Retromarcia di Brunson: “addio al poker? Neanche per sogno! Pronto per gli high stakes e alle WSOP…”

Con puntualità, ogni anno, durante le World Series, circolano le voci più disparate su Doyle Brunson. In genere la sua assenza provoca rumors incontrollati (abbiamo perso il conto anche degli sciacalli che mettono in giro brutte voci). Tra giugno e luglio assistiamo con puntualità al solito teatrino. Quest’anno è stato bello vedere il texano in splendida forma al final table giocare con il figlio Todd e Dario Sammartino. A rovinarci la festa però è stato proprio lui, ma solo per poche ore.

Doyle Brunson

Questa volta è stato lo stesso Texas Dolly ad annunciare la pensione ed un ritiro definitivo dal poker. Apriti cielo, la notizia ha fatto il giro di tutto il mondo, con i media scatenati ad ogni latitudine ed i commenti dei pro su Twitter si sono sprecati, con ogni tipo di riconoscimento per il pro più longevo della storia del gambling.

Ma come spesso accade, sono i fatti a smentire rumors e dichiarazioni quando il “Padrino del poker” ritorna in action. Questa volta però il texano ha dato azione sui social.  A poche ore, dall’annuncio, ha deciso di fare chiarezza su Twitter.

“Non volevo fare confusione sul mio pensionamento” inizia così The Legend. Che ribadisce che continuerà a giocare gli high stakes al Bellagio: “When they start the mixed games on high stakes poker, I’ll be there”. Io sarò là! Doyle non molla l’osso ragazzi, ricordatevelo sempre.

The Godfather of Poker prenota quindi un posto al sole per le prossime partite nella mitica Bobby’s Room (la sua seconda casa). I mixed games lo attendono, con una lunga lista di ricchi gamblers pronti a sfidarlo (dopo il suo addio al poker è ancora più cool sedersi con lui ad un tavolo).

Doyle sembra indeciso e non chiude definitivamente la porta neanche alle World Series of Poker. Non è andato lontano dal vincere il suo undicesimo bracciale.

 

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La sua frase è sibillina: “I didn’t mean to make such a fuss over my “retirement”. I meant probably no more WSOP tournaments. That isn’t written in stone however”. Per Doyle quindi il suo annuncio, probabilmente, vuol dire solo interrompere la sua avventura alle WSOP (non andava a premio dal 2013) ma non è detto (la partita non è definitivamente chiusa neanche su quel fronte).  Lo dice lui stesso: “comunque non è scritto nella pietra”.

Insomma, Brunson non è molto incline al fold e preferisce tenersi una porticina aperta anche al Rio dopo il final table entusiasmante di due giorni fa.

Come ogni gambler incallito, Brunson difficilmente mollerà mai le carte, le buone intenzioni possono durare solo qualche minuto ma poi prevale sempre la passione e l’istinto ed ogni promessa alla moglie risulta vana. Ma lei lo conosce meglio di chiunque altro ed è la prima a saperlo. 60 anni nel poker e non sentirli! W il Re! Lunga vita al Re!

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