Daniel Negreanu analizza un bluff vincente su Ivan Luca a 15 left in un high roller

Lo scorso gennaio Daniel Negreanu ha partecipato al Super High Roller della PCA 2018. Nel torneo più ricco della kermesse organizzata alle Bahamas (il buy-in era di $100.000) il top player canadese si è ritrovato coinvolto in più occasioni contro alcuni dei migliori torneisti al mondo. Daniel ha avuto modo di confrontarsi con professionisti del calibro di Mustapha Kanit, Bryn Kenney, Isaac Haxton e Ivan Luca.

Proprio contro il giocatore argentino, Negreanu ha giocato una mano che rappresenta bene il suo nuovo approccio al poker: un mix di GTO e strategia exploitativa. Infatti, se da un lato il team pro di Pokerstars sta studiando intensamente la GTO, dall’altro non ha alcuna intenzione di abbandonare definitivamente lo stile exploitativo che lo ha reso uno dei giocatori di poker di maggior successo. Per questo motivo, a 15 lef nell’high roller con sette posti pagati, Daniel si è inventato un bluff molto particolare contro Luca.

Lo ha analizzato nell’ultimo video del suo canale YouTube.

Daniel Negreanu

Daniel Negreanu

Daniel Negreanu e un big bluff su Ivan Luca

Preflop

Ivan Luca rilancia a 30.000 con 9-9, Daniel Negreanu chiama con 2-2 e foldano tutti gli altri. I due hanno uno stack effettivo di circa 1.8 milioni.

Ivan Luca era il chipleader a 15 left“, dice Negreanu. “È un ottimo giocatore e apriva estremamente wide, ad esempio poco prima di questa mano aveva rilanciato J-3o da UTG. In questo caso apre il gioco da middle position e io gli assegno un range molto ampio, circa il 65% delle mani. Se sai che qualcuno ha un range del tipo dovresti tribettarlo molto ma con 2-2 ho preferito limitarmi al call in posizione e vedere il flop. Ripensandoci, penso che foldare fosse la scelta migliore visto che il big blind poteva facilmente chiamare o squeezare. In quel momento mi sentivo sicuro e ho deciso di chiamare”.

Quando chiamo, Ivan deve chiedersi qual è il mio range“, prosegue Daniel. “Posso avere A-A o K-K? Sì, ogni tanto posso slowplayare anche queste mani e non 3-bettarle. Posso avere Q-Q ogni tanto. Ovviamente ho tutte le coppie, tutti gli Assi suited, molte broadway suited e molte suited connectors“.

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Flop

Il flop è **f5* **c3* **q6* e ci sono 94.000 chips in mezzo. Luca punta 28.000 e Daniel rilancia a 95.000.

“Su quel flop ho una coppia e un gutshot. Ovviamente considerando che apre il 65% delle mani potrebbe aver hittato. Ma quando punta, il suo range cambia? La risposta è no. Magari slowplaya mani forti come A-A, K-K e 6-6 ma in generale punta con la quasi totalità delle sue mani. Per questo motivo, con 2-2 credo di essere avanti e quindi rilancio. Quando rilancio, lui dovrebbe chiedersi quali sono le mie value hand e quali i bluff”.

Daniel analizza poi il suo range suddividendolo tra mani di valore, semi-bluff e bluff.

“Le mie mani di valore sono 6-6, 5-5 e 3-3 ma anche 5-6s e occasionalmente da 7-7 a Q-Q. Probabilmente non rilancio A-A o K-K su questo flop. I miei semi-bluff sono A-4s o A-5s e forse mani con cui potrei rilanciare con un backdoor flushdraw. I miei bluff sono invece Q-Js, Q-10s, 9-10s. Con queste bluffo spesso in questo spot. Devo avere dei bluff nel mio range, non posso essere così facilmente exploitabile”.

Ivan Luca non folda i suoi nove ma chiama.

“Quando chiama devo chiedermi che range possa avere. Posso eliminare K-9o e K-10, J-9o. È fuori posizione ed è molto improbabile che chiami con queste mani. Invece se chiama ha probabilmente un punto come tutte le overpair o un pezzo di board”, spiega il canadese.

Turn

Il turn è **p3*, il pot è di 284.000 ed entrambi fanno check.

“Sul turn che accoppia il board lui fa check e io non penso sia una buona carta sulla quale continuare a puntare. Avrei puntato se avessi hittato oppure su una carta come un 7. Quando faccio check back il mio range di value cambia ai suoi occhi? Non credo, esclude qualche mano ma il range di value resta più o meno quello”, dice Negreanu.

River

Il board si completa con un **f8* e Ivan Luca fa check. Negreanu overbetta: punta 400.000 sul pot di 280.000.

Penso che l’8 al river sia un’ottima carta per me“, analizza il team pro di Pokerstars. “Quando lui fa check ho la sensazione che non sia per niente forte, che non stia trappando. Quella carta mi dà la possibilità di rappresentare 7-9s, una mano che rientra perfettamente nel mio range di call e raise sul flop. Le altre mani di valore sono tutti i fullhouse. È una situazione nella quale posso rappresentare molta forza puntando”.

Daniel non si cura della GTO al river, la sua puntata nasce tutta da una mentalità exploitativa.

Se faccio una puntata normale vengo chiamato troppo spesso dalle overpair. Così decido, in maniera del tutto exploitativa, basandomi sulla mia esperienza con Ivan Luca, di puntare molto grosso. Credo che di fronte a una grande bet lui elimini tutte le mani deboli dal mio range. Ho puntato 400.000 su 240.000 chips e lui ha foldato immediatamente“.

Daniel conclude con una riflessione:

Questa giocata non funziona su tutti gli avversari, è fondamentale capire qual è la mia immagine e ciò che Luca pensa di me. La bet-size è qualcosa che ho cambiato tantissimo nell’ultimo anno, prima le mie size erano molto statiche mentre ora cambiano continuamente. Al giorno d’oggi si può creare valore puntando due volte il piatto. Prima di fare un bluff del genere chiediti sempre se hai l’immagine di uno che bluffa troppo o non abbastanza e se il tuo avversario chiama troppo o non abbastanza”.

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