Las Vegas teme un’altra strage in stile Paddock? Fermato noto giocatore di poker in un casinò

Per qualche ora si è temuta a Las Vegas un’altra strage in stile Stephen Paddock, il gambler che al Mandalay Bay sparò sulla folla durante un concerto lo scorso ottobre. Il noto poker player di Las Vegas, nonché grinder di blackjack, conosciuto come Tony Bigcharles è stato fermato dalla polizia del Nevada dopo aver pubblicato sul suo blog un post che faceva intuire il peggio e che sollevava dubbi sulle sue intenzioni.

Minacce di suicidio e di morte, in stile stragista, ritenute molto serie che hanno fatto preoccupare un suo amico che ha immediatamente chiamato la sicurezza del casinò dove Tony Bigcharles stava giocando a blackjack (e vincendo circa $500).

Le autorità hanno poi verificato attentamente la sua posizione e, molto probabilmente, passato lo stato di tilt del giocatore, hanno rilasciato il player grazie anche all’intervento del suo avvocato. In tutti i casi un bel pasticcio, le frasi sui social e sul suo blog erano pesanti, ma non risulta che l’uomo disponga di armi.

E’ stato un terribile errore o un intervento necessario? In questi casi l’eccesso di zelo forse è la strada migliore per evitare stragi anche se nel caso specifico, molto probabilmente, il giocatore non sarebbe andato oltre le minacce.

Tony meglio conosciuto a Vegas come BigCharles

Allerta a Las Vegas

Ma questa vicenda testimonia come a Las Vegas ed in tutti gli Stati Uniti l’allerta sia alta: quasi ogni giorno si contano sparatorie provocate da persone con disturbi mentali in luoghi pubblici. Il bilancio è davvero pesante: nel 2017 se ne sono contate 273, quasi una al giorno. Solo in Nevada, ad ottobre, con la strage provocata dal giocatore di video-poker e slot Stephen Paddock sono morte 59 persone con 527 ferite. Da quel momento la Strip non è più la stessa.

Tony Bigcharles ha concluso il suo blog con frasi irripetibili e le minacce di una potenziale strage  sono state considerate dagli inquirenti molto attendibili (“potrei essere io ad organizzarla e fare qualcosa che potrebbe far comparire il mio nome sulle prime pagine dei giornali e in televisione come hanno fatto in molti”).

E’ probabile che il gambler, preso dalla disperazione, abbia scritto questa frase solo per chiedere aiuto agli amici ma non si può escludere nulla e nel dubbio è stato meglio intervenire.

Le minacce (serie) a familiari ed amici

Ha scritto poi un post su Facebook (cancellato in seguito) delle sue intenzioni suicide ed ha taggato le persone (familiari ed amici) che secondo lui avrebbero agito in modo immorale nella loro esistenza.

Dopo aver letto tutto, il suo amico e blogger ‘Rakewell‘ ha deciso di passare in azione e per sicurezza far intervenire le autorità per bloccare sul nascere qualsiasi iniziativa di Tony Bigcharles, il quale, stava però in quel momento giocando a blackjack (molto probabilmente la sua fase di tilt era stata superata).

L’intervento del team di sicurezza del Casinò

“Tony ha già minacciato diverse volte di suicidarsi e di esercitare violenza contro gli altri. Dopo aver letto il suo blog non potevo rimanere indifferente, dovevo fare qualcosa ed ho chiamato la sicurezza del casinò Hoover Dam Lodge dove, in genere, Tony fosse ancora presente. In genere la sicurezza dei casinò è molto efficace nell’intervenire in modo tempestivo per mettere le persone in sicurezza”. Successivamente il personale della sala da gioco ha chiamato la polizia che ha arrestato l’uomo per “minacce e atti in terrorismo”. Nella città delle luci non si scherza più.

L’amico è rimasto sconvolto dopo l’arresto ma era consapevole di non avere altra scelta: “nel poker come nella vita, l’unica cosa che possiamo fare è prendere la miglior decisione possibile con le informazioni imperfette che abbiamo in possesso, dopo di che non possiamo far altro che aspettare e far cadere le carte. Dopo aver letto il post non avevo altre opzioni”.

Rilasciato: la Procura ha deciso di archiviare il caso

Poche ore fa, dopo essere stato rilasciato dalla polizia, Tony ha scritto un post sul suo blog ed ha aggiornato il suo diario di bordo ai tavoli di Vegas, ammettendo di essere stato fermato dalla polizia durante una sessione di blackjack, nella quale stava riscattando le perdite precedenti e, per fortuna, vincendo $500. La vicenda si è conclusa (si spera) con una bolla di sapone) ma la tensione in Nevada sembra essere alle stelle ed ogni post e messaggio sui social viene pesato con la necessaria attenzione. L’ombra di Paddock non è ancora svanita.

 

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