Bobby’s Room: origini e storia della poker room che ha ‘inventato’ gli high stakes

Oggi gli high stakes sono diffusissimi e di moda, ma prima dell’avvento di Macao, delle partite in tv e dei Super High Roller, la Bobby’s Room era considerata il cuore pulsante del cash game – negli Stati Uniti d’America e non solo.

Dedicata a Bobby Baldwin, vincitore del World Series of Poker Main Event 1978, la Bobby’s Room ha attraversato tutte le fasi storiche dell’ecosistema poker: dal boom post-Rounders e post-Moneymaker all’esplosione del poker online, passando per il Black Friday ai giorni nostri.

Bobby's Room

La Bobby’s Room e le sue porte finestrate

Bobby’s Room: tutto cominciò nel 1998…

Quando il Bellagio aprì a Las Vegas nel 1998, l’asticella del lusso nella Strip si alzò di almeno un paio di tacche. Si trattava di un hotel casinò da 1,6 miliardi di dollari, con le celeberrime fontane danzanti fortemente volute dal proprietario Steven Wynn.

A gestire una struttura scintillante, che poteva vantare opere di Gauguin, Cezanne, Matisse, van Gogh, Monet, Warhol e Picasso, fu chiamato per l’appunto il quattro volte vincitore di un braccialetto WSOP,  Bobby Baldwin.

Bobby da qualche anno aveva cominciato a interessarsi al lato manageriale del poker, diventando il presidente del Golden Nugget nel 1984 e del Mirage tre anni dopo.

Come si presentava la Bobby’s Room

Un resort del genere non poteva non ospitare una sala da poker adatta alle partite high stakes. Così, la Bobby’s Room fu separata dalla poker room principale e costruita su di un piano leggermente rialzato.

 

Bobby Baldwin durante il Main Event WSOP 1978…

 

Al suo interno, ritratti dei giocatori più famosi, televisori di ultima generazione, calendari di lusso e una zona relax aggiuntiva. A causa delle leggi del Nevada, che proibisce l’organizzazione di partite private nei casinò, almeno una delle due porte a vetri della Bobby’s Room doveva sempre essere aperta.

All’esterno veniva posizionato un podio, dove un dipendente del casinò poteva controllare che nessuno entrasse a disturbare l’action.

Arrivano gli squali

Non ci volle molto prima che i poker pro di Las Vegas scoprissero la Bobby’s Room. Molti di loro furono in qualche modo ‘portati’ da Baldwin stesso dal Mirage. Tra i primi ospiti fissi, Doyle Brunson e Jennifer Harman, più qualche giocatore da torneo che arrivava da fuori città. come Lyle Berman, Johnny Chan e Sam Farha.

A quanto pare, lo stesso Chip Reese sarebbe ‘nato’ nella Bobby’s Room, dove ben presto la partita in cui si ritrovavano gli squali del poker live venne ribattezzata The Big Game: buy-in da $100.000 e limiti da $2.000/$4.000 (Limit Hold’em), con sessioni di No Limit che potevano arrivare a piatti milionari.

… e naturalmente i pesci da pescare!

Marzo 2001. Il banchiere miliardario Andy Beal non aveva mai giocato a poker seriamente. Incuriosito, decise di sedersi nella poker room del Bellagio – quella aperta a tutti – al tavolo del Limit $15/$30. Poi all’$80/$160. E poi ancora al $400/$800. Fu qui che incontrò Todd Brunson, il quale lo sfidò a duello – pentendosene amaramente.

Sentendo odore di ‘fish’, gli squali della Bobby’s Room invitarono Beal a giocare con loro. Ma il miliardario non fu sbranato, anzi: in un giorno vinse $100.000. Sicuro di sé, Andy decise di sfidare i pro in heads-up, lanciando quella che sarebbe diventata famosa come la sfida tra Andy Beal vs The Corporation.

E se non fosse arrivato Phil Ivey

 

… e qualche decennio dopo, con la moglie Aurora.

 

La Bobby’s Room oggi

L’epoca d’oro della Bobby’s Room e delle sue partite high stakes leggendarie cominciò a declinare nel 2009. La crisi economica aveva iniziato a far sparire un bel po’ di dead money, tanto che le tipiche sessioni da $4.000/$8.000 hanno lasciato gradualmente spazio a quelle da $1.500/$3.000, per attirare nuovi giocatori.

Nel corso degli anni, poi, la Bobby’s Room ha dovuto fare i conti con una concorrenza sempre più spietata. Là dove prima era l’unica sala da poker di un certo livello, ecco spuntare il Venetian, il Wynn, l’Aria, nuove mete preferite dagli high roller.

Soprannominata The Office, la Bobby’s Room verrà comunque per sempre ricordata come la prima vera arena del poker high stakes, dove la privacy viene rispettata e gli aspiranti giocatori non possono semplicemente entrare a curiosare.

Per oltrepassare la soglia d’ingresso, infatti, esiste un requisito minimo di buy-in di $20.000. Sicuramente moltissimo per la maggior parte degli appassionati di poker, ma niente in confronto ai milioni che la Bobby’s Room ha visto passare dai suoi tavoli in questi anni.

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