Il Consiglio di Stato stronca il poker live fuori dal casinò: quale futuro per i circoli?

Consiglio di Stato da una parte (contro i circoli), Cassazione dall’altra (favorevole ai tornei di poker ma solo a determinate condizioni). Il caos giuridico-normativo è servito nel settore del poker live dopo l’ultima sentenza uscita venerdì. In realtà sono due facce della medesima medaglia.

La Sentenza del Consiglio di Stato sui circoli è arrivata su ricorso del Ministero degli Interni che molto probabilmente ospiterà Matteo Salvini come prossimo responsabile del Viminale

Sotto il profilo del diritto amministrativo, il Consiglio di Stato ritiene che vi sia irregolarità ad organizzare tornei di poker senza concessione in nome della “tutela dell’ordine pubblico”. Ma fin qui vi erano pochi dubbi: bastava leggere la legge del 2009 per capirlo. Nulla di nuovo dal “fronte”.

Sotto il profilo penale invece la Corte di Cassazione, in numerose sentenze, ha ribadito la liceità della condotta nell’organizzare tornei low buy-in e feezeout, ovvero senza re-entry. Quindi, per la Cassazione, i gestori dei circoli privati che rispettano questi limiti restrittivi, non potrebbero ricevere alcuna denuncia e condanna per “esercizio di gioco d’azzardo”. Di fatto se si mantengono entro questi limiti non infrangono la legge penale, ma amministrativa si senza concessione.

Logico che se si tratta invece di tornei con buy-in importanti, montepremi garantiti ingenti oppure si organizzano partite di cash game all’interno dei club privati, come abbiamo sempre scritto, in questo caso si sconfina e si va dritti nel penale.

Ma la domanda da un milione di dollari è: ora cosa succederà?

Parliamoci chiaro, l’incertezza è imperante perché la stessa legge del 2009, lato amministrativo, non prevede particolari sanzioni. Proviamo a rileggere il dispositivo del Consiglio di Stato:

“In mancanza di concessione statale, i privati non possono organizzare ed esercitare il poker sportivo con modalità che prevedano il pagamento di una posta d’ingresso e la corresponsione ai vincitori di una ricompensa, anche di natura non pecuniaria, trattandosi di attività soggetta per legge, a tali condizioni e per ragionevoli esigenze di tutela dell’ordine pubblico, a riserva statale”.

Per il CdS quindi quando c’è il pagamento di una qualsiasi posta d’ingresso, il torneo non può essere organizzato, a prescindere dalla natura dei premi.

Difficile capire quali saranno gli sviluppi della vicenda nei prossimi mesi, ma è importante riavvolgere il nastro al contrario per capire come si è arrivati alla sentenza della suprema corte amministrativa, per un vecchio caso accaduto nel 2011.

E’ stato il Ministero degli Interni ad impugnare una vecchia sentenza del Tar Puglia, la cui giurisprudenza nel poker live è tutt’altro che chiara con sentenze di segno opposto che si alternano.

E’ quindi logico pensare che, a seguito di questa decisione, sia proprio il Ministero degli Interni a riprendere in mano l’iniziativa sul live. E’ un’ipotesi credibile ma non una certezza, sia chiaro.

Considerando però il vento politico sull’Italia diverso, con un nuovo Governo formato sull’asse Di Maio-Salvini che nel “contratto” prevede una forte riduzione del gioco d’azzardo, non c’è da star sereni per quanto riguarda il settore in generale. Considerando che sarà, con ogni probabilità, proprio il leader della Lega il futuro Ministro degli Interni e riprenderà il testimone di Roberto Maroni.

Come abbiamo ribadito venerdì: la Senatrice della Lega Nord Erika Stefani si è dichiarata propensa ad un dialogo e soprattutto a rivedere la disciplina in base alle indicazioni della Cassazione. Forse è questa la linea da seguire: rafforzare un dialogo con politica ed istituzioni per cercare di trovare, dopo 10 anni dalla Circolare maroniana, una soluzione definitiva al problema. Si è capito in un decennio che la famosa e decantata “tolleranza zero” ha generato ancora più caos. Il proibizionismo favorisce solo il business illegale.

CONTINUA A LEGGERE