Jake Cody: “Prima dei tedeschi c’eravamo noi britannici. Gli HR? Devo pensare a mia figlia…”

Nonostante non abbia ancora compiuto trent’anni – lo farà nel 2019 – Jake Cody è uno dei professional poker player più noti e longevi del circuito. Il più giovane a centrare l’ambita Triple Crown live oggi si concentra più sul cash game che sugli MTT, ma non disdegna il suo primo amore.

In un’intervista rilasciata a CalvinAyre.com, Cody ha fatto il punto della sua carriera, tra presente e passato. Un passato in cui, prima dei temibili tedeschi che oggi dominano la scena High Roller, era un gruppetto di scapestrati brits a terrorizzare i tavoli di tutto il pianeta.

 

Jake Cody

Jake Cody oggi…

 

Chi è Jake Cody oggi

Oltre 4,4 milioni di dollari vinti nei tornei di poker live, sufficienti a garantirgli la 10° posizione nella All Time Money List d’Inghilterra, ma anche pro del Team PokerStars e orgoglioso padre di famiglia: ecco chi è Jake Cody oggi.

Anche se di piazzamenti a premio in tornei continua ad ottenerne parecchi, negli ultimo tre anni Jake si è concentrato sul cash game: “Ho giocato molto live a Londra. L’anno scorso poi ho bazzicato Macao, un’esperienza totalmente diversa.

Gioco ancora molti tornei in giro per la Gran Bretagna. La cosa che amo del poker britannico è che ci conosciamo tutti. Ho stretto tantissime amicizie girando la scena del poker live nel Regno Unito”.

Una community, tante community

Durante l’intervista, Jake Cody ha toccato più volte l’argomento community, spiegando come la divisione in gruppi tra i professional poker player non sia stata certo inventata dai tedeschi, che come detto in questo periodo sembrano inarrestabili soprattutto nei tornei dal buy-in grosso.

“C’è sempre stata questa divisione tra piccoli gruppi. E ogni gruppo pensa sempre che gli altri siano scarsi. Lo dico anche se esiste sempre questa sensazione di far parte tutti della stessa community, con il poker che naturalmente ci lega. Ma professionalmente parlando, tutti pensano di essere più bravi degli altri.

Inglesi vs tedeschi

A tal proposito, stuzzicato dall’intervistatore, Jake Cody ricorda: “Ad un certo punto noi ragazzi britannici eravamo lì a giocarcela sempre coi migliori. C’è stato un tempo in cui stavamo sempre insieme a condividere le nostre idee, migliorando in maniera rapida. Quando le cose vanno bene è come un’infezione: si sparge, ognuno aveva quote degli altri. Un po’ come stanno facendo i tedeschi oggi, ma su scala più ridotta”.

Anche perché di differenze ce ne sono diverse: “Personalmente ho due mentalità: in una sono completamente dedicato al lavoro. Poi però ho una parte di me che vuole uscire con gli amici a farsi una risata.

Forse in passato i giocatori britannici tendevano più ad apprezzare la seconda parte, ma è qualcosa di insito nella nostra cultura. Direi che i migliori player britannici non sono meno professionali dei tedeschi, ma si lasciano andare più spesso. Ecco perché molti di loro, negli anni, si sono persi”.

 

Jake Cody

… e ai tempi della prima vittoria allo UKIPT

 

A proposito di High Roller

Jake Cody, se volesse, potrebbe tranquillamente frequentare il circuito degli High Roller, ma ha scelto di non farlo: “I giocatori vendono quote, o sono stakati, e in un certo senso viene proiettata un’immagine non completamente veritiera riguardo agli stake in ballo.

Ho deciso di non giocare questi eventi perché ho una figlia: volevo solidificare il mio bankroll per il suo futuro. Non voglio giocare un evento con varianza piuttosto alta e contro i migliori giocatori al mondo. Il mio ego vorrebbe, ma sono felice e fiducioso del fatto che non ne ho bisogno.

Ho giocato tanto a Macao e la mia visione generale su chi sono i migliori al mondo è molto diversa da ciò che in genere la gente pensa. Direi che è più difficile andare a Macao e vincere. Ci sono molti giovani russi che ci giocano, ma anche tanti francesi davvero bravi”.

Sul PokerStars Player’s Championship

Anche se afferma di essere “piuttosto nitty se ci sono buy-in oltre i $10k”, Jake Cody non può non concedere come il PokerStars Player’s Championship sia “irrinunciabile. Ci sarà un effetto domino, con il fatto che PokerStars regalerà tanti pass.

Avremo 300 giocatori, la maggior parte dei quali non avrà mai giocato a quegli stake. Questo spingerà molti torneisti mid-stake a voler partecipare, senza magari essere pronti a questo grande salto. Ma saranno i migliori al mondo a trarne il maggior beneficio, perché avranno a disposizione un evento enorme.

E non dimentichiamo quanto si parlerà di questo evento e quanto saranno più grossi anche gli altri eventi, dato che sempre più pro vorranno partecipare e cercare di vincere un ingresso”.

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