Due fidanzati a 3 left e un fold con A-A: la strana mano tra Kristen Bicknell e Alex Foxen

È successo più volte che due partner si trovassero allo stesso tavolo nelle fasi finali di un torneo di poker, ma raramente si è trattato di top player del calibro di Kristen Bicknell e Alex Foxen. Come abbiamo detto qualche mese fa in occasione dei tornei dell’APPT Macao, i due sono una coppia piuttosto recente ma già molto affiatata, e soprattutto sono entrambi giocatori che nessuno ha piacere di trovare davanti, specialmente nel momento decisivo di un importante torneo.

Il motivo? La Bicknell ha oltre due milioni di dollari in vincite lorde nei tornei live, mentre Foxen è ben sopra i quattro milioni di dollari. Al di là dei risultati, sono due professionisti considerati unanimemente molto competitivi dalla comunità pokeristica del Nord America.

Chi li vorrebbe avere al tavolo insieme, magari proprio a tre left di un torneo con una prima moneta da centinaia di migliaia di dollari? Probabilmente nessuno, ma questa sfortuna è toccata per davvero al giocatore australiano Kahle Burns in un torneo conclusosi ieri al Venetian.

Alex Foxen e Kristine Bicknell

Due fidanzati al final table: il curioso caso di Kristen Bicknell e Alex Foxen

Il Main Event del MSPT è iniziato il 15 giugno al Venetian di Las Vegas e si è concluso lunedì. La Bicknell e Foxen erano tra i 178 iscritti e sono riusciti a farsi strada fino al tavolo finale. Due compagni nella vita, avversari a un final table con più di $200.000 destinati al vincitore. Inevitabilmente molti hanno subito pensato male, ipotizzando un soft play tra i due, se non addirittura una collusion.

In realtà, due veri professionisti come loro non hanno certamente bisogno di scorrettezze per vincere. È lo stesso discorso che vale per i tedeschi degli high roller: si conoscono tutti, si scambiano quote e sono finanziati dagli stessi investitori, ma in oltre tre anni di intensa attività ai tavoli non c’è mai stata una sola accusa nei loro confronti da parte di altri pro (gli unici intitolati a puntare il dito).

I dubbi su Kristen Bicknell e Alex Foxen erano ancora meno, perché lei è anche una delle testimonial di punta di PartyPoker, motivo per cui è ben consapevole di dover fare attenzione a qualsiasi cosa faccia di fronte alle telecamere. Ciononostante, c’è stata una mano giocata al final table che diversi pro hanno ritenuto quantomeno sospetta…

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J-J vs A-A al final table

Siamo a 3 left e il pro australiano Kahle Burns è il “terzo incomodo”: ha uno stack di 14 big blind e si trova di fronte alla Bicknell e Foxen, entrambi con più di 40 big blind. La mano inizia con il rilancio di Foxen a 115.000 dal bottone. Burns folda e la Bicknell 3-betta a 400.000 con **ca* **fa*. Foxen ha in mano **cj* **fj* e decide di chiamare.

Sul flop vengono girati **f5* **c4* **pj*. Foxen ha quindi settato e ha il nuts (per il momento). Considerando che iniziavano la mano con uno stack effettivo di 45 big blind, c’è la concreta possibilità che finiscano rotti se il board non dovesse offrire particolari combinazioni.

Ma i due decideranno davvero di giocarsi tutto tra di loro mentre c’è un ultimo avversario che ha appena 14 big blind? È questa la domanda che si sono fatti in molti osservando la mano.

Il fold della Bicknell con A-A

La Bicknell va in c-bet per 200.000 sul pot di 900.000 e Foxen decide di limitarsi a chiamare. Il turn è un **qk* e la Bicknell fa check. Foxen ci pensa a lungo e poi punta 375.000 sul pot 1.3 milioni. Un’altra piccola bet, che Kristen chiama immediatamente, quasi come per dire “ho davvero un punto“.

Il river è un **f3* e la Bicknell fa subito check. Poi si mette a scrutare il fidanzato per capire cosa possa avere, mentre lui conta le sue chips e alla fine punta 600.000 sul pot di due milioni.

La Bicknell fa un sorriso amaro e sembra veramente infastidita. Guarda il suo avversario/compagno e dopo averci pensato per diversi minuti, decide di foldare la sua coppia di Assi. Il tutto sotto gli occhi di un attentissimo Kahle Burns, il giocatore short, terzo nel chipcount.

Il momento decisivo della mano: per qualche secondo Kristen e Alex si sono guardati negli occhi. Poi il fold

Foxen dice subito di avere J-J e incassa un pot da due milioni. In questo modo sale a 3.3 milioni di chips, lasciandosi la Bicknell con 1.4 milioni. Burns resta ultimo con 740.000.

Poco dopo l’australiano viene eliminato, la coppia raggiunge l’heads-up e decide subito di fare un deal: $200.000 a testa e i restanti $39.000 al vincitore. Alla fine è Alex Foxen a trionfare per una prima moneta di $239.000.

Le reazioni dei pro

Il video postato da Joe Ingram su Twitter ha scatenato i commenti di molti noti professionisti.

Questa mano mostra il soft play implicito che c’è stato per tutto il final table“, ha scritto James Obst. Non si è detto d’accordo Olivier Busquet: “Se avessero proposto un deal a Burns, non sarebbe stato automatico accettare. Lo è solo se si è certi che l’integrità del gioco sia compromessa ma siamo ben lontani dal poterlo dire“.

Il poker player francese Pascal LeFrancois ha invece emesso la sua sentenza: “Questa mano è ridicola e se avessi chiuso terzo mi sarei infuriato“. Più ragionato il commento di Joe Cheong: “È uno spot strano anche per loro. Mi sembra chiaro che non vogliano andare rotti tra di loro, quindi fare grandi fold è molto più facile”.

Dunque, qual è la verità? Soft play oppure giocata regolare? La verità è probabilmente nel mezzo.

Kristen Bicknell (photo courtesy Pokerstars Blog)

I top player con big stack evitano naturalmente di scontrarsi

Due giocatori che si rispettano e sanno di essere molto forti e preparati, evitano quasi sempre di farsi la guerra tra di loro se si trovano a 3 left in un torneo e hanno stack nettamente più grandi del terzo giocatore al tavolo. Non hanno alcun interesse a rischiare di chiudere terzi “sbrodolando” 45 big blind in spot marginali e permettendo quindi al giocatore short di scalare un gradino nel payout.

Al tempo stesso, è inevitabile che due persone in una relazione si conoscano estremamente bene. La Bicknell sembrava intenzionata a chiamare inizialmente, ma dopo aver guardato negli occhi il compagno per qualche secondo, sembrava convinta di non poter vincere. Probabilmente ha colto un tell di nervosismo che le ha permesso di leggere il fidanzato come un libro aperto.

Di certo c’è solo un aspetto: ogni volta che una coppia si troverà allo stesso tavolo, ci sarà qualcuno che urlerà al soft play. Considerando che è una situazione che non si può vietare, non si può fare altro che confidare nella buona fede dei giocatori coinvolti e nell’attenzione dello staff della poker room, dai dealer al floorman.

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