Michael Mizrachi: “La mia carriera iniziò con sette buste piene di soldi”

A distanza di anni dai primi successi nei tornei di poker televisivi e già otto anni dal final table nel Main Event WSOP con il nostro Filippo Candio, Michael Mizrachi resta uno dei giocatori più amati nel mondo del poker. Il motivo è principalmente uno: in un’epoca nella quale la maggior parte dei professionisti si affida alla GTO per migliorare il proprio gioco e le partite live sono spesso poco entusiasmanti a causa del totale silenzio dei protagonisti, The Grinder resta fedele a se stesso.

Il 35enne della Florida è infatti sempre quel giocatore spumeggiante e istintivo di inizio carriera, come ha dimostrato anche con alcune dichiarazioni negli ultimi anni (una su tutte: “Non so nemmeno cosa sia la GTO“). Oltre allo stile di gioco, Michael è anche uno dei pochi giocatori che non indossano occhiali o felpe con il cappuccio: come un vero player della vecchia scuola, il suo obiettivo è di guardare sempre negli occhi l’avversario, anche quando è in pieno bluff.

Michael “The Grinder” Mizrachi

Nonostante non abbia mai preso parte ai tornei high roller (in questa intervista esclusiva ci aveva spiegato perché), oggi Michael Mizrachi resta il 25° giocatore più vincente nella storia dei tornei live con oltre 15 milioni di dollari incassati. Ma com’è iniziato il suo percorso strepitoso ai tavoli da poker? In modo molto originale, come The Grinder ha spiegato in un breve documentario di Poker Go.

Gli inizi di Michael Mizrachi

“Penso che avessi 18 anni, ero alla fine del liceo”, ricorda Mizrachi. “Rob (suo fratello maggiore, anche lui poker pro milionario, ndr) mi disse: facciamo il nostro primo viaggio da soli. Andammo a un casinò in Arizona con l’intenzione di giocare d’azzardo per una settimana”.

C’erano tutti i presupposti per andare broke: due giovani teste calde senza grandi possibilità economiche che sognavano di trasformare i pochi dollari a disposizione in una fortuna. Invece, Michael sottolinea che il fratello aveva in mente una gestione del bankroll molto intelligente e originale.

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Il bankroll management di Rob Mizrachi: 7 buste

Il nostro bankroll era di appena mille dollari“, prosegue Mizrachi. “Mio fratello lo suddivise in sette buste, una per ogni giorno che avremmo passato al casinò. Le regole erano semplici: io potevo giocare solo quello che c’era nella busta corrispondente a quella giornata. Se andavo in profitto potevo tenere le vincite e utilizzare i soldi della busta successiva; se perdevo tutti i soldi nella busta, non potevo più aprirne altre”.

Quello di Rob Mizrachi era un piano molto astuto per costringere il fratello minore a ragionare bene sulle sue scelte. Infatti, se avesse gamblato tutto in una sola mano e avesse perso, non avrebbe più potuto giocare per il resto della vacanza. Un’idea vincente, ma solo sulla carta: Michael era davvero una testa calda da giovane…

“Dopo la prima giornata ai tavoli, Rob torna nella stanza” – ricorda Mizrachi ridendo – “e vede che avevo aperto tutte le sette buste e perso in poche ore tutto il bankroll che lui aveva disposto per sette giorni!

Michael Mizrachi, ancora a caccia del tris

Anche Rob Mizrachi ricorda bene quel momentoa: “Guardai le buste strappate sul tavolo e pensai che Michael fosse un animale“.

La vita da baller di Michael Mizrachi

The Grinder spiega però che in realtà non perse tutto ai tavoli: buona parte del bankroll si polverizzò in drink e spese varie nel casinò. Una circostanza di cui non si vergogna, perché la sua visione della vita è molto precisa…

Mi piace spendere soldi, divertirmi, fare serata… potessi tornare indietro riaprirei le sette buste tutte insieme come feci all’epoca. Non voglio portarmi i soldi nella tomba!

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