Cassazione: “Il bookmaker non paga il giocatore? Rispondono i Monopoli di Stato”

Con la recente sentenza della Corte di Cassazione, si è creato un importante precedente nel sistema del gioco pubblico italiano. I giudici supremi hanno sentenziato che nel caso in cui una società con regolare concessione non dovesse pagare un giocatore (che ha diritto ad un pagamento legittimo di una vincita), a rispondere dovrà essere l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. In questo modo si implementano le tutele a favore dei giocatori mentre ADM sarà chiamata ad un maggiore controllo e vigilanza sugli operatori di gioco.

Il caso

Nel 2013, uno scommettitore di Palermo non venne pagato da Lumar, una società di scommesse: il bettor aveva diritto al pagamento sul suo conto online di €13.000 legittimamente vinti, ma il bookmaker concessionario negò la riscossione del saldo sul suo conto online.

Il giocatore, dopo aver ottenuto dal Tribunale di Palermo, un decreto ingiuntivo per il pagamento della somma, aveva provato a farsi pagare prima da Lumar ed, in seconda istanza, dai Monopoli di Stato (al tempo AAMS), richiedendo l’escussione della fideiussione bancaria a garanzia della concessione.

ADM però aveva già escusso la fideiussione per il pagamento delle tasse arretrate dovute dalla società concessionaria.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Lo scommettitore siciliano aveva presentato istanza in Tribunale a Palermo presentando domanda per il pagamento da parte dei Monopoli, ottenendo l’assenso del giudice. A questo punto ADM e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) hanno presentato ricorso in Cassazione ma i supremi giudici lo hanno respinto.

La terza sezione della Corte ha motivato così la decisione: “La concessione-contratto disciplinante l’affidamento del servizio pubblico prevedeva l’esercizio del potere di vigilanza e di controllo da parte del concedente. L’inserimento del concessionario nell’apparato organizzativo della pubblica amministrazione comporta che dei danni arrecati dal fatto illecito del concessionario medesimo risponda l’autorità ministeriale concedente, titolare del potere di vigilanza e controllo”. Oltre ai 13mila euro giacenti sul conto ADM dovrà pagare le spese processuali.

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