere ma per me è uno stimolo incredibile.

In questi mesi qual è stata la tua evoluzione da giocatore?

RF: Ho dovuto adattare ai range diversi, nel cash devi avere un gioco più bilanciato, pre-flop e post-flop, ma soprattutto è molto complicata la scelta di alcune size su alcune out che cascavano in varie street. Non è stato semplice, ho dovuto sbattere la testa per cercare di capire le size, è una delle tante cose che fanno parte della mia evoluzione. Ho studiato più in questi 3 mesi rispetto agli ultimi 5 anni negli Mtt.

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Ti senti quindi rinato? Questa evoluzione può aiutarti anche nei tornei?

RF: Prima conoscevo una disciplina, ora è diverso. Non posso dire di essere esperto di cash game ma lo sto studiando da alcuni mesi e lo so più di prima grazie. Questa consapevolezza può darmi una mano incredibile anche negli MTT.

Puoi tracciare un bilancio personale sul tuo 2017, non solo come player, ma anche come coach di Pokermagia? I tuoi allievi come sono andati?

 

RF: Come giocatore mtt è stato un anno abbastanza anonimo. Ho giocato pochissimi tornei ad un abi molto alto, quindi il campione è basso e ci sono stati up ma anche tanti down. Ho chiuso in attivo ma non posso dire di essere soddisfatto come torneista. Ma nonostante sia stato un anno tra i complicati in termini di motivazioni, è stato forse uno dei più importanti perché ho intrapreso una strada differente.

Il grafico del gruppo di studio dei coachati di Rino Fusco

Invece come coach?

RF: Come coach è stata una stagione estremamente soddisfacente, basta vedere il grafico. Ho fatto un sacco di ore di coaching per Pokermagia e privatamente: è una soddisfazione enorme veder crescere i tuoi allievi. Ho portato dal basso all’alto parecchi reg. Ora, una volta che hanno lasciato, devo mandare a loro un messaggio: dovete continuare ad aggiornarvi!

Sappiamo che stai cercando ragazzi abbastanza esperti ed in gamba per formare un nuovo gruppo di lavoro di coachati, una nuova task force. Puoi dirci di cosa si tratta e quali caratteristiche richiedi per la “selezione”?

RF: Al momento già due fanno parte del gruppo di lavoro. Vorrei selezionarne altri 3 o 4 che abbiano ambizione, umiltà e che abbiano un minimo di esperienza con i software e nel campo Mtt per un programma di staking/coaching con Pokermagia che ovviamente sarebbero seguiti da me. Questi sono gli unici aspetti che sto cercando in questi ragazzi. Ma ci tengo a sottolineare che questo sarà solo ed unicamente un gruppo di studio perché il confronto con gli altri reg puoi aiutarli a crescere.

Altra domanda d’obbligo: non pensi che questi gruppi di lavoro siano visti male dalla comunità pokeristica? Le polemiche sono note: gruppi Skype che condividono mani, ghosting etc. etc.

RF: Chi mi conosce bene sa che odio multi accounting, qualsiasi forma di collusion etc. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Trovo certe cose eticamente sbagliate. Odio chi usa questi trucchetti nel poker. Io voglio creare solo un gruppo di studio e voglio dedicarmi solo al coaching. Non potrei mai giocare un final table al posto di un mio allievo, sia perché è sbagliato dal punto di vista morale, sia perché è contro le regole a prescindere, sia per il fatto che non avrei neanche tempo di seguirli. Ed inoltre: il giorno che non ci sarò io, come giocherà il mio coachato. Sarebbe sbagliatissimo anche sotto il profilo del coaching oltre che poco onesto.

Da giocatore professionista esperto: cosa ti senti di trasmettere ai tuoi nuovi coachati?

RF: Di avere umiltà e di saper ascoltare. Poi come obiettivo devono porsi quello di avere un roi più alto perché ai numeri non si mente mai. Devono essere ambiziosi perché se vuoi arrivare a certi livelli devi saperti sacrificare, studiare molto ed, a volte, fare delle rinunce. Quando vanno in game devono mettere in campo tutte le loro conoscenze e soprattutto essere convinti delle loro qualità e di quello che stanno facendo.

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