Maurizio Ughi: “si alla condivisa. I ritardi? Strategie commerciali…”. Winamax ottiene licenza in Francia

Difficilmente un uomo della posizione e del passato di Maurizio Ughi si espone in temi caldi come la liquidità condivisa nel poker online se non ci crede fino in fondo. Ha guidato la prima società di scommesse (Snai) in Italia per vent’anni ed ha voluto dire la sua sul futuro dell’e-gaming europeo. Per anni è stato l’uomo più influente del gioco pubblico e la sua opinione ha sempre avuto un certo peso. Il manager e imprenditore toscano vede nell’apertura delle frontiere pokeristiche un futuro roseo per il settore del gioco online, con un mercato più stabile e meno influenzabile dalla schizofrenia della logiche politiche nazionali.

Maurizio Ughi è presidente di Obiettivo 2016

“La competitività nel settore del poker e del gioco online può essere senz’altro stimolante e credo che possa portare benefici dal punto di vista del mercato e della tassazione che potrebbe finalmente entrare in un ragionamento europeo e portare a maggiore stabilità” ha risposto ad una precisa domanda del collega Cesare Antonini di Gioconews.

Senza dubbio le sue parole sorprendono, considerando che per anni ha fronteggiato la concorrenza degli operatori esteri, ma si è sempre battuto per cercare di far rispettare a tutte le betting company (comprese quelle della rete parallela) le medesime regole e la stessa tassazione (i bookmakers italiani erano sfavoriti dal prelievo che veniva calcolato sulla raccolta e non sul margine).

I ritardi italiani

Il presidente di Obiettivo 2016 dà poi una sua persona interpretazione sui ritardi italiani nella liquidità condivisa: “Capisco le ragioni della preoccupazione di alcuni, soprattutto a livello commerciale. E’ comunque possibile che le aziende italiane stiano temporeggiando per diventare più solide – nel frattempo – per accettare le sfide e il confronto con operatori più grandi in alcuni giochi a livello internazionale. In generale, però, dobbiamo pensare che i paesi membri, come l’Italia, siano amministratori di un “condominio” ma il proprietario del “palazzo” è l’Europa”.

Quindi per Ughi, come per l’avvocato Sbordoni, le uniche ragioni degli ostacoli sono di natura commerciale.

Una delle soluzioni potrebbe essere quella di iniziare una fase sperimentale della liquidità condivisa solo con i tournaments: sarebbe senza dubbio meno traumatico per gli equilibri di mercato e preserverebbe maggiormente le “ragioni commerciali” di “alcuni”, considerando che per quanto concerne gli MTT e i Sit l’assetto sembra già delineato. Ma per i giocatori italiani sarebbe già uno stimolo in più e un segnale di apertura importante.

Con l’attuale assetto, gli unici ad essere penalizzati sono i clienti finali, ovvero i players.

Più delicati (e meritevoli di maggiore tutela) gli interessi in un mercato più equilibrato come quello del cash game che potrebbe esporre inoltre i nostri giocatori a maggiori rischi iniziali, soprattutto in questa fase iniziale, dove non tutte le regole di ingaggio sono chiare (pensiamo ad esempio alla presenza degli “stranieri”).

Proprio Ughi vede nell’Europa un’ancora di salvezza e di stabilità in un settore sempre in balia dei venti della politica. E la liquidità internazionale nel gioco online potrebbe dare un definitivo imprinting europeista. Per l’ex numero uno di Snai la competizione “può portare notevoli benefici”.

Ughi vuol vedere oltre l’oggi o il domani: “Uscendo dal livello nazionale potremmo entrare in un ragionamento più ampio a livello europeo. Forse con la condivisione della liquidità su tutti i giochi potremmo finalmente arrivare ad una maggiore stabilità rispetto alla schizofrenia fiscale di questi ultimi anni“.

L’ex amministratore di Snai vede anche un futuro nella liquidità condivisa dell’ippica con indubbi benefici per tutto il settore.

Winamax: ottiene licenza per liquidità condivisa in Francia

Una cosa è certa: Ughi ha intuito, molto probabilmente, che i players stranieri che operano sul nuovo mercato europeo e sulle piattaforme internazionali registreranno profitti maggiori ed avranno più risorse da investire anche nel mercato italiano. Nel lungo periodo questo fatto favorirà gli operatori stranieri a prescindere dalle scelte strategiche. Il futuro dell’online è comunque nel mercato globale.

L’esempio calzante è Winamax che si sta trasformando da room nazionale a internazionale: avrà poi maggiori risorse da investire in futuro anche in Italia a prescindere se la liquidità sarà aperta o chiusa (hanno già acquistato una concessione e sono pronti a rinnovarla) e questo fatto influenzerà sulla concorrenza in un mercato (al momento) chiuso.

L’Arjel ha riconosciuto proprio alla room francese la seconda licenza (la prima è stata quella di PokerStars.fr) per la liquidità “regionale”. A questo punto, Winamax attende solo la licenza del DGOJ spagnolo per poter dare il via alla seconda piattaforma sul mercato condiviso.

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