Daniel Negreanu: “Finita l’era delle 5-bet. Chi non si è adattato oggi vende patatine fritte”

Si può essere d’accordo con lui o meno, ma quando parla, Daniel Negreanu non è mai banale. PokerStars School ha fatto una lunga chiacchierata con il professionista canadese, talmente lunga da suddividerla in due parti.

Oggi vi riportiamo i passaggi più interessanti della prima parte – dandovi appuntamento a domenica per la seconda – in cui il Kid Poker discute di come il modo di giocare sia cambiato negli ultimi anni, dei tornei High Roller (e in particolare del PokerStars Player’s Championship) e di molto altro.

 

Daniel Negreanu

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Daniel Negreanu e il ‘nuovo’ poker

Partiamo proprio da un discorso prettamente tecnico, su come il modo di approcciare il poker si sia evoluto: “Nel 2010-201, la gente è impazzita. C’era una specie di corsa a chi ce l’aveva più lungo. Sapevo già che non erano mosse intelligenti. L’evoluzione sta nel fatto che la gente si è resa conto di quanto non fosse necessario.

Oggi vediamo ancora 3-bet, ma non più così tante 4-bet. Oggi si difendono di più i bui, si flatta di più, si chiama e si vedono più flop. Nell’era delle 5 e 6-bet c’erano giocatori che giocavano in quel modo: oggi o servono patatine fritte o sono riusciti ad adattarsi.

Alternando ego a modestia, Daniel Negreanu ricorda tempi ancor più lontani in cui ‘aveva previsto tutto’: Nel 2003-2005 ero avanti a tutti in termini di skill. Facevo cose che erano avanti coi tempi. Avevo reso il gioco troppo semplice. Vincevo tutto e non era neanche difficile.

Il mio interesse a migliorare era venuto un po’ a mancare, mentre negli ultimi due anni il livello di skill dei Super High Roller è andato così avanti rispetto a me, anche se oggi sono molto più forte che nel 2004. La verità è che il me del 2004 distruggeva quei field, mentre oggi non sono uno dei migliori in questi tornei.

I Super High Roller

Rimanendo sul discorso Super High Roller, Daniel Negreanu spiega: “Sono pieni di pro. È molto, molto difficile vincere. Di solito in questi field ci sono magari 20 pro e 3 giocatori amatoriali. Ma anche questi 3 sono ossi duri, perché spesso si tratta di persone intelligenti con abbastanza denaro da sapere di non essere i favoriti”.

La varianza, ovviamente, la fa da padrone: “Quando hai una concentrazione di giocatori così bravi, la varianza sicuramente diventa un fattore più ampio. Se pensi al ROI del Main Event WSOP, in cui metto $10k e penso ne valgano $40-50k, parliamo di un ROI del 400%. Ma quando giochi in questi Super High Roller, se qualcuno ha un ROI del 15% è già tanto”.

Edge e… Phil Hellmuth

Ma allora perché i pro puntano così tanto sugli High Roller? Pensano tutti di avere edge? “Se venti persone partecipano a un torneo senza rake, sicuramente qualcuno sbaglia a pensare di avere un vantaggio. […] Se togliamo i giocatori amatoriali dall’equazione, almeno il 25-30% del field sono giocatori perdenti.

Questo ovviamente a causa del livello altissimo del field: “Trovo irrispettoso quando spesso Phil Hellmuth dice che questi ragazzi sono idioti e non così bravi”, attacca Daniel Negreanu. “Sono ragazzi che studiano 12-14 ore al giorno.

Ma questo vale per qualsiasi industria: non puoi permetterti di non studiare per 15-20 anni e pensare di battere i tuoi avversari semplicemente. Sono ragazzi di livello altissimo, nel pieno delle loro forse e che lavorano duramente sul loro gioco. Sarebbe da pazzi pensare di poter competere senza lavorare altrettanto”.

Il PokerStars Players’ Championship

Proprio Daniel Negreanu ha presentato quello che sarà  uno degli High Roller più attesi del 2019, il PokerStars Players’s Championship. Un evento molto particolare, perché sarà ricco di player che molto  probabilmente non avranno mai partecipato prima ad un torneo da $25.000 di buy-in.

“Di solito in questi tornei si comincia con tante chip rispetto ai bui”, consiglia il canadese, “che non c’è bisogno di accumulare subito. Se non siete a vostro agio, non fate nulla di avventato: giocate conservativi, studiate gli avversari, cominciate a sviluppare un’immagine nelle prime due ore di gioco per poi sfruttarla”.

Secondo il pro di PokerStars, “riporre troppa aspettativa sul vincere o sull’andare a premio aggiunge stress. Ma se vi sedete pensando semplicemente di godervi l’esperienza, in realtà non avete niente da perdere”.

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