Crosetto (FdI) presenta emendamento per salvare poker a torneo dal ban. Come può essere paragonato all’azzardo?

Sono stati presentati centinaia di emendamenti alla Camera dei Deputati per le modifiche all’articolo 9 contenuto nel Decreto Dignità, alcuni dei quali mirano a salvare le scommesse come skill game dal Ban totale sulla pubblicità.

In merito a questo tema, vi è anche un emendamento a firma di Guido Crosetto (coordinatore di Fratelli d’Italia) e firmato anche dai deputati Rizzetto, Osnato, Acquaroli, Bucalo. La proposta fa una distinzione precisa: tra poker a torneo e gioco d’azzardo. Crosetto chiede che il ban della pubblicità sia applicato ai giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo (tipo poker cash game, blackjack etc) ma fa salvo i poker tournaments.

Ricordiamo che il poker a torneo per la legge italiana è considerato uno skill game e sono state emesse diverse sentenze della Corte di Cassazione che riconoscono che in questa modalità il poker non è assolutamente da considerarsi un gioco d’azzardo anche se viene ospitato in luoghi non autorizzati (i circoli). Figuriamoci su un sito concessionario.

In ogni caso questo è l’emendamento a firma dei 4 deputati:

Ai fini del rafforzamento della tutela del consumatore e per un più efficace contrasto alla ludopatia, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa ai giochi di sorte a quota fissa, ai giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo, alle scommesse su eventi simulati, con vincite di denaro e offerti su canale fisico o a distanza comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, lei pubblicazioni in genere e le affissioni, ad esclusione dei canali e mezzi di comunicazione relativi al gioco. Dal 1o luglio 2019, il divieto di cui al presente comma si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni, programmi, prodotti o servizi. Per le altre categorie di giochi, caratterizzati da minor frequenza e ripetitività del gioco, socialità o elementi di abilità, giochi di abilità a distanza, scommesse ippiche e sportive, bingo, lotterie ad estrazione istantanea, giochi numerici a quota fissa e a totalizzatore è vietata qualsiasi forma di pubblicità comunque effettuata e su qualunque mezzo che sia in contrasto con quanto previsto dall’articolo 7, commi 4 e 5, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, e dall’articolo 1, commi da 937 a 940 della 28 dicembre 2015, n. 208. Sono escluse dal divieto di cui al presente comma le lotterie nazionali a estrazione differita di cui all’articolo 21, comma 6, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102 e i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Vi sono diversi emendamenti anche riguardo all’esonero delle scommesse sportive, proprio perché riconosciute come skill game.

In ogni caso è necessario, a nostro modo di vedere, distinguere tra giochi d’abilità (e ci entrerebbe anche il cash game) e azzardo puro. Lega e 5 Stelle sono infatti intenzionati a presentare una proposta nella quale i giochi con vincita in denaro dovrebbero essere ri-nominati giochi d’azzardo regolamentati. Come può il poker a torneo entrare in questa categoria se una legge esistente riconosce il contrario? E poi c’è la Cassazione che è stata molto chiara.

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