Daniel Negreanu: “Diventare il migliore? Una volta contava il talento, oggi lo studio”

In un periodo nel quale Doyle Brunson annuncia il ritiro dal poker, Phil Ivey ricompare alle WSOP, Daniel Negreanu sfiora i 40 milioni di dollari di vincite lorde nei tornei live, Phil Hellmuth dà la caccia al 15° braccialetto WSOP e un gruppetto di giovani professionisti distrugge gli high roller live, è normale che molte persone si pongano una domanda ormai sentita e risentita: chi è il più forte giocatore di poker al mondo?

Si tratta di un quesito che non ha molto senso, perché nel poker ci sono troppi fattori da tenere in considerazione per dare una risposta definitiva. Non a caso, non esiste un titolo di MVP ma la Poker Hall of Fame, per consentire a più giocatori di entrare a far parte della ristretta cerchia dei migliori di tutti i tempi.

Daniel Negreanu fa già parte della Poker Hall of Fame e negli ultimi anni ha più volte sollevato polemiche nei confronti delle candidature (c’è stato anche un battibecco con Max Pescatori a riguardo). Visto che l’argomento diventa molto caldo soprattutto durante le World Series Of Poker, Daniel ne ha parlato in uno dei suoi video su YouTube.

Kid Poker a bordo della sua Tesla

Daniel Negreanu: “Il più forte di sempre deve saper giocare a tutte le varianti”

“Recentemente è stato chiesto su Twitter se il giocatore più forte nel No-Limit Hold’em sia anche automaticamente il più forte in assoluto”, ha analizzato Kid Poker mentre era alla guida della sua Tesla a Las Vegas.

“La risposta è negativa: ovviamente per essere considerato il più forte devi essere il migliore in tutte le varianti. Se sei il più forte nel No-Limit Hold’em, non sei il più forte giocatore di poker in circolazione. Perché il poker comprende tantissimi fattori”.

Detto che per essere definito il più forte di sempre sia necessario conoscere tutte le varianti del poker, Daniel ha anche sottolineato che il livello di preparazione nel No-Limit Hold’em non è assolutamente paragonabile a quello delle altre varianti.

È innegabile che la qualità media dei migliori pro di No-Limit Hold’em abbia raggiunto un livello mai visto prima. Questo è dovuto a due fattori: i solver e un modo di giocare più solido”.

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Il talento? Oggi conta studiare

I solver sono software fondamentali per imparare la GTO. Si possono inserire le mani giocate e ricevere il responso sulla scelta matematicamente perfetta in qualsiasi spot.

“I professionisti del No-Limit Hold’em di un tempo, gente come Phil Ivey e Tom Dwan, avevano talento. Tanto talento. Oggi i migliori giovani pro del No-Limit Hold’em (a parte qualche eccezione come Adrian Mateos e Bryn Kenney che giocano un poker “di strada”) sono come quelli che erano molto bravi a studiare a scuola. Sono persone che amano studiare, leggere, informarsi”.

Dando per scontata la validità della GTO, Daniel spiega che chiunque abbia voglia di studiare ha la possibilità di diventare estremamente competitivo.

“Invece di pensare a quali sono le decisioni corrette come facevamo noi pro della vecchia scuola, oggi, se sei intelligente, puoi studiare il giochino sui solver e ritrovarti in poco tempo ad avere un gioco di altissimo livello. Poi c’è lo step più difficile: applicare tutto ciò che studi. Quello non è da tutti”.

Negreanu parla dopo l’introduzione nella Poker Hall of Fame

“Colman no, Holz e Bonomo sì”

Fatta questa interessante riflessione, Daniel spiega perché solo un paio di attuali top player potrebbero far parte della Poker Hall of Fame.

“Recentemente mi hanno chiesto se Bonomo, Holz e Colman meriterebbero la Poker Hall of Fame. La mia risposta è stata che sicuramente Colman non la merita, perché ha giocato ad alti livelli per due anni ma ora non sta più giocando. Ovviamente se dovesse tornare a giocare per dieci o quindici anni non ci sarebbero dubbi sul merito”.

Al contrario, Daniel vede Bonomo e Holz ricevere il prestigioso premio in futuro.

“Un aspetto importante dell’introduzione nella Poker Hall Of Fame è il test del tempo. Significa che se vinci bene per 3-5 anni non hai ancora superato il test del tempo. Credo che Justin e Fedor lo possano superare“.

Infine, una riflessione sugli exploit a cui si assiste ogni anno nei tornei high roller.

“Quando giochi tornei con 30-50 iscritti, ogni anno un giocatore verrà fuori con vincite clamorose. Deve succedere, è un fenomeno che si chiama “standard deviation“. Pensiamoci: Erik Seidel ha avuto un anno pazzesco, poi è toccato a Dan Colman, poi Fedor Holz, oggi Justin Bonomo e Jason Koon. Proprio perché deve per forza esserci un exploit, bisogna fare attenzione nel giudizio”.

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