Doug Polk: “Non idolatrate chi herofolda, l’errore più grande nel poker è avere paura”

Il fold di Ian Steinman al final table di un torneo WPT ha fatto il giro del mondo ed è stato definito uno dei migliori di tutti i tempi. Come abbiamo visto in un articolo dedicato, il professionista statunitense è riuscito a passare K-K sul board A-5-7-J-K di fronte all’all-in di Joe McKeehen che aveva proprio il nuts con Q-10.

Un fold spettacolare e memorabile, che però non è piaciuto a Doug Polk, il quale ha approfittato di questa mano per parlare dell’errore più grande che si possa compiere nel poker: avere paura.

Il fold di Ian Steinman

Doug Polk e l’essere result oriented

La rivalità tra Doug Polk e Alec Torelli è nota, e in un certo senso è venuta fuori anche in questo caso. Torelli aveva infatti sostenuto che l’errore più grande del poker è giocare troppe mani ed essere troppo loose; il suo sembrava un inno all’essere nitty, mentre per Polk è il contrario: il peccato originale nel poker è avere troppa paura.

“Nel poker è facile dire “questo è un gran fold perché passa un set di Kings contro il nuts“. Lo capisco, è una bella giocata, ma questo non la rende la giocata giusta sul lungo periodo“, ha detto Polk. “Apprezziamo e idolatriamo chi fa fold di questo tipo solo perché l’avversario aveva effettivamente una mano migliore”.

Doug si scaglia sulla mentalità result-oriented, un vero leak per moltissimi appassionati di poker.

“Pensiamo al fold di Maria Ho con set di 10: per tutti era un’idiota semplicemente perché aveva la mano migliore. È un modo corretto di ragionare? Non dovremmo giudicare la giocata invece dell’esito della mano? Saremo sempre così result oriented da guardare solo alle giocate vincenti? Per me non ha senso. Potrei mostrarvi tutte le volte che un noto pro ha herofoldato la mano migliore o herocallato con la mano peggiore, ma quando una persona herofolda o herocalla, per il pubblico sarà sempre e solo un eroe o un idiota in base a come si conclude la mano”.

WSOP 2017 Doug Polk

L’errore più grande nel poker: avere paura

Doug ha poi individuato nella paura il più grande problema per un giocatore di poker.

“So che mi diranno che voglio togliere meriti a Ian, ma non è così. Semplicemente, quella non è una giocata profittevole sul lungo periodo, anche se lo è stata in quel preciso momento. Sul lungo periodo è sbagliata. Ed è così che voglio arrivare al mio punto: il più grande errore che i giocatori commettono nel poker è avere paura. Niente di più, niente di meno”.

Per spiegare questo concetto, Polk ha ricordato i tempi in cui faticava a vincere agli small stakes.

“Ci ho messo due anni per diventare un giocatore vincente agli small stakes fullring. Ero il più nitty dei nitty, se alla fine di una mano avevo messo tutti i miei soldi in mezzo era perché avevo A-A preflop o avevo settato postflop. Se avevo bottom set ero pronto a foldare. Li ho foldati spesso, proprio perché avevo paura e mi auto-convincevo che a quegli stakes nessuno bluffasse”, rivela.

Esiste davvero il giocatore che non bluffa mai? Secondo Polk, no.

“Tutto ciò non ha senso, perché, anche se lo sento dire di continuo, non esiste il giocatore che “non folda mai”. E se anche esistesse, capirebbe in fretta che stai foldando ogni volta che punta, quindi aggiusterebbe il suo gioco iniziando a bluffare. Vuoi davvero giocare a poker basandoti sulla paura di giocare la giusta strategia e lavorare duro per diventare un ottimo poker player?”

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Non avere paura di fare la cosa giusta

La svolta nella carriera di Doug ci fu quando decise che avrebbe giocato senza paura.

“Ciò che ho imparato nel full ring small stakes è che non avrei più avuto paura. Non avrei avuto paura di bluffare e fare grandi chiamate, ma soprattutto non avrei avuto paura di seguire la corretta strategia. Per anni ho giocato solo per settare e vincere con la rakeback, mi inventavo scuse per giustificare questo stile di gioco. Poi mi lamentavo di runnare male, perché ogni volta che avevo K-K mi trovavo contro A-A. Ovviamente: con il mio strettissimo range di 4-bet, i miei avversari mettevano tutti in mezzo solo con A-A. Ero super exploitabile“.

Doug Polk ha concluso il suo discorso con un consiglio: mai avere paura di perdere tutto lo stack. Dal suo punto di vista nessun giocatore timoroso ha mai avuto successo nel poker.

“Non puoi aver paura di giocare nel modo migliore, non puoi pensare di foldare perché vuoi vivere il tuo grande momento nel torneo della vita e hai paura che finisca tutto troppo presto. Perché solo quando capitalizzi sul lungo periododiventi grande, è così che porti il tuo gioco all’apice e diventi qualcuno nel mondo del poker. Potresti non essere d’accordo con me e continuare a foldare, ma la prossima volta che passerai la tua mano fermati un attimo e chiediti perché sei dove sei“.

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