Martin Jacobson: “Il livello alle WSOP è nettamente più basso dell’Europa, sembra di tornare indietro nel tempo”

Quattro anni fa Martin Jacobson si laureava campione del mondo di poker vincendo il Main Event WSOP. Un successo spettacolare non solo per i 10 milioni di dollari della prima moneta, ma anche perché iniziava il final table con lo stack più piccolo tra i november nine. Una serie di double-up e una ottima gestione dello stack rinvigorito gli permisero di imporsi su un tavolo piuttosto difficile (i pro Stephensen e van Hoof chiusero subito alle sue spalle).

Contrariamente a molti altri campioni del Main Event, lo svedese ha continuato a giocare anche dopo l’exploit più importante della sua carriera. Da quella notte magica del novembre del 2014, Jacobson ha messo a segno 49 piazzamenti a premio nei tornei di mezzo mondo, portando le sue vincite complessive (lorde) a 16.7 milioni di dollari.

Martin Jacobson

E in questo periodo, come da tradizione, Martin è nelle sale del Rio per dare la caccia a un altro braccialetto. Perché se per molti professionisti esistono ormai solo gli high roller, per il top winner svedese l’obiettivo principale è di imporsi sui tornei con buy-in più piccolo e field oceanici. Ha spiegato i motivi ai microfoni di Pokernews.com durante una pausa del Main Event.

Martin Jacobson: “Il poker è cambiato completamente in 4 anni”

Rispetto alla sua vittoria di quattro anni fa, il poker è cambiato tantissimo. Lo dice a chiare lettere Jacobson.

Negli ultimi quattro anni il poker è cambiato tantissimo, si è evoluto in maniera notevole. Vincere ai massimi livelli è diventato molto più difficile… ma per me è sempre fantastico venire qui alle WSOP”.

In realtà, Jacobson non si riferisce al poker in generale ma a quello che si gioca in Europa, con giocatori europei. Il professionista svedese è convinto che i poker player del vecchio continente siano nettamente più forti di quelli americani.

“Credo che l’Europa sia decisamente più avanti dell’America in termini di qualità del gioco. Per me venire a giocare qui alle WSOP significa quasi tornare indietro nel tempo visto il livello medio“.

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Perché gli americani sono rimasti indietro

Se gli americani sono rimasti indietro è soprattutto a causa del ban del poker online. Senza online si gioca meno e si diventa meno competitivi.

“La ragione principale è ovviamente la possibilità di poter giocare online“, dice Jacobson. “Noi europei possiamo farlo, loro no. È un bel vantaggio. Per dire, in Europa anche nei tornei con buy-in basso e field molto ampi si nota un buon livello medio. Il giocatore amatoriale medio in Europa sa giocare bene a poker“.

Martin Jacobson: “Preferisco i tornei con field ampi”

Jacobson appartiene alla schiera di top professionisti europei, quelli che solitamente giocano i tornei high roller live. Lui ha però scelto un’altra strada: invece di dar battaglia ai fenomeni tedeschi e ai vari Kanit, Mateos e via di scorrendo, ha preferito continuare a grindare i tornei con buy-in minore.

Preferisco giocare contro avversari amatoriali e non mi dispiacciono i grandi field. Mi piace la sfida di raggiungere il final table in un evento con migliaia di iscritti invece di sconfiggere 40 avversari. Sono necessarie skills differenti, ovviamente. I reg che competono negli high roller con 50 iscritti sono l’elite dell’elite… ma io mi diverto di più nei tornei più piccoli”.

Martin Jacobson

Ecco perché il Main Event WSOP resta il suo torneo preferito: qui c’è un field enorme ma un buy-in importante, tanti top player ma anche tanti occasionali.

“Il torneo più prestigioso resta certamente il Main Event: non lo considero un high roller ma è più importante di tutti gli altri. Perché ci partecipano praticamente tutti i giocatori di poker che se lo possono permettere e ci sono tanti amatoriali e qualificati. Ci sono 7.000 iscritti in un evento da $10.000 di buy-in. Dove trovi qualcosa del genere?

In conclusione, a Martin Jacobson è stata fatta una domanda diversa da solito: qual è stato il suo più grande successo nel poker dopo la vittoria del Main Event? Il pro svedese ci ha pensato per qualche secondo e poi ha spiegato che si tratta di un’altra vittoria, molto più piccola.

Vincere il mio primo torneo di poker. Avevo collezionato tanti secondi posti e finalmente nel 2013 ho vinto un side event (al WPT National di Dublino per €14.000, ndr). Quello è stato un gran bel momento”.

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